Marco Pannella
da Radio Radicale
Giacinto Pannella detto Marco (Teramo, 2 maggio 1930) è un politico e giornalista italiano, che si definisce radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, nonviolento, e gandhiano. Leader nonviolento del Partito Radicale Nonviolento Transpartito Transanzionale.
21-12-2011 Nella serata di ieri Marco Pannella, in diretta su Radio Radicale, ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Antonio Caputo, assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Pordenone, suicidatosi lunedì scorso. Pannella fra l’altro ha riproposto al Presidente della Repubblica l’emanazione di un messaggio alle Camere (ex art. 87 Cost.), perché il Parlamento sia portato a conoscenza dell’amnistia quale proposta di Riforma strutturale dell’amministrazione del sistema giudiziario italiano, sovraffollato oltre che nelle immonde carceri anche e soprattutto da 10 milioni di procedimenti civili e penali pendenti:
“Chiedo a tutti i Procuratori della Repubblica (perché Radio Radicale si sente in tutte le Procure della Repubblica) di volere prendere atto che io affermo in questo momento che il nostro Stato, la nostra Repubblica – quella che abbiamo in comune il Presidente Napolitano ed io, l'ultimo dei cittadini – è responsabile dei 65 suicidati nelle carceri per quest'anno e dei 5 agenti di polizia penitenziaria che si sono suicidati (mentre in più di 80 in dieci anni lo hanno fatto), che sono assassinati, ma da che cosa? Dalla cattiveria? NO! Dal fatto che il nostro Stato rispetto alla sua Costituzione, rispetto ai diritti umani è in una condizione tecnicamente di criminale professionale, non solo abituale com’era prima.
Se dico questo, fratelli, sorelle, compagni che abitate tutti nelle comunità penitenziarie e fuori, dobbiamo renderci conto che la situazione è così grave che guai a lasciarci andare alla rabbia, a lasciarsi andare alla disperazione!
Per ognuno di noi che cede, in questo momento vuol dire che non abbiamo saputo meritare, da fratelli e sorelle, la sua fiducia e la sua speranza.
Soprattutto d’ora in poi nemmeno un minuto di impazienza, di rabbia – non parliamo di violenza!
La lotta adesso si farà dura: ESIGIAMO CHE IL NOSTRO STATO INTERROMPA LA FLAGRANZA DI REATO CONTRO I DIRITTI UMANI e contro la Costituzione italiana!
Nulla di peggio in uno Stato di diritto che questi reati, che un tempo comportavano fucilazioni alla schiena, messa al bando per tradimento! Oggi ho sentito il Presidente della Repubblica – la cui alta parola va naturalmente a “reti unificate” in tutta Italia – dire che in questa nostra Italia c’è la democrazia!
In questa nostra Italia c’è uno schifo di anti-democrazia nella pratica e nella sua legge, quella della quale lei, Presidente, è garante! Lei non è un governante, lei è garante della legalità!
Allora un messaggio alle Camere per ricordare che esiste il modo per interrompere la flagranza, dall'oggi al domani – creando una riforma immediata della struttura criminale dell'amministrazione della giustizia e del diritto italiano? Lei ha una diversa storia da quella nostra di Radicali, voglio però che qui oggi lei, Presidente della Repubblica, di questa Repubblica, con questa Costituzione, si sia uniti, non divisi come per giudicare le immonde persecuzioni contro la democrazia
Oggi dico basta, basta con la flagranza! Dice che non è problema suo, ma non è vero – se lei è garante del Diritto! Ci troviamo dinanzi una violazione gravissima, ultra decennale, criminale dal punto di vista tecnico, dei Diritti Umani! Adesso le chiediamo di raggiungere – per far crescere la sua tradizione, quella della sua parte politica – le luminose figure degli antifascisti che erano anche anticomunisti, antitotalitari, per difendere la libertà, innanzitutto del nemico! Innanzitutto dell'avversario.
Allora propongo adesso a tutte e tutti coloro che ci ascoltano un minuto di silenzio alla memoria di Antonio Caputo, caduto ieri assassinato da questo Regime. Vada il nostro amore, la nostra vicinanza, la nostra condivisione a sua moglie. Un minuto di silenzio, grazie.”
Radio Carcere
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