Magazine Europa

Estación de Atocha, mi amor

Da Chechimadrid

Quello che più mi piace del Distrito de Arganzuela è sta Estación de Atocha, la stazione dei treni.

Estación de Atocha, mi amor

atocha te amo

Nulla può essere paragonato a quella poetica nostalgia che abbraccia le stazioni ferroviarie, al viavai di gente di ogni tipo, ai sinistri negozietti che alla velocità della luce si aprono e si chiudono sulle vie che le circondano.
Vedendola da fuori Atocha è la regina dell’architettura del ferro, presente in altre stazioni di Madrid (Principe Pio, Delicias) e in vari edifici, come il Mercado de San Miguel e il Palacio de Cristal del Retiro.
Siamo nel XIX secolo, la rivoluzione industriale impulsa grandi cambi nella vita, e la vita, ovviamente, si rispecchia nell’arte. Entrano in scena nuovi materiali come il ferro, l’acciaio, il cemento armato e il vetro, che improvvisamente si trasformano nei protagonisti dell’architettura e vengono utilizzati per la costruzione di luoghi funzionali che hanno bisogno di grandi spazi: mercati, biblioteche, ponti, stazioni, etc.
Proprio in questo scenario nel 1851 viene inaugurata la nostra Estación de Atocha, un grandioso edificio di mattoni rossi e ferro, in perenne ristrutturazione (per caso tu, mio caro amico italiano che vuoi venire a vivere a Madrid, sei riuscito a vedere dal vivo la facciata della stazione senza impalcatura?? Io ancora no, solo in foto!).
Con il passar degli anni nacque l’esigenza di ingrandire la stazione e adattarla alle nuove velocità, e nel 1992 si realizzò una profonda trasformazione che “separò” la stazione in due parti.
Da un lato Puerta de Atocha, da dove partono i treni ad alta velocità e medie e lunghe distanze, e poi Atocha-Cercanias, che accoglie i treni del Cercanias, cioè che collegano tutti i comuni della Comunità di Madrid, i treni a breve percorrenza e i treni pesanti, oltre che metro e autobus (roprio in questa parte della stazione l’11 marzo 2004 ci fu il terribile attentato e adesso sorge il monumento dell’11M).
Ma in questa trasformazione cosa ne fu dell’antica Estación de Atocha?
Ed ecco che l’emozione prende forma di un giardino tropicale di 4.000 metri quadri, con più di 7000 piante di circa 260 specie differenti.

Estación de Atocha, mi amor

Il mio giardino preferito

Affacciandosi dalla parte nuova della stazione, da dove partono i treni dell’alta velocità, la vista è mozzafiato.

Estación de Atocha, mi amor

solo a Madrid

Ma avvicinandosi al giardino e osservando il suolo la sorpresa è ancora più grande: una colonia pressoché infinita di tartarughe marine dalla triste storia… pare che anni fa un proprietario di una tartaruga americana vedendo che questa cresceva a dismisura decise di abbandonarla nel giardino tropicale.

Estación de Atocha, mi amor

quante!!!

Dopo di lui altre persone disinteressante ed egoiste pensarono di fare lo stesso, e così tra abbandoni e riproduzioni la stazione si è trasformata in una enorme colonia di testuggini. Sebbene mi entusiasmi guardare le tartarughe, perché sono i miei animali preferiti dopo i cani, devo precisare che quelle della stazione di Atocha non sono coccolate e curate come meriterebbero.
Quindi se vuoi liberare una tartaruga devi darla al veterinario o in adozione a qualcuno, e non liberarla nel giardino di una stazione, mio caro finto amante degli animali!
Cioè io prima pensavo che era bellissimo avere le tartarughe nella stazione e andare a vederle “impilarsi” e poi cadere, ma poi mi sono messa a indagare e gli esperti dicono che queste tartarughe soffrono, anche perché sono tantissime razze diverse costrette a convivere in uno spazio relativamente piccolo

Estación de Atocha, mi amor

ti prego, non guardarmi così!

Quando vai nel districto de Arganzuelas per andare al Reina Sofia o per venire a casa mia non dimenticare di passare a salutare le tartarughe in cattivitá: anche loro hanno un cuore!

Tags: atocha

Category: emozioni


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog