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Esploratori

Creato il 29 settembre 2013 da Povna @povna

L’ha tirata in lungo pure troppo, e ne è perfettamente consapevole. La scuola è iniziata da tre settimane, la ‘povna ha già due voti a testa in ogni classe (e la scrivania piena di nuovi progetti e di verifiche) e la presentazione dei nuovi primini ancora manca. Perché – anche se l’ha citata, così, senza parere, qualche volta (definendola cripticamente “la nuova classe telematica”) – la ‘povna aveva bisogno di tempo. Parlare dei nuovi alunni, infatti, significa anche parlare del nuovo progetto (quello su cui, su proposta di Hal9000, ha scommesso la sua credibilità, il suo impegno e il suo entusiasmo): l’adesione, in via sperimentale (ma convinta: e con l’idea di trasportarvi presto tutti) al gruppo della “Comunità del libro”.
In che cosa consista, è presto detto: si tratta di una rete di scuole che, con l’avallo del Ministero, e sotto il suo controllo, si è riunito in una comunità di pratica. Al suo interno, in forum tematici opportunamente aperti, si discute di come realizzare dei libri sotto forma di dispense. Periodicamente (e non meno di una volta all’anno – in vista dell’adozione dei testi), i materiali vengono sottoposti a revisione, e una selezione armonica concorre alla composizione dei manuali di riferimento, materia per materia. I libri così prodotti escono in tre formati: uno cartaceo (regolarmente stampato e pubblicato, con tanto di copertina e particolare codice), un Pdf (che contiene la matrice del cartaceo, esatta esatta) e un formato telematico (un “I-Book”, precisamente), nel quale i singoli argomenti sono approfonditi con una serie di link, power point, fumetti, giochi interattivi e didattici, musica, filmati, e chi più ne ha più ne metta, da leggersi attraverso un I-Pad.
Il costo di tutto il parco libri, in questo modo, non supera gli 80 euro (che sono le spese dure di realizzazione e stampa). Ai quali va aggiunto il costo dell’I-Pad, una tantum (per il quale la scuola della ‘povna si è data da fare per proporre e trovare sistemi di rateizzazione e di acquisto). Ma, se il primo anno, la spesa, alla fine, è uguale a quella di una classe prima tradizionale, sostanzialmente, dagli anni successivi il risparmio cresce in maniera esponenziale.
Come si può immaginare, se sulla carta (ma anche in realtà) è tutto molto figo, molto nuovo (e molto bello), nella pratica dei fatti il lavoro da svolgere è tantissimo. Perché la ‘povna e Hal9000 hanno (con esplicita consapevolezza) spinto la loro scuola a passare dal paleozoico (da loro scuola ci sono insegnanti, e non pochissimi, che ancora fanno doppio click per aprire un collegamento internet, ma c’è anche una cospicua minoranza che non usa regolarmente il cellulare) al terzo millennio in un’unica e kamikaze botta. Nel mezzo ci sono stati, dunque, prevedibili, una serie infinita di imprevisti. Per tacere di tutte le fatiche (formare i colleghi, imparare la nuova didattica, gestire la modalità wifi facendo capire ai ragazzi il vero concetto di informatica) che, invece, avevano messo in conto prima. Complessivamente, sia chiaro, è una faticaccia. Però ne vale la pena, questo è certo. E la ‘povna (che ricorda ancora come oggi il giorno in cui la proposta fu azzardata al collegio, nel generale scetticismo, e lei iniziò a saltare sulla sedia urlando: “Bello, bellissimo, grazie! Io ci sto, ci sono, partecipo, che cosa devo fare?!”) si impegna per cercare di far andare al loro posto gli ingranaggi su ogni fronte. Talvolta, riuscendoci al primo colpo; e talvolta scoprendo, come è giusto, che ci sono un sacco di cose da imparare.
Mercoledì 11 settembre, dunque, quando l’hanno lasciata in pace in classe, la ‘povna ha spiegato tutto questo, a grandi linee (e un po’ più semplici) ai minuscoli esploratori che le si paravano davanti. E si è lanciata insieme a loro oltre le Colonne d’Ercole, preparandosi al gran viaggio in questo sconosciuto mare. Loro sono pronti a rispondere al richiamo (pure troppo), ma in realtà non hanno davvero idea di quello che li attende. Però sono fiduciosi, dotati di una buona volontà e (abbastanza) svegli.
Per questo la ‘povna, dopo averli guardati un po’, avere letto i loro temi e studiato i loro gesti, decide che è tempo, oramai, di battezzarli. Saranno le sue Giovani Marmotte: perché sono tanti, e fanno gruppo; perché guardano a lei come un Gran Mogol esplicito, perché sono pionieri nell’esperimento, e anche curiosi.
Che cosa succederà, nella lunga navigazione, non è dato saperlo. Per ora l’hanno colpita già in diversi (Faline e Babe, per esempio). Ma la ‘povna, ora che li ha chiamati, sa che possono narrativamente esistere. E attende, fiduciosa, la tessitura della trama per le prossime puntate.


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