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ESTATE ROMANA (2000) di Matteo Garrone

Creato il 04 aprile 2011 da Close2me

estate_romanaIl numero tre rappresenta da sempre la perfezione. In effetti è col suo terzo lavoro – recentemente editato su supporto digitale – che Matteo Garrone raggiunge un eccezionale equilibrio narrativo di forma e sostanza, tra rappresentazione ed evocazione emozionale. Uno stato di grazia che, nei successivi lungometraggi, si confermerà senza tuttavia brillare con la forza presente in Estate romana.
“Salvatore è uno scenografo napoletano che vive in un bell’appartamento a Piazza Vittorio, a Roma. Abita con lui Monica, sua assistente, separata con una bambina. Una mattina ritorna Rossella, la proprietaria della casa, ex attrice che vorrebbe ricominciare a lavorare. Ma la città che la donna si trova di fronte è una città caotica, che a stento riconosce. Anche la gente è cambiata e nessuno può rispondere all’interrogativo che Rossella sempre si pone: Come faccio a non scomparire?
Orgogliosamente lontana dalla Capitale del Colosseo, di Trastevere e S. Pietro, l’opera del talentuoso regista è un omaggio alla Roma di tutti i giorni, eccentrica e multietnica, localizzata per lo più tra gli archi di piazza Vittorio e le calde serate d’Agosto all’ippodromo di Capannelle.
Volti e storie di struggente familiarità, (dis)umanamente sfaccettate ed imperfette, tuttavia innegabilmente “vere”: tutti i personaggi interpretano se stessi col proprio nome di battesimo, testimonianze di realtà che Garrone ben conosce e probabilmente ama tanto che, senza ipocrisia, ne coglie appieno la naturale stravaganza.
Salvatore Sansone non sarà uno scenografo, ma è attore, sceneggiatore ed aiuto regista. Rossella Or la ricordiamo protagonista dello splendido Roma drogata – La polizia non può intervenire (1976) di Lucio Marcaccini. E si continua così, attraverso giochi di rimandi (quasi inside jokes cinematografici) che fanno del terzo lungometraggio del regista un’opera affascinante, insolita, originale ed anomala, accostabile a quell’anarchica libertà espressiva della nouvelle vague Francese, la cui grande forza stava proprio nell’estrapolare emozioni intensissime da storie strutturalmente semplici e lineari.
I successivi lavori dell’autore romano confermeranno l’evidente sensibilità nel raccontare storie di di uomini e donne, spesso confinati ai limiti della normalità (L’imbalsamatore, Primo Amore) o del tollerabile (Gomorra).
Eppure la toccante magia agrodolce di Estate Romana resta tuttora irripetuta.


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