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Erotic Liaisons (Koji Wakamatsu) ★½ /4

Creato il 12 giugno 2011 da Eda

Erotic Liaisons  (Koji Wakamatsu)       ★½ /4Erotikkuna kankei, Giappone, 1992, 95 min.

Perchè recensire uno dei registi a cui sono più affezzionato partendo non da uno dei suoi classici erotico-politici degli anni 60-70 o da uno dei suoi ottimi lavori post-2000, bensì da uno tra i più anonimi tra gli oltre 100 film che quest’uomo ha girato? In realtà una motivazione non c’è, a meno che non vi vadano bene cose molte stupide come “al momento sull’hard disk ho solo questo”, anche se questo film qualche motivo di interesse ce l’ha.

 

Cose da sapere prima di vedere il film:
1 – Miyazawa Rie, la diciannovenne star della  pellicola, era all’epoca il tarento (cantante, attrice, modella) più popolare del Giappone; aveva esordito a 11 anni e nel ’92, ancora minorenne, aveva sconvolto il paese con un album fotografico di nudo (poi diventata una pratica molto diffusa) e nel ’94 si affacciava sul mondo cinematografico interpretando, oltre a questo, un ruolo nel Go hime di Teshigahara Hiroshi, dopodichè il patatrack: un matrimonio saltato all’ultimo, un tentativo di suicidio e problemi di anoressia. Paradossalmente però questo l’ha resa in grado di essere una delle poche “bambine prodigio” a sopravvivere nel mondo dello spettacolo perchè, tornata timidamente sulle scene alla fine degli anni 90, è riuscita a costruirsi negli anni Zero una rispettabilissima carriera da attrice (premi a valanga per The Twilight Samurai di Yamada Yoji). Happy ending.

Miyazawa Rie (Album "Santa Fe'" - 1992)

2 – I soldi ce li mette Okuyama Kazuyoshi che, oltre ad aver prodotto Wakamatsu negli anni 90, ha contribuito al debutto di tanti registi tra i quali spicca sicuramente Kitano Takeshi. Il problema è che anche Uchida Yuya, il protagonista (anche in altre pellicole di Wakamatsu del periodo), è produttore della pellicola e, da brava rockstar in declino, sul set litiga con tutti, Wakamatsu compreso, il quale si trova a dover spesso sottostare ai dictat della star. Le cronache dicono che il buon Kitano, coprotagonista nel film e schierato dalla parte del regista, fosse l’unico in grado di far ragionare Uchida.

3 – Nonostante il budget del film sia notevole, la realizzazione non ne è stata facilitata. Wakamatsu, famoso per essero uno che girava film in 1-2 settimane, viene infatti ingaggiato in quanto i tempi produttivi sono ridottissimi: Miyazawa Rie ha solo 10 giorni, Kitano addirittura 5. Wakamatsu accetta con la promessa da parte di Okuyama di produrgli un film a cui tiene: Netorare Sosuke.

Con queste premesse, e l’ingrombrante figura di Uchida, era difficile pensare che potesse venirne fuori qualcosa di memorabile; difatti il film è una mezza delusione e sembra più che altro il prestesto per lanciare la giovane Miyazawa o permettere a Uchida di fare la bella vita a Parigi. Difficilmente si ritracciano i tratti distintivi di Wakamatsu, la cui regia sembra perdersi nel più classico degli esotismi: immagini da cartolina di Parigi campeggiano quasi ad ogni inquadratura, i set scelti sono sempre situati in zone riconoscibili e tutti i clichè parigini sono rispettati: bistrot dove bere cafe ou lait, sfilate di moda, locali alla Moulain Rouge, battelli sulla Senna e compare persino la redazione de Le Figaro.  Mentre il protagonista vaga tra Tour Eiffel, Place de la Concorde e La Defense la trama si srotola a singhiozzo con cambi di tono repentini: dalla commedia, al thriller, fino ad un finale puramente e sorprendentemente action.

Erotic Liaisons  (Koji Wakamatsu)       ★½ /4
Dopo un allucinante intro dove una pseudo primo ministro francese introduce il film al pubblico, Erotic Liaisons vede protagonisti un maldestro detective (Uchida) e la sua assistente (Miyazawa) ingaggiati da un ricco giapponese (Kitano), il quale sospetta che la sua donna (Jennifer Galin) abbia un amante. La faccenda in realtà diventa sempre più complicata e la coppia di investigatori sembra spaccarsi quando Uchida sarà conquistato dalla Galin, la quale afferma a sua volta che è Kitano a costringerla. Seguono invischi bancari che portano parecchi soldi, vecchi ricconi giapponesi amanti del sadomaso, uccisioni apparentemente casuali e macchinazioni di vario genere. Seppur la trama non spicchi per originalità, sarebbe comunque potuto venirne fuori un film coinvolgente, ma Wakamatsu sembra badare più che altro a portare il lavoro a casa (ricordate le premesse sopra esposte), senza offrire molti spunti di interesse allo spettatore risultando incapace di dare alla pellicola uno sviluppo e uno stile omogeneo.

L’erotismo promesso dal titolo (che comunque non c’entra niente col romanzo di Laclos) e dalla presenza di Miyazawa è in realtà strettamente confinato a 3-4 brevi scene che vedono protagonista la pur bella Jennifer Galin, la più classica delle femme fatale, mentre la Miyazawa tiene chiusa la camicetta fino all’ultimo bottone. Rimane convincente la sua prova come determinata ma in fondo ingenua assistente del ciondolante detective, ma la sua bellezza è comunque troppo acerba per risultare davvero erotica, così come appare decisamente fuori luogo nella sparatoria finale, nella quale si improvvisa novella Calamity Jane facendo fuori uno scagnozzo dietro l’altro, mentre questi sparano a vuoto con i loro Uzi. Uchida invece fa bene la parte del detective sfigato che non capisce il raggiro che sta subendo, anche se la sua recitazione è praticamente nulla. Il migliore, manco a dirlo, è Kitano che con la sua classica fissità espressiva delinea un personaggio misterioso, dalle molte ombre, non permettendo mai di capire da che parte sia, per poi concludere con quel sorriso raggelante, in una scena al ralenti, che sembra ripresa pari pari da uno dei suoi primi film.

Erotic Liaisons  (Koji Wakamatsu)       ★½ /4
Erotic Liaisons si propone quindi come innocuo intrattenimento, a tratti piacevole ma comunque dimenticabile, film alimentare che non risalta neppur all’interno del già non esaltante periodo mainstream che il cinema di Wakamatsu fu praticamente costretto a intraprendere a partire dagli anni 80 (i cui migliori risultati sono probabilmente A Pool without Water e Endless Waltz) e dal quale sembra essersi “ribellato”, come ai vecchi tempi, solo nell’ultimo decennio, una volta riconosciuto il suo status di Maestro, potendosi finalmente mettere alle spalle le restrizioni produttive che sempre lo hanno afflitto.

EDA


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