Il Simposio è un dialogo di Platone, scritto intorno al IV secolo a.C,e affronta il tema dell’eros.
Jacopo Zucchi-Amor e Psiche
La strutturazione del testo è differente dagli altri dialoghi, infatti,si presenta come un agone oratorio.Tra i protagonisti del dialogo, oltre a Socrate, ci sono Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Alcibiade e Agatone. Quest’ultimo, poeta tragico, ha organizzato un banchetto per festeggiare la sua vittoria negli agoni delle Lenee,ed è proprio durante il banchetto che Erissimaco invita i commensali ad esporre un proprio elogio all’eros. Tutti interverranno parlando uno per volta, l’ultimo sarà Socrate discostandosi dalle argomentazioni degli altri interlocutori, incentrate attorno a concezioni sofistiche. Nel discorso socratico si innesterà quello di Diotima, sacerdotessa di Manitea e maestra del filosofo ateniese. Ed è proprio parlando per bocce di Diotima,che l’elogio di Socrate diventerà il mito di eros.Nel mito si racconta che gli dei si radunarono per celebrare la nascita di Afrodite,tra di loro c’era Poros (espediente). Dopo il banchetto, arriva Penia (povertà), accorsa per mendicare in un giorno di così grande abbondanza. Poros, per aver bevuto troppa “ambrosia” decide di sdraiarsi in un giardino, e Penia, “meditando di avere un figlio da Poros” si sdraia al suo fianco e concepisce Eros. Essendo figlio di Poros e Penia, Eros non è un dio ma un demone (entità in perenne contatto con l’uomo), ecco perché “è sempre povero e non è affatto delicato e bello come si crede di solito. Al contrario è rude, va a piedi nudi, è senza casa, dorme sempre sulla nuda terra sotto le stelle, per strada davanti alle porte, perché ha la natura della madre ed il bisogno l’accompagna sempre”.
Giovane donna si difende da eros
Come suo padre,egli, sarà sempre alla ricerca di ciò che è bello e buono “È virile, risoluto, ardente, cacciatore dei belli, sempre pronto a tramare inganni; desidera il sapere e sa trovare le strade per arrivare dove vuole, e così impiega nella filosofia tutto il tempo della sua vita. È un meraviglioso indovino. E poi, per natura, non è né immortale né mortale. Ma in un’ora dello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli è propizia, in un’altra, invece, muore, ma poi rinasce in virtù della natura del padre, e quel che acquista gli sfugge sempre via.” Per questo motivo si considera Eros un filosofo, sempre in mezzo povertà e ricchezza, sapienza e ignoranza, vita e morte. Ricerca la vera sapienza, desidera ciò di cui sente la mancanza.Platone utilizza questo mito per spiegare la ricerca filosofica, la ricerca della sapienza, ecco spiegato il nome, che significa per l’appunto Amore (philos) per la conoscenza (sophia). La filosofia è un gesto d’amore dell’uomo che aspira alla conoscenza, muove sempre i propri passi partendo da un assunto, da un idea del buono e del bello cercando di conoscerla perfettamente e perseguirla.
Dante Ciani
Articolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.