Comunicato Stampa
Eris Edizioni presenta il graphic novel “Fino all’ultima mezz’ora” dell’esordiente Matteo Manera.
Il libro è un “on the road” atipico dai toni autobiografici, in cui il protagonista durante un viaggio sempre uguale riscopre sè stesso attraverso i ricordi. Un’interessante esordio per un giovane autore che dimostra un personalissimo gusto narrativo. Presentato a Lucca Comics and Games 2013 e in uscita a febbraio 2014, Fino all’ultima mezz’ora è inserito all’interno della collana Kina di Eris. Un progetto che al suo interno mira anche alla promozione di autori esordienti italiani, caratterizzati da una forte ricerca e impronta autoriale.
Fino all’ultima mezz’ora – Matteo Manera
Un ragazzo si sposta tutti i giorni in moto per andare a lavoro. Il percorso non cambia, eppure il viaggio non è mai lo stesso. Merito dei ricordi, che si affacciano come case sulla strada. Lui li visita, lasciando che la mente segua i propri itinerari. E così, si ritrova a giurare vendetta a un piccione. A sorprendere Branduardi in salotto. Ad ascoltare il canto delle sirene, ma della polizia. A incassare un pugno. A conquistare gli amici. A fallire un furto. A vergognarsi. A crescere. A diventare, una volta di più, se stesso.
Fino all’ultima mezz’ora è un on the road atipico, in cui il viaggio lunga la strada non è un’avventura, ma uno spostamento quotidiano del protagonista da un luogo all’altro. La vera avventura nasce però proprio da questa routine. Sono gli input visivi di questa strada sempre uguale, a scatenare l’avventura del protagonista lungo il flusso dei suoi pensieri e dei suoi ricordi. Nei suoi gesti quotidiani ripetuti meccanicamente, riscopre le prime paure, i primi conflitti, le prime scoperte del mondo e dei rapporti con gli altri. E si sorprende vedendoli riemergere mentre è distratto dal semplice scorrere dei giorni. E a cavallo della moto scopre di non aver perso l’istinto di esplorare senza riserve, i confini del mondo che lo circonda. Sino a quando un adulto, o la realtà, non lo richiamano per avvertilo che si è spinto troppo oltre.
Al suo primo graphic novel, Matteo Manera dimostra un gusto della narrazione molto personale. Se il tratto del disegno ricorda molto un certo stile francese, riproposto in Italia da autori come Gipi, Manera lo rielabora in una commistione narrativa giocata tra la magia e la dolcezza dei piccoli segreti o ricordi personali, e le amarezze e le crudeltà che scopre essere necessarie a crescere, a conoscersi e a scontrarsi con la realtà senza rinunciare a nessuna parte di sé stesso.
«I ricordi sono destinazioni. Mi muovo in equilibrio su due ruote, tra due mondi. Corro, e questo maledetto quotidiano percorso si apre. Diventa un viaggio. Lungo la strada, ecco un altro me. Il me che sono stato. Il bello è che posso ascoltare le sue storie senza nemmeno togliermi il casco».
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