ETF strutturati, opportunità o fregatura elaborata?

Da Robertopesce

Se sei un abituale lettore del blog mi avrai più volte sentito parlare degli ETF come un ottimo strumento per chi vuole gestire il proprio patrimonio o parte di esso in termini di investimenti finanziari.

I motivi per cui personalmente promuovo l’utilizzo degli ETF da parte degli investitori privati “evoluti” — al proposito dei quali ti segnalo gli ULTIMI POSTI DISPONIBILI per il corso “INVESTIRE IN AZIONI E ETF (POSITION TRADING)” che si terrà SABATO PROSSIMO 9 luglio 2011 a Reggio Emilia — sono i seguenti:

  1. Versatilità e flessibilità dello strumento ETF: si possono usare per fare day trading, core trading, position trading, investing etc.
  2. Semplicità di utilizzo: con un solo clic è possibile posizionare il proprio investimento diversificando su un’area geografica più o meno ampia, su un settore merceologico, su uno stile di investimento, sul mondo azionario così come su quello obbligazionario, indirettamente si può investire in immobili o materie prime etc.
  3. Flessibilità operativa: gli ETF operativamente si utilizzano come un’azione per cui li si può acquistare tramite ordini condizionati, si possono consultare i relativi grafici su qualsiasi time frame, si possono inserire gli stop loss etc.
  4. Costi ridotti: le commissioni istituzionali applicate dalla società di gestione che crea, gestisce e commercializza l’ETF sono in media scontate di circa l’80% rispetto agli stessi costi applicati ai classici Fondi Comuni di Investimento

Quando però enumero tutti i vantaggi forniti dagli ETF, occorre precisare che il mio favore va soprattutto agli ETF “classici”, ossia a quelli di prima generazione anche definiti “STANDARD” in quanto contrapposti al gruppo più recentemente costituitosi degli “ETF STRUTTURATI“.

Mentre gli ETF STANDARD sono definiti anche ad “indicizzazione passiva” in quanto costruiti investendo in titoli fisici scelti replicando fedelmente il contenuto di un indice borsistico (es. Dow Jones Industrial Average, Nasdaq 100, FTSE Mib, Nikkei etc.), gli ETF STRUTTURATI sono invece strumenti finanziari decisamente più complessi, sovente costruiti su derivatio comunque elaborati su strategie articolate contenenti opzioni o altre alchimie finanziarie.

Attualmente il segmento “ETF STRUTTURATI” di Borsa Italiana (vedi foto) comprende le seguenti sotto-categorie:

  • ETF SHORT – Sono strumenti finanziari che guadagnano se il segmento di borsa corrispondente si muove a ribassoe che invece perdono se si muove a rialzo
  • ETF A LEVA (sia LONG che SHORT) - Amplificano il corrispondente movimento borsistico, es. se il mercato si muove del + 4%, un “ETF a leva 2″ guadagnerà circa l’8% (circa il doppio del movimento di mercato), va da sè che se il mercato scende del 3%, l’ETF long a leva 2 perderà circa il doppio del movimento ossia circa il 6%
  • ETF OBBLIGAZIONARI SHORT e A LEVA – Come sopra ma costruiti in relazione ai movimenti del mercato obbligazionario invece di quello azionario
  • ETF SU STRATEGIE AZIONI/OPZIONI – Sono le sub-categorieBuywrite – Covered call” e “Protective Put” che cercano di replicare strategie relativamente complesse di combinazioni azioni/opzioni per massimizzare i profitti in talune condizioni di mercato o proteggere capitali investiti long

E’ istintivo comprendere come gli ETF STRUTTURATI siano strumenti decisamente più complicati da comprendere anche per un investitore privato che abbia già delle buone basi di formazione e esperienza sui mercati. Non volendo scendere in dettagli eccessivamente tecnici con questo articolo, faccio comunque notare come la realtà di ciò che avviene all’interno dell’ETF STRUTTURATO sia ancora più complessa ed elaborata di quanto il nome della categoria possa suggerire.

Quando sopra spiegavo che il risultato di un ETF a leva è “circa proporzionale” a quello del mercato e non “esattamente proporzionale” lo faccio ponendo molta attenzione alle parole che sto utilizzando, e lo stesso “circa” potrei utilizzarlo in relazione agli ETF SHORT a causa ad esempio del meccanismo di ricopertura giornaliera che incorporano, dell’utilizzo di un collaterale interno etc.

In sintesi, anche se gli ETF STRUTTURATI hanno i loro buoni motivi di interesse e possono essere utili in certi casi specifici, il mio personale e disinteressato consiglio è quello di starne abbastanza alla larga e di limitarsi ad utilizzare quelli “STANDARD“, molto più immediati e semplici da comprendere.

Si noti anche che per chiunque abbia un minimo di formazione sul trading sia decisamente più semplice operare a ribasso shortando personalmente un ETF STANDARD (ovviamente sempre che la propria banca lo permetta) piuttosto che acquistando un ETF SHORT che, tra l’altro, per il fatto di essere uno strumento più complicato da creare e gestire ha in sè commissioni bancarie più alte di quelle dell’ETF standard

Se poi si vogliono costruire strategie elaborate può anche aver senso farlo ma solo se si possiedono le conoscenze necessarie allo scopo.

Sarò forse un pò malfidato nei confronti di banche ed affini e parecchio “protettivo” nei confronti dei miei lettori e dei miei allievi e clienti ma utilizzare strumenti apparentemente semplici per realizzare obiettivi complessi (e difficili da monitorare) mi sembra una “stortura” si cui non si ha grande bisogno.

Ricorda sempre:

  1. Non investire mai in ciò che non comprendi
  2. Non è lo strumento finanziario che crea il guadagno ma l’abilità di chi lo utilizza!

Ci sentiamo presto, buona settimana!

Roberto Pesce


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