Palazzo Chigi, Mercoledì 26 dicembre 2012.
Caro diario,
se vi è una cosa che odio è l’incertezza: traslocare subito o attendere fine febbraio? Debbo ammetterlo: in certo modo mi sono affezionato a questo avito maniero che, seppure con grande fatica e attenzione al soldino, sono riuscito a restaurare, a rinnovare dotandolo di ritrovata dignità, stanando anche l’ultimo CD di Apicella, risciacquando anche il più invisibile sputo dell’Umberto, rimuovendo il grande palo del bunga bunga dal cortile centrale, nonché restituendo alla legittima proprietaria ogni reggiseno andato perduto tra i sedili dei numerosi divani. Ma il tempo passa in fretta per tutti e per noi premier-tecnici specialmente.
L’anno che verrà vorrei fosse un anno diverso. Soprattutto vorrei presentarmi ad Angela con altra legittimazione. Andato il tempo di quel piacione di Nikolas so che potrei fare breccia nel suo cuore definitivamente ma mi rendo pure conto che la donna è mobile… Nel suo caso poi si tratta di arredamento teutonico di prima della guerra: indistruttibile! Insomma, come conquistarla senza una posizione sicura, un avallo popolare, una… come dire… legalizzazione del mio status presidenziale oltre i pastrocchi burocratici inventati per salvare il salvabile? Oltre i compromessi storici de-noantri dettati dalla necessità di frenare la caduta nell’abisso e ad un tempo di bloccare ogni opportunistica levata in volo dello…. spread?
Pensare che farei di tutto per lei! Da quando l’ho vista incartocciata… pardon, avviluppata in quell’abito rosso-pudico-vittoriano la sogno il giorno e la notte. Elettrizzante anche la sua difesa delle mie velleità in forma di ferma presa di posizione a Bruxelles: “Rom… uhm… tut mir leid, Mario oder Tod!”. Che carina: Mario o morte! Che si è pure presa senza battere ciglio tutte quelle ingiuste accuse da parte della stampa scandalistica di interferenza negli affari interni di una nazione sovrana! Nazione sovrana? Anche Vittorio – mi ha confessato – non aveva mai riso così tanto da quando è a capo dell’Economia e delle Finanze. Che un momento di svago e di sano divertimento sarà concesso pure a noi governatori tecnici, o no?
Mi rendo conto però che nell’anno che verrà la venerazione di Angela non basterà più! Non sarà sufficiente! Che mi piaccia o no dovrò fare buon viso a cattivo gioco e dovrò farmi qualche amico anche nel cortiletto di casa. In questo senso spero che i sacrifici che ho iniziato la notte del ventiquattro comincino a dare risultati presto. Trovare il vestito da Babbo Natale non è stato così difficile nel magazzino già Sede Generale delle Elargizioni Pubbliche a Fondo Perduto ma calarmi dal camino di Villa San Martino ad Arcore non è stata proprio una passeggiata alla mia età. Del resto, nulla a confronto della difficoltà che ho avuto nello scegliere quello specifico regalo. Barak mi ha assicurato che il tal prodotto – scartato un anno sì e l’altro pure dalla Food and Drug Administration – sta al Viagra come il Viagra sta al bromuro ma non sono ancora del tutto convinto…
Tempo perso per tempo perso il peggior abbaglio credo di averlo preso lasciando sotto l’albero di Natale regalmente addobbato della casa di Pierluigi un’edizione-introvabile del Libro I di Das Kapital – Kritik der politischen Oekonomie von Karl Marx – Erster Band, Hamburg, Verlag von Otto Meissner (1867)…. Non mi do pace da quando ieri sera ho incontrato la sua cuoca che, dopo le scorpacciate del cenone, restituiva al locale pescivendolo delle cozze andate a male: quella carta ingiallita dal tempo mi pare di averla già vista ma mi rendo conto che forse sto esagerando e che le “salite” in politica comportano il rischio di diventare un tantino “fissati”.
Fortuna che Pier Ferdinando è uno di minori pretese: il falso Gustave Doré ritraente Nichi Vendola costretto “in aeternum” nel girone dei lussuriosi lo ha immediatamente collocato nel suo studio tra un ritratto di Benedetto XVI che condanna l’aborto e l’altro carissimo di Arnaldo Forlani. Piccole soddisfazioni in un tempo avaro di tutto! Che non sono tranquillo e i giri di parole possono risultare, a volte, come le nostre richieste di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: ridicole! Dunque lo confesso perché il dubbio mi assilla: e se al volo dello “spread” il prossimo futuro sostituisse quello dell’uccello Paguro? Then again… beati monoculi in terra coecorum!
Rina Brundu – All rights reserved 2012.