Magazine Diario personale

Estate a Fortaleza dei Marmi #2

Da Peolaborghese @mesosbrodleto
Estate a Fortaleza dei Marmi #2

Terrazza di qualità a Fortaleza dei Marmi

Attraversare l’oceano è un’impresa che ogni italiano, da dopo il 1492, ha nel dna.  Al posto delle caravelle oggi si usano gli aerei, ma la difficoltà non è per questo minore. Ad attraversare l’oceano, seppure a mille km orari, ci vuole una vita. Se poi nei monitor dell’aereo mandano solo film in portoghese, o in inglese ma che piacciono ai portoghesi, di vite ce ne vogliono due e mezzo. Chi non crede nella reincarnazione è spacciato. Il viaggio non è neanche sicuro come sembra, io a Fiumicino ho passato il metal detector munito di bottiglietta d’acqua da mezzo litro, regolarmente piena. La prossima volta provo con una bottiglia di vetro.

 A Fortaleza è notte quando arriviamo, a prenderci c’è un professorone dell’università brasiliana. Prima di vedere il prof e Fortaleza, però, c’è da passare il controllo passaporti: non esiste passaporto elettronico, c’è una poliziotta brasiliana che mi guarda male, mi abbaia in portoghese e dopo il terzo “i don’t understand” mi lascia passare. Come scopriremo più tardi, in Brasile alle comodità tecnologiche preferiscono sostituire un umano apposito. Il professore ci carica nella sua super auto, mentre ci spiega che la loro università concede tre mesi di ferie l’anno. Ci sembra di essere in paradiso. Lungo le strade, buie, della periferia ci sono coppiette che si baciano, in mezzo al nulla. Arriviamo in quella che sarà la nostra casa, situata nella zona bene della città. Palazzoni da venti piani, negozi di grido, ristoranti fashion. Al residence Brisa do Mar ci attende il nostro padrone di casa, Peppiniello (nome di fantasia), un italiano partito da una zona disagiata d’Italia meno di dieci anni fa, venuto a Fortaleza a cercare fortuna immobiliare. Fortuna trovata, ovviamente, considerando i duemila euro mensili che gli lasciamo per un appartamento di 80 mq al dodicesimo piano. Prima di consegnare le chiavi, e di pagare in contanti (e in euro), Peppiniello ci fa le raccomandazioni di rito:

 –Non girate mai con troppi soldi addosso, con orologi in vista, borsette, zainetti. Qui non siamo a Pisa che potete camminare col telefonino all’orecchio, qui ve lo scippano.

 E io che pensavo ci dicesse come si apre il gas.

 –E soprattutto mi raccomando ragazzi, in questo condominio abbiamo fatto una scelta di qualità, perciò è vietato portare prostitute…

–bè, ma noi non…

– …se vi trovate la ragazzetta all’università non ci sono problemi, quella si riconosce, però mi raccomando perché qui abbiamo fatto una scelta contro la prostituzione.

 Mentre si allontana insieme al nostro capo spedizione, il Ricercatore, Peppiniello rincara la dose, sottovoce:

 – …tu che sei il più responsabile dei tre, mi raccomando, che loro li vedo giovani, e la carne è debole, e qui insomma è pieno…

Dopo una traversata oceanica e il decalogo di Peppiniello, riusciamo ad andare a letto, ad un’ora non meglio precisata a causa del fuso. La finestra è chiusa ma da fuori arriva casino, musica, traffico e gente che parla urlando. Il Versiliese spegne la luce e commenta amaramente:

 –A gasa mia g’è gli uggellini…



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