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Errori nell’evacuazione delle persone a ridosso della centrale di fukushima

Creato il 11 agosto 2011 da Madyur
Le autorità giapponesi avevano gli elementi per far evacuare in maniera sicura la  popolazione più a ridosso dei reattori nucleari di Fukushima. Potevano evitare che gli sfollati si accalcassero in una scuola del distretto di Tsushima : un luogo che dal 12 marzo fino al 15 ebbe uno dei livelli più alti di radioattività.
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Di inadeguatezze e reticenze , il Giappone aveva cominciato a rendersi conto presto. Due indagini parallele dell’Associated Press e del New York Times rivelano come un sistema computerizzato , il cosiddetto Speedi, avrebbe fatto risparmiare a migliaia di persone di esporsi alle radiazioni generate dai 4 reattori.
Sarebbe bastato usare i dati elaborati da Speedi per aiutare le autorità locali nel caos. I venti soffiavano verso sud , quindi gli amministratori avevano spinto la popolazione verso nord. Le informazioni dello Speedi , invece, lasciavano capire che la nube stava accompagnando le persone in fuga.
Lo Speedi sarebbe il Sistema di prevenzione dell’emergenza ambientale. Istituito nel 1986 , costato 140 milioni di dollari, incrocia rilevazioni sulla radioattività , informazioni metereologiche e dati sul territorio. Il premier Naoto Kan ha detto che non sapeva niente durante un interpellanza in Parlamento.
Secondo Haruki Madarame, membro dell’unità di crisi, le elaborazioni di Speedi valevano come le previsioni del tempo. Il ministero dell’Educazione da cui dipende il sistema, si era difeso spiegando che i dati erano incompleti e che lo tsunami aveva danneggiato i sensori della centrale nucleare.
Genitori e parlamentari annunciano cause legali , il professor Kosako sostiene che i dati raccolti sarebbero stati comunque utili e il parlamentare Soramoto , consigliere di Kan durante la crisi , accusa l’esecutivo “E’ stato il premier a nascondere i dati”. Osono, il ministro che supervisiona la crisi , dice di aver ricevuto i rapporti di Speedi solo il 23 marzo. Colpevoli silenzi.

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