La Madonna del Trasarti, scultura del seicento da cui sgorgano lacrime di sangue a ciclo continuo
Fortaleza dei marmi è una località turistica molto in voga tra gli italiani, si trova in brasile ed facilmente raggiungibile con treno più aereo più traversata oceanica. Il mio viaggio, per motivi di lavoro, inizia ad Orte. Da qui si prende il treno per Roma Fiumicino, alla partenza scopro subito la piccola truffa di trenitalia: un biglietto per Roma costa 5 euro, un biglietto per l’aeroporto (20 km più in là) costa 11 euro. La tipica simpatia italiana che tanto piace ai turisti.
Attraverso la campagna laziale si ammirano posti come la stazione di Collevecchio, un marciapiede in mezzo ad un campo, senza alcuna presenza umana intorno. Piano piano però le case vicino ai binari aumentano, si arriva a Settebagni, sobborgo di Roma nonché soprannome di Giralocchio, tabaccaio di Marsciano famoso per avere una casa con sette toilette. A Fiumicino mi attendono due colleghi, che per riservatezza e privacy chiamerò il Versiliese e il Ricercatore.
I viaggi di lavoro, nel mondo scientifico, vengono chiamati missioni. Il significato non è però legato a motivazioni di evangelizzazione scientifica, le missioni sono intese come avventure tipo quelle inflitte a Paperino da Zio Paperone.
La prima sfida da portare a termine è trovare il taxi per andare da Fiumicino Aeroporto al b&b che ci ospiterà per la notte. Una volta trovato, la seconda sfida è non svenire quando er tassinaro ci dice il prezzo: 20€ per 3 km. Caro Bersani, se li fai fuori tutti passerò sopra al tuo essere uno sporco bastardo democristiano. Il b&b è a Isola Sacra, frazione di Fiumicino, un posto pieno di macchine modificate e puzza di pesce. A cena in pizzeria un cameriere molto gentile ci chiede verso dove siamo diretti:
siamo ricercatori, andiamo a lavorare in brasile
…ambè, avoglia a ricercà laggiù
E’ solo l’ultimo di una lunga serie di commenti allusivi, ogni persona di questo mondo, al sapere che vai in brasile, dirà sempre le stesse parole chiave: beato-te, gnocca (o sinonimo), culo (inteso sia come fortuna che come pericolo), magari-io. La frequenza di queste parole è direttamente proporzionale a quella che viene definita la “collestrada distance”, ovvero quanta fatica prova un individuo a fare un viaggio che superi il curvone di Collestrada.
La sveglia è puntata alle 3.30, l’aereo decolla alle 6. Un oceano di km è in attesa di prendersi un giorno interminabile della mia vita.