di Edith Wharton
Voto: 8 (su 10)
su aNobii:
Ho messo insieme la storia, tassello per tassello, sulla base dei racconti di varie persone, e, come in genere succede in questi casi, ogni volta era una storia diversa.
[incipit]
Starkfield, Massachussets. Un ingegnere costretto a fermarsi per lavoro in questo sperduto paesino, che d’inverno resta quasi isolato dal mondo, ci parla in prima persona del personaggio più interessante che ha conosciuto in questo villaggio: Ethan Frome. C’è un mistero che circonda l’uomo, la sua tristezza e la sua menomazione fisica. Il narratore tenta di sondarlo chiedendo informazioni agli abitanti del paese, ma la soluzione gli arriva solo quando, in una notte di tempesta, viene ospitato alla fattoria di Frome e può vedere con i suoi occhi il nesso mancante, e ricostruire la storia della tragedia di Frome, avvenuta ventiquattro anni prima.
Ho letto con una certa lentezza la “nota introduttiva dell’autore” fittizio, l’ingegnere che funge da narratore e ci
introduce la figura di Ethan Frome. Più leggevo, però, più si accresceva la curiosità per questo personaggio così poco affascinante, eppure con un’aura di mistero davvero intrigante! Le ultime frasi di questa introduzione mi hanno definitivamente conquistata: Frome pestò i piedi sulla consunta tela cerata per scuotersi via la neve dagli stivali, e posò la lanterna su una sedia da cucina, unico arredo dell’atrio. poi aprì la porta.
«Entrate», disse; e mentre parlava, la voce monotona cessò…
Fu quella notte che scoprii il nesso mancante nella vicenda di Ethan Frome, e cominciai a mettere insieme questa storia…
Inizia così la storia vera e propria, raccontata, questa, in terza persona, ma dal punto di vista di Frome. Il suo passato, e quello che era il suo presente nel periodo immediatamente precedente l’incidente.
E’ una storia, si può dire, d’amore, quello di Ethan per la giovane cugina della moglie. Mi ha colpito questo amore fatto di sguardi e allusioni, vissuto per mesi senza mai neanche sfiorarsi, né dirsi nulla. Non è il mio genere, solitamente, soprattutto quando si tratta di un amore adultero, ma l’innocenza e la sofferenza di questi due personaggi mi ha fatto amare molto questa tenue storia, dal finale così drammatico. Due vite, quella di Ethan e quella dell’amata Mattie, rovinate per sempre. A parte, l’ultimo, il disperato tentativo di suicidio, è una storia priva di gesti eclatanti, fatta di momenti, di sogni, di ricordi.
Insomma, mi è piaciuto molto questo libro, e devo dire che è stata una sorpresa, perché quando ho capito dove la storia stava portando, credevo mi avrebbe deluso, ma per fortuna non è andata così!
Dammi 3 parole
Povero, sfortunato EthanInformazioni sul libro
Ho deciso di leggerlo dopo averne sentito parlare QUI.
Partecipa a La Sfida infinita (o quasi)… terza edizione!, Dammi 3 Parole e La sfida a tema! Terza edizione.
Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da Eowyn127.
Titolo originale: Ethan Frome
Anno: 1911
Casa Editrice: Newton
traduzione di Lucio Angelini
pagine: 96
Ethan Frome su aNobii
Un po’ di frasi
E io dico che, se Mattie fosse morta, Ethan avrebbe potuto vivere; invece, se penso a come son ridotti adesso, non mi pare che ci sia molta differenza tra i Frome su alla fattoria e i Frome giù al camposanto; eccetto che, là in basso, stanno tutti in pace, e le donne devono tenere a freno la lingua.
La signore Hale
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