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Eugenio Scalfari: l’amore, la sfida, il destino

Creato il 23 gennaio 2014 da Alessiamalachiti @amalachiti

Eugenio Scalfari: l’amore, la sfida, il destino. Le domande di un laico alla ricerca del senso della vita

Qual è il senso? Perché nasciamo, perché viviamo seguendo il nostro percorso, una via possibile imposta da un destino senza nome e senza volto? Le domande più importanti albergano nella mente di ogni essere vivente, qualunque sia il suo credo religioso, mistico, filosofico o metafisico. Perché il senso ha un’unica matrice: la passione, motore vitale di ogni esistenza. Scalfari propone una visione “laica” del suo personale senso della vita: al tavolo dove si gioca la nostra sorte siedono Eros, signore dei desideri; Narciso, simbolo dell’amore che ciascuno ha verso se stesso; il Destino, la fatalità contro cui niente possiamo; Edipo, la trasgressione e infine la Morte, al nostro fianco da sempre. Attraverso un percorso filosofico e mitico dove ogni domanda sembra trovare la sua giusta collocazione nel mosaico dell’esperienza guidata dall’Io, l’autore mette a nudo il suo pensiero, senza remore, senza finzione, perché è inutile mentire di fronte al proprio destino. E nel continuo parallelismo tra filosofia e religione dove in fondo tutto è uguale anche se le identità cambiano, si scopre il senso di ogni cosa: l’amore che non trascende la vita perché è immanente alla vita stessa. È Eros che ce lo dona, “l’amore per un’anima che ti conforta, un corpo che vuoi possedere, la cupidigia del comando, il fascino della seduzione, la malinconia dell’abbandono. E l’addio alla vita che è l’estremo atto d’amore di Eros quando ti chiude gli occhi e ti abbandona solo dopo il tuo ultimo respiro.

Concludendo un percorso cominciato nel 1994 con Incontro con Io e proseguito fino a L’uomo che non credeva in Dio, Per l’alto mare aperto e Scuote l’anima mia Eros, Eugenio Scalfari mette al centro della sua riflessione la partita della vita in un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta di sé e dell’altro.


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