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ESCLUSIVO: Siria, chattando con l’inferno

Creato il 06 settembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 6 settembre 2012 in Dispacci arabi, Medio Oriente, Slider with 2 Comments

Syrian Rebel

Un documento semplice eppure vivido, una chat da Damasco, un racconto crudo che in poche battute demistifica quanto fin qui raccontato sul conflitto siriano. Inauguriamo così la rubrica di Karim Metref, ‘Dispacci arabi’, uno spazio di cronaca e riflessione su quanto avviene nel mondo arabo, dal Nordafrica al Medio Oriente.

Ecco è riapparso di nuovo. Il mio amico Hamed è vivo e sta cercando di nuovo di scappare dalla Siria.

Qualche mese fa avevo pubblicato l’intervista in cui mi diceva che era in Algeria. Ha girato un po’ in Algeria e dopo un po’ mi ha lasciato un messaggio su Facebook. “Torno in Siria. Non posso stare a guardare in TV quello che succede nel mio paese.”

A quella epoca, Damasco, la sua città, era ancora fuori dalle zone di combattimento e si sperava potesse in qualche modo esserci una soluzione pacifica. Ora, mi dice, è tutto precipitato. É di nuovo disperato e dice che non ha più un posto in quel macello.

Mi annuncia che è sul confine con la Turchia, in una cittadina tutta distrutta e disertata dai suoi abitanti. Chatta da un portatile con Sim Card turca. Una breve chiacchierata in cui mi dice che la sua famiglia è salva ma la casa di suo padre, in un quartiere limitrofo del campo profughi del Yarmouk, a Damasco, è stata rasa al suolo. In mente mi ritornano le belle serate che abbiamo passato in quella casa. Le “mezzé” della mamma Khaoula accompagnate da fiumi di araq. Le risate, i canti, le storie di quelle serate echeggiano ancora nella mia memoria. Tutto quello è crollato. La casa è distrutta e la banda di folli che ci si divertiva è dispersa per sempre. Alcuni cercano dove nascondersi, altri, forse i più fortunati, sono morti.

Descrive un paese con città intere distrutte, gente che gira senza trovare via di scampo e forze armate, una più criminale dell’altra, che giocano ad una specie di macabro gioco del gatto e del topo. Gruppi armati che entrano nei quartieri abitati. Sparano da lì sull’esercito che risponde con i bombardamenti a tappeto. Una macabra logica del caos, che cerca di chiudere definitivamente la strada a qualsiasi soluzione pacifica. Un paese dove a comandare è la forza di fuoco. Punto e basta.

Poche battute amare, piene di disperazione “Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.” Poche informazioni. Poi scompare di nuovo. “Hamed… Ci sei ancora?” Silenzio. Resto solo con la paura per lui… speriamo fino alla prossima comunicazione. Qui di seguito la traduzione del testo integrale della nostra chat.

Hamed: Marhaba, amico mio

Karim Metref: Marhaba Hamed!

Hamed: Come stai?

Karim Metref: Ben. E tu come te la stai cavando in Turchia?

Hamed: Io sono in Siria di nuovo.  Ieri i turchi ci hanno cacciati via.

Karim Metref: No!!!ا

Hamed: Te lo giuro.

Karim Metref: perché? Dove eri? In un campo?

Hamed: A Kilis. Non ci hanno fatto entrare nel campo. Abbiamo dormito due notti sotto le stelle, poi ci hanno cacciati via. Adesso siamo a Marea

Karim Metref: Marea? Dov’è? Sul confine?

Hamed Sì. Ma domani tenterò di nuovo di entrare per andare a Istanbul questa volta

Karim Metref Ok. Speriamo che ce la farai.

Hamed  Amico mio, siamo arrivati ad augurarci la morte.

Karim Metref  Ho un amico turco che vive a Torino. Gli chiedo se può trovarti qualche aiuto a Istanbul.

Hamed  Ti ringrazio. Io ti sto stancando con me. Però che fare?

Karim Metref  Per quel poco che posso fare, non c’è problema. Avrei voluto poter fare di più.

Hamed  Grazie della solidarietà. Questo è il più importante. Sul serio. Noi siamo soprattutto stanchi moralmente. Non sono i problemi materiali quelli peggiori.

Karim Metref  Lo so. E la tua famiglia come sta?

Hamed Si stanno bene. Solo che hanno dovuto scappare. Ti ricordi la casa di mio padre? Ebbene non c’è più.

Karim Metref  Sì me la ricordo. Nooo!  Dove sono adesso?

Hamed  Nelle scuole dentro al campo. Il campo profughi del Yarmouk. Nella parte che non è distrutta.

Karim Metref Vuol dire che anche Il Yarmouk è diventato campo di battaglia?

Hamed  La metà più o meno. Il complesso scolastico e via Al Yarmouk finora sono sicuri.

Karim Metref  E le scuole in cui sono chi le sorveglia? L’esercito regolare o gli altri?

Hamed  Non pensare che l’esercito libero è meglio dell’esercito di Assad. Le due parti usano la popolazione civile come scudo.

Karim Metref  Non ti preoccupare. Non ho questa idea. Io non credo che possa nascere un movimento pulito finanziato da soldi sporchi.

Hamed Ok. Per il momento nel campo ci sono dei comitati popolari che assicurano la protezione

Karim Metref  Armati?

Hamed  Certo, armati! Ci sono nel campo circa 200.000 civili siriani che si sono rifugiati. Perchè nei primi giorni di Ramadhan l’esercito libero è entrato nel campo. La gente non ha voluto scontrarsi con loro. Loro hanno sfruttato questa neutralità e hanno cominciato a sparare dalle case civili sulle forze regolari. L’esercito a cominciato ha risposto al fuoco con bombardamenti.

Karim Metref  Ho capito

Hamed  Uno più bastardo dell’altro. Capisci.

Karim Metref  Certo.

Hamed  E poi sono portatori di una ideologia salafista wahhabista.

Karim Metref  E i comitati popolari nel campo sono misti o solo palestinesi?

Hamed  No, sono palestinesi dei movimenti di sinistra (tipo FPLP, FDLP) e liberali (Fattah). Come sai al Yarmouk c’è una forte resistenza contro l’integralismo.

Karim Metref  Lo so lo so. Ma questo potrebbe portare a scontri con l’esercito libero?

Hamed  C’è stato un po’ di scontro ma non importante. Per ora né l’esercito libero vuole scontrarsi con loro né loro con l’esercito libero. Vogliono solo far arrivare il messaggio che è vietato usare i quartieri abitati come base d’attacco. Perché poi l’esercito regolare si vendica dalla popolazione civile senza pietà. Ti è chiaro?

Karim Metref  Chiaro.

Hamed  La situazione più difficile in Siria è quella della sinistra.

Karim Metref  Lo so.

Hamed  Perché i due campi attaccano senza pietà. Io sono ricercato da tutti e due.

Karim Metref  Ti avevo raccontato che noi in Algeria abbiamo vissuto la stessa cosa. Non con la stessa violenza. Ma eravamo anche noi tra due fuochi. Di qua criminali di là peggio.

Hamed  Abbiamo due flagelli: di qua il nazionalismo arabo e di là l’islamismo.

Karim Metref  Ma l’esercito libero, perchè ce l’ha con te?

Hamed  Non c’è nessun esercito libero. Ci sono gruppi armati disseminati sul territorio. E ognuno di loro è uno stato a parte.

Karim Metref  Ok

Hamed  Il legame tra loro è il radicalismo religioso e l’odio del regime perchè non in mano ai sunniti. Ma di democrazia e libertà non parla più nessuno.

Karim Metref  Certo.

Hamed  Io ho deciso di lasciare il paese perchè non ho più un posto. Non voglio scegliere tra l’ingiustizia in nome del nazionalismo e quella in nome dell’integralismo.

Karim Metref  Vero.  Ma la città dove sei è tranquilla?

Hamed  Non c’è più una città è tutto un rudere. Per non preoccuparti per me, ti dico che sono circa 5000 persone qua che aspettano di entrare in Turchia. Quindi male condiviso è un male a metà.

Karim Metref  E da dove stai scrivendo adesso?

Hamed  C’è un ragazzo qua che ha un Laptop e una sim turca. Qui si prende la rete turca.

Karim Metref  Ho capito. Per questo riesci a scrivere liberamente.

Hamed  Sì. Certo. Però quando ho sparlato dell’esercito libero il ragazzo era lontano. Perchè se leggesse quello che ho detto potrei essere preso per una spia e essere denunciato a loro.

Karim Metref  Ma chi controlla quella zona dove sei? L’esercito o l’opposizione?

Hamed  Ho l’impressione che l’esercito ha volutamente lasciato questa zona libera. Perché ha delle postazioni molto vicine e può in qualsiasi momento bombardare o attaccare. Però è come se volessero far vedere al mondo il rapporto tra gli insorti e la Turchia.

Karim Metref  Ma la mia impressione è che la Turchia, che è più furba, sta usando voi sfollati per cercare di affrettare un intervento militare.

Karim Metref  Ci sei ancora?

….  silenzio. 

….

———

FONTE: Alma blog

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Tags: campo profughi, conflitto siriano, guerra in Siria, Karim Metref, opposizione siriana, ribelli siriani, Siria, Turchia Categories: Dispacci arabi, Medio Oriente, Slider


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