Magazine Arte

Ettore Bonessio di Terzet ⁞ Preparazione.Prologo

Creato il 14 novembre 2015 da Vsgaudio @vuessegaudio
Ettore Bonessio di Terzet ⁞ Preparazione.PrologoPreparazione Disporre le carte e le mappe,i fogli stradali accanto e le penneper segnare di nero le colorate stradee non perdere di vista le lateralitàdove sorgono cattedrali non visitategrumi di paesaggi fantasticati come belli,leggere le didascalie di ogni foglio turistico,di ogni centimetrato album per non perdersiniente e nulla delle cose da vedere se il viaggiorimarrà quello progettato, se il progettonon muterà in corso d'opera.Accanto ai canali e ai fiumi blule autostrade rosse attraversanoluoghi i più sognati e pensatinelle fantasie di una lettura,nei rimandi di servizi fotograficieludendo dal costruendo andarei luoghi comuni delle masse agostane,scartando ogni comunicazione falsificataper la ripetizione estiva e natalizia,ogni possibile passaggio per spaziche non abbiano rimandi alla nostra culturae non siano possibilità di riempimento,anche una casa rotta ma all'internodello spirito della terra e del cielo nostria soddisfare la voglia di vivere in primapersona quello che abbiamo godutocon l'intelligenza della memoria e conl'abbandono del sogno, prefigurazioni chesentiamo rinascere quando solo le nominiamo.
 Prologo
 La preparazione dell'occorrente èla verità di quello che andremmo a vederein carne ed ossa, vero nella mente eda sempre concreto.Inciamperemonelle varie stoffe a rigoni constelle verdi e trapezi blu,tra le scarpe basse e leggeresenza lacci un poco sformatee comode,tra le spazzole per lucidaree i pannosoffici caramellosi,tra le calze e i calzini che tropponon devono costringere il piede,tra i calzettoni di lana confortantie i lacci di ricambio.Nella sacca verde e nella valigia,doppia valigia blu,cominciamo ad impilare senza modestiale maglie i maglioni ben riposti,le camicie con la maniche corte:due con i polsini e i sottili gemelli.   .   . questa giacca che sta bene con questi calzonicome se dovessi partecipare a feste non so quali .  .   .ancora biancheria con i sacchetti per il ricambio,alcuni foulard per riparare il collo dal ventoo nascondere le prime pieghe sotto il mento?berretti e cappelli quanto basta per non prendere freddoper nascondere al sole i capelli tagliati cortissimi,orologio, sveglia, carta, tanta carta con matite e pennealbum per notazioni che andranno perdutesotto il segno di ogni giornata,macchine fotografiche e una borsata di rulliniper fermare quello che l'occhio ela mente hanno già veduto e quelloche l'intelligenza dimenticherà velocemente.Poco manca alla conclusione del rito preparatoriomesso in cantiere alcuni giorni prima per abituarsialla novità non per entrare nello spirito del viaggioche ancora non viene pensato e la testa allontanacon ogni possibile scusa.. . . La preparazione iniziata si concludequasi sempre con una dimenticanza chequalche cosa vorrà pur dire senza scomodaregrandi nomi del profondo, se non altroche non tutta era presente la memoriae altro sotterraneamente si pensava o si voleva;mentre ci si dava da fare con apparente facilitàda qualche altra parte stava il pensieroforse là dove non si deve andarelà dove si può rimanere senza affannarsi   .   .E poi uscire di casa e guardarecon gioia e rammaricoal curato giardino raccolto nel freddocon strani fiori quasi margheriteche ricolmano un vaso di terracotta,un vascone dove dalie e garofaninisi accalcano facendosi largo tragli ultimi spazi lasciati liberidal rampicante rigogliosissimoe un cespuglio di rose dal nome dimenticatoda sempre là a sbocciare fioritra il giallo e il rosa con triangolari spine.La lavanda si è distesa con molto profumoe fa a gara con i giacinti a raggiungereil posto dei narcisi che stentano un poco,foglie verdi e un biancospino altoa sinistra uscendo dal portoncino attendonoil sole del mattino per ristorarsi,memori nelle giornate di luglio dell'acquache a pozze si formava ad ogni innaffiata.Dal giardino passare all'ascoltodei suoni del quartiere, delle strade commiste,delle piazze ripiene di auto, dei negozinel loro tentativo goffo di bellezza,nelle sconnessioni dei marciapiedi,nella prospettiva che chiude al maree ricorda l'impero di Magritteaiutato dalla bassa luce stradaleinfiammata ad ondate dai fari delle motoche rombano via come aeroplanilungo la discesa che ricorda quelledella costa centrale della California,in fondo una parata di luci comeinsegne luminose ininterrotte nel lorocangiare di colori e luminescenze.Preparazionee Prologo sono contenuti nella parte “Antefatti” (1997) di  Ettore Bonessio di TerzetSPLENDORE DEL VENTO. Il Viaggio(fr. 2006) │&pingapaArtArtePoesia2015 on Issuu

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog