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Esopianeta oppure no?

Creato il 28 settembre 2011 da Stukhtra

Crisi d’identità per Fomalhaut b

di Silvia Fracchia

Sebbene in questi giorni non si senta parlare d’altro se non di neutrini superluminali e misteriosi tunnel lunghi centinaia di chilometri spuntati improvvisamente dal nulla, un’altra notizia, di minor rilevanza ma anch’essa piuttosto curiosa, ha sollevato un vero e proprio vespaio nell’ambiente astrofisico.

La pietra dello scandalo è un esopianeta, Fomalhaut b, la cui esistenza è stata all’improvviso messa in discussione, con un seguito di polemiche e di botta e risposta al vetriolo tra alcuni astronomi. Uno di essi, Paul Kalas, dell’Università della California a Berkeley, è tra gli autori di un paper del 2008 nel quale veniva annunciata proprio l’identificazione dell’esopianeta. Ma facciamo una breve premessa.

Fomalhaut b è un pianeta extrasolare che orbita attorno alla sua stella, Fomalhaut appunto, nella costellazione del Pesce Australe, a circa 8 parsec dal nostro Sistema Solare. La sua fama è dovuta in primo luogo al fatto di rappresentare il primo esopianeta la cui identificazione è stata possibile grazie a immagini dirette in banda ottica: ciò è avvenuto nel 2008 per mezzo di due immagini del telescopio spaziale Hubble risalenti ad alcuni anni prima, sebbene la sua esistenza fosse stata ipotizzata già a partire dal 2005. Ma c’è un’altra caratteristica molto interessante relativa a Fomalhaut b, tale da inquadrarlo, negli anni, come un modello ideale di esopianeta, ed è la sua orbita estremamente convenzionale: in effetti le immagini raccolte negli anni scorsi mostravano come l’esopianeta sembrasse compiere il suo moto di rivoluzione perfettamente all’interno di un disco di polveri molto brillante che circonda la stella Fomalhaut.

Esopianeta oppure no?

Un'immagine catturata dalla Advanced Camera for Surveys che mostra l'esopianeta Fomalhaut b in orbita intorno alla sua stella madre, Fomalhaut. L'inserto in basso a destra mostra la posizione del pianeta durante due osservazioni di Hubble, nel 2004 e nel 2006. L'orbita sembra convenzionale, ma un'immagine del 2010 mostra come essa abbia subito una deviazione. (Cortesia: NASA/ESA/P. Kalas/University of California, Berkeley)

Durante una conferenza tenutasi qualche giorno fa al Grand Teton National Park, nel Wyoming, è emerso tuttavia un nuovo scenario: l’ultimissima immagine catturata da Hubble e presentata dallo stesso Kalas mostra come l’esopianeta sembri attraversare il disco di polveri nel corso della propria orbita. Quest’evidenza ha subito scatenato reazioni di scetticismo da parte di altri scienziati. Ray Jayawardhana, dell’Università di Toronto, in Canada, è arrivato a mettere in dubbio l’esistenza stessa di Fomalhaut b, sostenendo che, se l’esopianeta percorresse una tale orbita, allora il suo influsso gravitazionale dovrebbe in qualche modo aver distrutto il disco stellare.

Secondo Kalas potrebbe trattarsi semplicemente di un problema di risoluzione spaziale dello strumento con il quale è stata ottenuta l’ultima immagine: mentre le prime due, una del 2004 e l’altra del 2006, erano state catturate per mezzo di un canale ad alta risoluzione della Hubble’s Advanced Camera for Surveys, la più recente è stata ottenuta grazie allo Space Telescope Imaging Spectrograph, poiché il suddetto canale non era più stato ripristinato in seguito a un guasto avvenuto nel 2007. Una futura immagine, che sarà catturata dallo stesso strumento la prossima estate, farà luce sulla validità di quest’ipotesi, sebbene Kalas abbia già in mente spiegazioni alternative.

Esopianeta oppure no?

La visione artistica dell'esopianeta Fomalhaut b e della sua stella Fomalhaut, circondata da un disco di polvere. (Cortesia: ESA/NASA/L. Calcada)

Le incongruenze di Fomalhaut b, comunque, non finiscono qui. Il presunto esopianeta presenta infatti una luminosità in banda ottica eccessiva nell’ipotesi che abbia una massa pari circa a qualche massa di Giove e una misteriosa mancanza di emissione nell’infrarosso, al contrario di quanto dovrebbe accadere per un pianeta giovane. Inoltre Jayawardhana sostiene che l’esopianeta non dovrebbe neppure essere classificato tra quelli scoperti grazie a immagini dirette: a suo dire, sarebbe la polvere, e non il pianeta, a emettere luce visibile.

Tuttavia Kalas, strenuo difensore dell’identità del corpo celeste, ha la risposta pronta: l’eccesso di luminosità ottica sarebbe spiegabile con la presenza di materiale brillante intorno al pianeta, in analogia agli anelli di Saturno, mentre la mancata emissione infrarossa potrebbe voler dire, semplicemente, che Fomalhaut b è più vecchio e più freddo di quanto stimato.

Jayawardhana rimane scettico e parla di planet mania: una sindrome che porterebbe gli astronomi a dare eccessiva importanza alle proprie scoperte, alimentata dalla competizione professionale e dall’attenzione dei media. Nonostante le tensioni, comunque, per il momento Fomalhaut b resta classificato come un esopianeta: ad affermarlo è Jean Schneider, astronomo dell’Osservatorio di Parigi nonché responsabile del database exoplanet.eu.

1 a 0 per Kalas, per il momento. Ma la partita è ancora tutta da giocare.


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