In un mio precedente articolo avevo avuto modo e piacere di presentare la casa editrice Settenove, specializzata nella pubblicazione di albi illustrati per l’infanzia che affrontino la tematica del superamento dello stereotipo di genere, in tutte le sue varie manifestazioni.
Nobile intento volto a promuovere un’educazione paritaria, a incoraggiare modelli positivi di collaborazione e rispetto tra i sessi, a prevenire bullismi, discriminazioni e violenze, a formare adulti più aperti, liberi e maggiormente in grado di dividere equamente compiti e responsabilità.
L’esperienza purtroppo mi insegna che non sempre a giusti e sacrosanti propositi corrispondono altrettanti riusciti risultati, soprattutto là dove, come nella letteratura rivolta all’infanzia, sono sempre in agguato pedagogismi e didascalismi, i quali, invece di veicolare positivamente il messaggio, rischiano di appesantirlo e renderlo indigesto.
Per fortuna non è questo il caso della casa editrice Settenove che può vantare, al contrario, una selezione accurata di libri internazionali che, oltre a rispondere perfettamente alla linea editoriale, sono anche curati nel testo e nelle illustrazioni, piacevoli, divertenti, portatori di belle storie e, soprattutto, non cadono mai nel mero intento educativo.
Così è sicuramente per “Ettore. L’uomo straordinariamente forte” di Magali Le Huche, albo di natali francesi che già dalla copertina rivela la sua natura di lavoro, allo stesso tempo, brioso, ironico e raffinato.
Un racconto freschissimo, garbato e spassoso, esemplare quasi, per raccontare ai bambini, strappando loro un sorriso, quanto sciocco, ottuso e superficiale possa essere l’affidarsi ai pregiudizi di genere, quanta cattiveria e povertà d’animo ci possano essere nell’usare gli stessi per infamare e come, alla fine, con buon senso ed apertura mentale, possano trionfare la collaborazione e l’amore.
In un circo, si sa, ci devono essere le attrazioni. E che attrazioni sarebbero se non fossero assolutamente straordinarie? Ecco così che presso il circo, appunto, straordinario, si posso ammirare essere umani eccezionalmente fuori dalle righe.
Grandi trapezisti, clown, domatori, signori piccini picciò, ballerine aggraziatissime e tanto altro.
E tra tutti Ettore, l’uomo straordinariamente forte.
Quale miglior simbolo di mascolina prestanza? Praticamente una definizione di genere vivente!
Se non fosse che – per fortuna! – il nostro buon Ettore ha un segreto. Che debba mantenersi segreto, il suo, va da sé considerando quanto nel mondo siano in vigore i preconcetti…
L’uomo straordinariamente forte, infatti, nel tempo libero ama dedicarsi al…lavoro a maglia!Ferri, che sian due o uncinetto, cotone o angora, punto a croce o spinato per ricavare coperte, calzette, braghe, centrotavola, cappellini e cappelloni e…il prodotto più importante e raffinato, quello che Ettore sta confezionando come dono per la sua amata Leopoldina, la ballerina straordinariamente soave.
Sì perché i due, l’uno grande grosso e forzuto l’altra sottile agile e delicata, sono una bella coppietta innamorata: lui solleva pachidermi per lei, lei danza sulle punte per lui.
Ma la felicità – ahimè – porta invidia. Ed è così che due bruti domatori, di leopardi e di leoni, cominciano a non sopportare più il successo del forte collega.
Sovente coloro che si divertono a fare i bulli, a mettere i bastoni fra le ruote della serenità altrui, sono i più mancanti, coloro che, non trovando soddisfazione nelle proprie vite, devono necessariamente, per calmare quella morsa interiore che non dà loro pace, prendersela con gli altri.
Copione noto e quindi accade che Gedeone e Leonardo, dopo una sfida non raccolta dal pacifico, benchè poderoso, Ettore, sospettino un qualche mistero e decidano di indagare avvicinandosi nottetempo alla ruolotte del collega.
E qui purtroppo scoprono il misterioso hobby, di per sé innocuo e creativo ma – chissà poi perché – ghiotto per le malelingue.
Il povero Ettore svegliandosi al mattino e recandosi, come al solito, al lavoro avrà un’amara sopresa…
Ma per fortuna ci pensa il destino a sistemare le cose! Sotto forma di una gran tempesta di vento che spazza via tutto quanto sia in grado di volare, dal tendone del circo ai…vestiti di tutti gli artisti!
Esilaranti le ultime tavole, nelle quali lo staff circense al completo, nudo come l’ha fatto mamma, non avrà altra risorsa che chiedere aiuto al talentuoso uomo forzuto per dare a tutti lezioni di lavoro a maglia e ricostituire così guardaroba e copertura per l’attività.
E i due invidiosi e maligni domatori? Di certo non avranno il felice finale di tutti gli altri…
Un albo spassoso e intelligente, limpido nel suo significato ma affatto didascalico, portatore di una storia fresca ed originale.
Oltre a scardinare e a mostrare la stupidità dei pregiudizi di genere – secondo i quali esistono attività da uomo e attività da donna, la forza non entra in sintonia con la dolcezza e gli interessi di un ragazzo devono rispondere a precisi requisiti di mascolinità per essere socialmente accettati – evidenzia anche la debolezza dei bulli e di chi si prende gioco degli altri basandosi su discriminazioni e preconcetti.
Questi soggetti infatti, invece di guardare all’essenza altrui, rimirano soltanto la propria mancanza e cercano di colmarla, non con l’impegno e la costruzione di sé, bensì col vilipendio e l’offesa.
Ho molto apprezzato anche il passaggio in cui Ettore rifiuta di accettare la provocazione, a significare che chi è sereno, sicuro di sé e delle proprie scelte risulta appagato e non bisognoso di dimostrare alcunché con la violenza.
Deliziosa la narrazione per immagini che si avvale di tavole divertenti ed espressive, mosse e aggraziate.
Pochi i colori, tutti sui toni caldi del rosa-rosso-marrone a dare un’impronta quasi anticata alle figure, rapidi i tratti a dipingere personaggi vivaci e animati.
L’insieme risulta brioso, ben costruito, con una punta di raffinatezza che impreziosisce e molto piacevole da osservare nei misurati, ma ben spesi, dettagli.
(età consigliata: dai 4 anni)
Se il libro ti piace, compralo qui: Ettore. L’uomo straordinariamente forte