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Esegesi del rocker mediterraneo Piero Pelù

Creato il 02 maggio 2014 da Symbel

Esegesi del rocker mediterraneo Piero PelùPiero Pelù, il massimo esponente del rock mediterraneo, ha cantato al concertone del Primo Maggio, ma non si è limitato a fare questo, ha anche parlato, ha pestato giù duro contro l’attuale presidente del consiglio suo conterraneo Matteo Renzi.
Premetto che io non sono renziano, che sono renziano quanto la lista Tsipras è una cosa seria.
In questo breve articolo, me indegno studioso del Primo Maggio, tenterò di fare un’esegesi delle parole pronunciate dal palco a caldo e di quelle successive a freddo da parte del rocker ribelle dalle ascelle fluenti.
Capisco il contesto, non lo ignoro: una platea per lo più di nullafacenti che di lavoro non ne sanno nulla, che hanno qualche litro di birra già in corpo e i polmoni ossigenati a canne.

“Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali”

Si parte puntando in alto, con una frase che lascia pochi spazi all’interpretazione e ricorda i bei tempi del trio con Liga e Jova.
A meno che Piero non intenda che i ladri passino per scuole e ospedali a saccheggiarle a bordo di caccia, credo si riferisca al fatto che la spesa per l’acquisto dei caccia F35 incida in modo negativo sulla spesa sanitaria e quella dedicata all’istruzione. Parole scomode. Chi è che ti va dietro se dici che è meglio la pace della guerra? Che è meglio che il tetto della scuola non ti cada in testa piuttosto che spendere per un nuovo mezzo di distruzione e morte che vola sopra i bimbi affamati e indifesi? Parole scomode.
In realtà, probabilmente, la scelta di destinare dei fondi agli F35 va a discapito dell’utilizzo delle stesse somme per altri armamenti, comunque in seno al bilancio della difesa. Poi, magari, se Pelù tra una registrazione e l’altra di una puntata di The Voice trovasse il tempo, potrebbe anche andarsi a leggere il rapporto del CESI circa la scelta da parte dell’Italia sull’utilizzo dei caccia F35, o anche solo la conclusione del documento. Un aiutino, lo trova qui http://www.cesi-italia.org/images/Report_F-35_CeSI.pdf
Inutile poi dire che Renzi eredita decisioni fatte da governi precedenti, di colori diversi, e che è vincolato da accordi internazionali che vanno al di là del mettersi d’accordo con J-Ax su quale cantante sia più adatto la proprio team.

“Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”

Questa frase è composta da quella prima della virgola, che bolla come “elemosina” gli 80 euro netti in più in busta al mese, e quella dopo la virgola che è liquidabile subito con “e io voglio Rihanna che mi porta la colazione a letto”.
Ora, sugli 80 euro si può discutere, si può anche dire che da una parte ti da 80 euro e dall’altra ti arrivano le tasse da pagare, ma meglio pagare le tasse con 80 euro in più in tasca che senza. E’ imbarazzante pure spiegarlo.
Certo, Pelù 1400 euro li usa solo per un paio di pantaloni attillati in pelle e poi lo dice ad una platea di nullafacenti, ma non significa che non debba fare un piccolo sforzo di comprensione in questo senso.
Ritorno solo per un attimo su “vogliamo lavoro”: se ci pensate bene non vuol dire nulla.

“Il non eletto,”

E’ vero, Renzi non è stato eletto. Ora attendo di sapere da Pelù chi è invece il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano che è stato eletto dal popolo, no perché a me se fosse possibile piacerebbe pure farlo. Renzi non è stato eletto nemmeno deputato, vero, e quindi? Conosce Piero Pelù la Costituzione Italiana? Anche in questo caso una rilettura non guasterebbe.

“ovvero sia il boyscout di Licio Gelli”

Ora, Renzi è il boyscout di Licio Gelli come Topo Gigio è il consulente di Totò Riina.
Forse Pelù si riferisce al fatto che qualche iniziativa politica che viene discussa da anni non solo dal governo Renzi, ma da molti governi precedenti, è rintracciabile in alcuni passaggi del Piano di Rinascita della P2.
Il rocker dei talent show confonde la poesia con il poeta, il prodotto con il produttore. Lui è ribelle e decisamente populista, non è che si può mettere a sottilizzare molto.
Il fatto che nel Piano di Rinascita della P2 ci fossero anche delle idee sulle quali si possa riflettere, senza per questo sposare la causa (indifendibile) di chi voleva mettere in atto un colpo di Stato dei “poteri forti” (oddio l’ho scritto), non sfiora nemmeno il puro Pelù e i suoi sodali. Ci si riempie la bocca di P2 con una velocità che lascerebbe ammirato persino il suo ideatore.
La separazione delle carriere dei magistrati ad esempio, non mi sembra un’idea così eversiva, non è che la si può accantonare perché è venuta in mente anche a Licio Gelli.

“deve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta.”

Come non concordare! Fino a qui sfugge cosa diavolo c’entri Renzi, ma forse lo si capisce dopo…

“La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”.

Ecco qui si nota una certa autocritica e anche una certa introspezione. Farei notare come questo primo finale la dica tutta sulla stato confusionale in cui versa il vicino di poltrona di Raffaella Carrà.

“gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi”

e poi:

“Maledette toghe rosse, giù le mani da Silvio, giù le mani da Marcellino. Dell’Utri torna, ti prego torna”

Può mancare la sparata random verso Giovanardi? (stranamente ignorata la Binetti)
Poi c’è Berlusconi e Dell’Utri. Più che sparare alla Croce Rossa è come sparare sull’autista dell’ambulanza del 118 che sostituisce una gomma bucata a bordo strada con l’infartato dentro.

Forse io sono troppo mite e non capisco la ribellione del rocker, certo io non avrei mai il coraggio ribelle di fare un duetto con la trasgressiva Anggun (a sua volta componente della giuria di XFactor Indonesia).
Non voglio pensare che l’astio di Pelù sia dovuto al fatto che Renzi l’avesse detronizzato da direttore artistico dell’Estate Fiorentina per fare posto ad un altro, non voglio pensarlo, sarebbe una cosa troppo legata al potere, parola che il Diablo aborrisce.

Più tardi in camerino però Pelù ha spiegato:

“Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla”

Bravo Piero, parlare male di Renzi, Silvio e Dell’Utri al concertone del Primo Maggio tra Caparezza e i Modena City Ramblers, è si una mossa controcorrente.

“Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose.”

Bravo Piero, di retorica su F35, sanità, scuola, P2, mafia pizza e mandolino, tutte cose mai sentite da questi ragazzi, questa “gggente” in potenza, ci voleva qualcuno che lo dicesse, la prossima volta anche un pensierino alle scie chimiche.

“Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro”

Bravo Piero! I mezzi di distrazione di massa. Come quei talent show che illudono i ragazzi che si diventa qualcuno con la scorciatoia della tv, programmi che come giudici hanno un ricettacolo di artisti falliti che non guadagnano più vendendo la loro musica e allora fanno le vecchie glorie… Ops!

“Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato “hai detto tutto bene””

Bravo Piero! Anche i fottuti maledetti rocker ribelli all’italiana hanno una mamma che chiama loro al telefono. Continua così Piero, duro e ribelle, sei quasi come Suor Cristina.

P.S.:
Nelle cronache di oggi Piero Pelù in parte ritratta le dichiarazioni sugli 80 euro come elemosina, mi ricorda uno che la sparava grossa e il giorno dopo sosteneva di essere stato frainteso. Anche questa è una pratica da gran ribelle.

symbel (redattore)

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