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Euribor ai minimi storici

Da Rubefox

Euribor ai minimi storiciEuribor ai minimi storici: come cambia il mutuo. La grande liquidità di liquidità della Banca Centrale europea, ha cominciato a manifestare gli effetti e i tassi Euribor si sono subito ridotti fino a tornare a due anni fa, ai minimi storici.

La scadenza a un mese è scesa allo 0,46% e quella a 3 mesi allo 0,86%. Se pensiamo solo a nove mesi fa , entrambi i tassi, che si utilizzano per definire le rate dei mutui variabili, erano sopra l’ 1%.

Oggi invece la situazione è totalmente opposta e le mosse di Francoforte funzionano da ossigeno per le famiglie che hanno deciso per una rata di un prestito variabile. Il beneficio però varia, a seconda della durata residua e dal meccanismo di indicizzazione. Si può però calcolare un risparmio medio attorno al 5% rispetto all’estate scorsa. Un esempio: per un mutuo ventennale da 100 mila euro si pagava 538 euro a luglio, ora invece si versano 510 euro. 

La Bce non si fermerà qui, perché se comunque non arriveranno nuovi tagli dei tassi dall’Eurotower, l’effetto liquidità aiuterà a rallentare ancora l’ Euribor.

Si prevede, inoltre, un’ulteriore discesa per il tasso a 3 mesi fino allo 0,7% di settembre e quando la situazione in Europa si sarà assestata, un graduale recupero che potrebbe assicurare rate leggere  ancora per diversi anni agli italiani.

La situazione non è troppo rosea nemmeno sulle nuove stipule, in banca ad oggi i tassi non si sono ridotti, anzi. Se la scorsa estate si versava 530 euro al mese per ogni 100mila euro chiesti a prestito, oggi servono almeno 594 euro. Siamo di fronte a un rincaro del 12%, che diventa superiore al 16% quando si parla di un prestito a rata fissa.

La crisi finanziaria ha favorito il calo dei tassi di base (Euribor e Irs), ma ha provocato anche l’impennata degli spread.

Si è però discusso molto sulle cause di quest’ ultimo fenomeno. Sicuramente tutti si rendono conto degli effetti perché lo spread medio praticato per le offerte sul web è triplicato nel giro di pochi mesi: dall’1,3% dello scorso giugno,  fino al 3,6% di febbraio, un’ascesa inarrestabile.

Qualche novità, però ci sarebbe. Il flusso di denaro distribuito dalla Bce ha alleggerito le difficoltà di finanziamento delle banche italiane e gli effetti iniziano pian piano a farsi vedere anche sugli spread: alcune banche hanno iniziato a fare marcia indietro, altre hanno quantomeno arrestato l’avanzata dei tassi. Nei prossimi mesi vedremo se gli italiani potranno accendere mutui a prezzi competitivi.

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