ésSenza

Da Pamirilla

illustrazione di Charlotte Gastaut

È nata nel giardino del Convento.

Era un grigio mattino d’Inverno cui nessuno aveva fatto caso, era niente di più che il mattino silenzioso e anonimo di un giorno apparentemente senza Sogni.

È nata accanto al sentiero che porta al Paradiso ma si è fermata lì, nel giardino. Danzando tra i rami secchi e le foglie cadute, ha chiamato a voce alta il nome di ogni fiore, sospirato il loro profumo, ha acceso gli occhi immaginando i colori più intensi e sgargianti.
E ha riso allegra per tutto il tempo.

Le Donne l’hanno trovata all’inizio della Primavera che dormiva sotto il tiglio. Aveva un sorriso buffo sulle labbra e addosso profumo di spezie, erbe e qualcosa di indefinibile che faceva irrimediabilmente innamorare di lei. Le Donne l’hanno portata al Convento e nei forni antichi delle Benedettine è esplosa tutta la magia di quella piccola, strana creatura dal sorriso buffo.

Nata in un giorno apparentemente senza Sogni, custodita e cresciuta nella quiete di un lungo Inverno, ora lei danza tra sbuffi di bianche farine, uova calde di gallina e burro di latte buono e invade tutto con il suo profumo e la sua gioia, lei che profuma di spezie ed è fatta di felicità.

Tutti lo sanno che dal giardino di quel Convento inizia il sentiero che porta al Paradiso. Ma, adesso che ésSenza  gioca nei  forni antichi tornati a nuova vita, nessuno vuole andare via, neanche per raggiungere quel posto che dicono Paradiso. Quelli che arrivano  anziché proseguire il cammino si attardano vagando per i viali alberati perché sperano d’incontrarla o almeno avvertirne l’anima nel profumo di un refolo di vento.

Le Donne la guardano e sorridono dello stesso sorriso buffo imparato sul viso di lei e impastano ricette che descrivono i percorsi inauditi del cuore.

Ecco, è nata ésSenza e io, lo dico sinceramente, oggi ho pianto di commozione.

A volte piove, quasi sempre c’è il sole. Non tutte vanno lisce, parecchie cose fanno paura.  Il futuro è incerto ma noi ci crediamo.

Io volerò sopra ogni cosa attaccata ai racconti e alle storie come fossero palloncini e cercherò sulla tastiera le parole che parlano di sogni e di risvegli, di amici persi e ritrovati, amori finiti, amori sbocciati e mille ricette, biscotti bruciati e biscotti rubati e forni parlanti, letti volanti, di tutte le cose raccolte lungo questo  cammino durato un anno ma cominciato molto prima.

Parole di me  e di tutti quei personaggi curiosi che mi girano intorno,  luci e penombre, che non sai mai se sono veri o inventati.

Insomma, mentre starnutisco e caracollo grazie all’immancabile influenza di cambio stagione e il pittore aggiusta i danni del mio fallimentare “fai da te” in camera da letto, mi guardo intorno cercando farfalle: forse sono i fumi del raffreddore o forse una nuova storia da raccontare……….se passate di qui rimanete un pò con me……


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