“Se mi invitano, in piazza ci vengo anch’io”. È quanto ha affermato il ministro Elsa Fornero a margine di un convegno all’Assolombarda, rispondendo a una domanda sulla manifestazione annunciata dalla Cgil per il prossimo 14 novembre.
Parlando di riforma del lavoro, nel corso del convegno, il ministro si è detto convinto che “ci possa essere la collaborazione anche con i sindacati, alcuni sono più disponibili al dialogo, altri invece protestano di più. La mia porta al Ministero – ha aggiunto Fornero – è sempre aperta, basta che si presentino in delegazione e non tutti insieme”.
Il ministro Fornero ha poi detto di aver “masticato amaro su questa riforma presa male dai datori di lavoro, dal sindacato e illustrata abbastanza malamente dai giornali”. Infine Fornero ha spiegato che “a dispetto di tutto quello che si è detto di me come ministro tecnico, sono un ministro che ama il dialogo, lo favorisce e non si sottrae mai al confronto”.
Ed è con questa premessa che pubblichiamo:
10 DOMANDE TECNICHE DEGLI ESODATI AL MINISTRO FORNERO
- La riforma pensionistica avrà effetti pratici soltanto a partire dal 2013 ed il fondo lavoro dipendente dell’INPS è in attivo dal 2008. Perché, allora, inserirla in un decreto urgentissimo, senza consultare le parti sociali e senza prevedere un periodo di transizione?
- I verbali di conciliazione degli accordi vengono depositati presso le Direzioni Territoriali del Lavoro e Lei, Ministro, è stata per anni collaboratrice dello stesso Ministero. Perché non si è fatta alcuna ricognizione presso le stesse tanto che nelle prime deroghe alla riforma, previste nel “salva Italia” questa casistica non compare per nulla?
- La Riforma del lavoro guarda alle generazioni future, si dice. Perché nessuno dei risparmi che produce è destinato allo sviluppo del lavoro dei giovani e/o al rafforzamento e rilancio dei Fondi Pensionistici Aziendali?
- Le risorse previste nel “Salva Italia” dovevano bastare a coprire la salvaguardia per 65000 persone. Perché nel decreto attuativo dei 65000 sono inserite ulteriori restrizioni per l’accesso alle deroghe per tutte le casistiche? Si erano sbagliati i conti?
- La risoluzione del problema esodati a partire dai numeri e dalle capacità di spesa crea iniquità su iniquità. Una lavoratrice che compie 60 anni ad agosto 2013 è nelle deroghe dei 55000, un’altra che li compie a settembre 2013 è fuori dalle deroghe. Una persona nata il 31/12/1952 con 35 anni di contribuzione è nelle deroghe, un’altra nata il 1/1/1953 con 38 anni di contributi è fuori dalle deroghe. Perché non si sono stabiliti i criteri di accesso alle deroghe certi per tutti e poi dimensionare la spesa anno per anno?
- Per salvaguardare tutti, si dice, non ci sono risorse. Perché non si utilizzano i risparmi sulle pensioni (sulla erogazione di pensione anticipata per i lavori usuranti erano previste 6000 domande ne sono giunte 900, l’erogazione delle pensioni nel 2012 è calata del 35%) per finanziare la risoluzione del problema esodati?
- Gli sportelli INPS non sono in grado di dare risposte agli esodati. In particolare per i fondi recentemente unificati ad esempio il fondo dei lavoratori postali – ex IPOST. Le autorizzazioni ai versamenti volontari sono in ritardo anche di un anno, riscatti e ricongiunzioni sono fermi, nessuno sa come liquidare le pensioni privilegiate, i pagamenti delle pensioni sono in ritardo. Perché questo “supplemento di pena” per moltissimi di noi?
- Alcune aziende hanno commesso errori nel comunicare alle Direzioni Territoriali del Lavoro la data di cessazione del rapporto (2 gennaio invece che 31 dicembre). Vale quanto è scritto sul verbale di conciliazione e sugli accordi ufficiali, oppure l’errata comunicazione dell’azienda?
- La proposta di Legge 5103 viene considerata, da Lei Ministro, un tentativo di sfasciare la riforma delle pensioni. Perché e dove, se l’applicazione del contributivo era una misura che Lei indicava come possibile per la risoluzione del “buco” esodati appena il 19 e 20 giugno scorsi nelle comunicazioni alle Camere e c’è anche la disponibilità a ritirare la proposta del contributivo?
- Lei ha riconosciuto che la questione esodati è un errore nella riforma delle pensioni continua, però, a proporre soluzioni parziali e a dire che non tutti possono essere salvaguardati. La pratica giusta, in questi casi, non è correggere gli errori? Oppure è quella di “mettere pezze”?
(La Rete degli esodati di Roma)
di Redazione | @cassintegrati
(26 ottobre 2012)