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Eurointegrazione, Kosovo e cooperazione: le priorità della politica estera serba

Creato il 27 maggio 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Eurointegrazione, Kosovo e cooperazione: le priorità della politica estera serba

S.E. Ana Hrustanovic, Ambasciatrice della Repubblica di Serbia in Italia, ha una profonda conoscenza del nostro paese. Dottoressa in Lingua e letteratura italiane, ha studiato a Perugia e Roma e da sei anni serve nell’Ambasciata di Belgrado a Roma, di cui è a capo a partire dal 2011. Di seguito pubblichiamo il testo del suo intervento al convegno IsAG-MiSE “Serbia: l’opportunità è vicina”, svoltosi il 14 maggio scorso (clicca qui per resoconto, foto e testi degli altri interventi).

 
Egregi signore e signori,

innanzitutto vorrei ringraziare il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) che ci hanno proposto di organizzare questo convegno e chi ci hanno onorati con il fato di essere il primo paese che aprirà il ciclo di seminari Business Intelligence 2013. In particolare, vorrei salutare il Direttore Generale del MISE Pietro Celi, il Presidente dell’ISAG Tiberio Graziani, il Ministro Plenipotenziario Carlo lo Cascio del Ministero degli Affari Esteri, il Professore Roberto Valle dell’Università La Sapienza di Roma e tutti coloro che hanno lavorato e che si sono spesi per la buona riuscita dell’evento. Un particolare saluto è naturalmente rivolto al mio caro colega Giuseppe Manzo che fra un po’ subentrerà nel ruolo dell’Ambasciatore d’Italia a Belgrado. Infine – ma non in ordine di importanza quanto per i motivi protocollari – vorrei ringraziare anche tutti voi che siete venuti ad assistere a quest’evento durante il quale cercheremo di presentarvi in modo sintetico il nostro Paese e le oportunità che esso offre.

Oggigiorno è chiaro che le priorità politiche ed economiche della maggior parte dei paesi dell’ex Jugoslavia coincidono in diversi segmenti, che sono innanzitutto: le eurointegrazioni, i rapporti di buon vicinato, la cooperazione regionale nonché la promozione dell’industria nazionale e della totalità della propria identità nel mondo. In questo processo – com’è il caso degli altri paesi dei Balcani Occidentali – le istituzioni della Repubblica di Serbia hanno subìto il processo della trasformazione nonché delle riforme necessarie ai fini dell’allineamento alle nuove realtà e sfide internazionali. Nonostante il grande progresso realizzato nei tentativi di stabilizzare a lungo termine la regione dei Balcani Occidentali, tuttora stiamo affrontando delle complesse sfide le quali minacciano di far crollare i risultati raggiunti ad oggi e di mettere a repentaglio i processi di integrazione già avviati.

Da un punto di vista generale, l’attuale politica estera della Repubblica di Serbia è condizionata dalle circostanze economiche nonché dalle sfide legate alla sicurezza, sia nella regione sia in senso lato. La Repubblica di Serbia ha priorità di politica estera ben definite, le quali rispecchiano – si può dire in generale – anche le reali necessità della regione, e sono: un ulteriore avvicinamento della Repubblica di Serbia all’ingresso nell’UE, l’inizio del negoziato sull’ingresso, la salvaguardia degli interessi vitali della Repubblica di Serbia in Kosovo e Metohija, la cooperazione regionale, la riappacificazione all’interno della regione e la soluzione dei conflitti, e infine l’ottimizzazione della cooperazione economica. Senz’altro la priorità di maggior rilievo è l’eurointegrazione e la preservazione degli interessi vitali in Kosovo e Metohija.

L’obiettivo assoluto della Repubblica di Serbia è il raggiungimento degli standard europei, adempiendo ai criteri di Copenhagen, a prescindere da quando l’UE raggiungerà il quorum necessario per i successivi passi formali nel processo dell’allargamento, compresa la stessa questione dell’integrazione della Repubblica di Serbia. Il fatto che la Repubblica di Serbia – nell’applicare le riforme necessarie in diversi campi e nell’allineamento della propria legislazione con la legislazione dell’UE – ha raggiunto risultati significativi è un fatto riconosciuto dalla stragrande maggioranza dei paesi membri dell’UE. Ne consegue anche il fatto che la Serbia – nonostante le sfide in atto – è riuscita a ottenere lo status di paese candidato facendo in tale maniera un ulteriore passo avanti nel processo delle eurointegrazioni.

Relativamente alla soluzione della questione inerente al Kosovo e Metohija, la Repubblica di Serbia è intenzionata – com’è stato il caso fino a oggi – a impegnarsi attivamente nella salvaguardia dei propri legittimi interessi e nell’individuazione della soluzione a lungo termine attraverso il diaologo. La Repubblica di Serbia ha dovuto affrontare più volte delle grandi sfide causate dal tentativo delle istituzioni provvisorie di Pristina di modificare la situazione in loco, cosa che ha messo a repentaglio la sicurezza dell’intera regione. Ciò nonostante, la Repubblica di Serbia ha continuato ad agire in modo costruttivo, attraverso il dialogo, impegnandosi per una veloce applicazione degli accordi raggiunti, chiedendo al contempo, in modo legittimo, che venissero rispettate le leggi internazionali. L’interesse politico e la buona volontà del Governo della Repubblica di Serbia hanno fatto sì che il negoziato già avviato proseguisse e che il dialogo si realizzasse a un livello superiore, politico. La Repubblica di Serbia ha accettato il dialogo in buona fede con il palese desiderio di trovare la soluzione di importanza vitale per i cittadini del Kosovo e Metohija. Dopo diverse tappe del difficile negoziato sotto l’egida dell’UE, Belgrado e Pristina hanno – il 19 aprile u.s.  – raggiunto un accordo congiunto il quale rappresenta la base per una – più che necesaria – normalizzazione dei rapporti e il proseguimento delle eurointegrazioni. Vista l’importanza del compromesso per entrambe le parti, la Repubblica di Serbia è disposta ad impegnarsi pienamente affinché si proceda con l’implementazione del detto Accordo aprendo in questa maniera la strada verso una definitiva stabilizzazione della situazione.

La cooperazione regionale è un’altra delle priorità di politica estera della Serbia. La Serbia presta molta attenzione allo sviluppo della cooperazione tra i paesi della regione, in quanto base per preservare e migliorare la stabilità, alla promozione di una totale cooperazione tra i paesi vicini nonché all’integrazione di questa parte dell’Europa all’UE. La Repubblica di Serbia è dell’avviso che la cooperazione regionale contribuisca all’approfondimento e alla promozione dei rapporti bilaterali tra i paesi membri, acceleri i processi di eurointegrazione all’interno della Regione del Sudest Europeo e crei i presupposti per la crescita economica e per il miglioramento del tenore di vita. Il dialogo regionale ha una dimensione di grande rilievo, soprattutto tenendo presente “l’eredità del passato”, ma anche molteplici impatti negativi della crisi economica mondiale sulle economie dei paesi del Sudest Europeo. Alla luce di quanto detto sopra, sottolinerei anche il supporto della Repubblica di Serbia alla creazione di una Macroregione Adriatico-Ionica, progetto importante anche per l’Italia, uno degli ideatori del progetto, nato dall’impegno congiunto dei paesi membri dell’Iniziativa Adriatico-Ionica per la promozione dei valori di cooperazione e integrazione regionale.

La Serbia, essendo un paese dove storicamente si incrociano diverse culture, interessi strategici e geopolitici, ha scelto la strada della neutralità militare. Le attività di maggior rilievo della Repubblica di Serbia relative alla politica di sicurezza vanno in direzione della cooperazione con l’UE nel campo della politica comune di sicurezza e difesa dell’UE, della cooperazione all’interno del programma della NATO “Partenariato per la pace”, nonché della cooperazione all’interno dell’ONU, dell’OSCE, dei forum internazionali e delle iniziative inerenti al disarmo, alla non proliferazione e al controllo dell’armamento. Anche in quanto paese neutrale, la Repubblica di Serbia è a favore dell’ottimizzazione della cooperazione e dell’azione congiunta con i paesi membri della NATO e con gli altri paesi partner nella costruzione di una sicurezza globale, regionale e nazionale. La Repubblica di Serbia, in quanto paese membro del Partenariato per la Pace, è disposta ad assumere una parte della responsabilità per una pace stabile e costante nella regione, a partecipare alle operazioni di pace dietro il mandato dell’ONU, e a raggiungere l’interoperabilità delle forze armate con le forze dei paesi membri della NATO. Con il suo impegno nelle attività relative alla sicurezza europea e alla politica di difesa e con la partecipazione al Partenariato per la Pace, la Repubblica di Serbia rafforza la propria sicurezza contribuendo, tramite il dialogo e la cooperazione, alla pace e alla stabilità nella regione, al rafforzamento dei rapporti di buon vicinato e alla soluzione di tutte le questioni aperte per vie pacifiche.

L’ottimizzazione della cooperazione economica con i paesi dell’UE nonché con gli altri paesi, e il tentativo di attirare investimenti esteri, rappresentano un elemento importante nel processo di rafforzamento della posizione internazionale della Repubblica di Serbia. La Repubblica di Serbia, in quanto paese in transizione, ritiene gli investimenti esteri una fonte rilevante di sviluppo industriale, di modernizzazione, di crescita della produzione, di esportazione, di occupazione e via dicendo. I vantaggi che offre la Repubblica di Serbia, la sua posizione geografica e gli indubbi potenziali di investimento, sono stati riconosciuti da parte dei partner internazionali e oggi rappresentano uno dei cardini dello sviluppo economico. Vorrei sottolineare soprattutto i contratti sul libero scambio commerciale i quali la Repubblica di Serbia aveva stipulato con i paesi della CEFTA e dell’EFTA, con la Russia, la Belorussia, la Turchia, il Kazakistan. La Repubblica di Serbia partecipa al progetto del gasdotto South Stream, molto importante dal punto di vista della sicurezza energetica europea. Inoltre, ultimamente alcuni paesi dell’Asia e alcuni paesi arabi si dichiarano sempre più interessati agli investimenti nella Repubblica di Serbia. Con paesi quali la Cina, gli Emirati Arabi Uniti e l’Azerbaijan, la Repubblica di Serbia ha concordato diversi progetti importanti e ha stipulato accordi in diversi campi.

Il quadro sopraddescritto non sarebbe certamente completo se non mi soffermassi sull’importanza e sulla solidità dei rapporti bilaterali tra la Repubblica di Serbia e l’Italia. L’esistenza dei rapporti diplomatici che risale a più di 130 anni fa è stata coronata, nel 2009, con la firma del partenariato strategico tra i due Governi. A marzo 2012 si è tenuto anche il secondo vertice, che ha confermato il livello straordinario dei rapporti e della base creatasi per nuovi tipi di cooperazione. Il Governo della Serbia vede nell’Italia uno dei piu grandi amici e partner nell’UE. L’Italia é uno dei migliori sostenitori della Serbia nell’UE. Nonostante abbia riconosciuto l’indipendenza del “Kosovo”, l’Italia ha sempre dimostrato grande comprensione per la posizione della Repubblica di Serbia al riguardo.

Un’importanza particolare, all’interno dei rapporti bilaterali, assume anche la loro dimensione economica. La Repubblica Italiana è uno dei maggiori partner commerciali della Repubblica di Serbia. Nonostante la crisi economico-finanziaria, la cooperazione tra i due paesi non dimostra segni di affievolamento. Siamo tuttora testimoni del grande interesse delle aziende italiane per gli investimenti e per lo sviluppo della cooperazione lavorativa con la Repubblica di Serbia. La prova di forza dei nostri rapporti economici è anche il fatto che al momento nella Repubblica di Serbia operano più di 500 aziende italiane, in cui lavorano 20.000 persone, nonché la presenza di aziende rinomate quali la Fiat, la Benetton,etc. Infine, vorrei esporre anche alcune riflessioni riguardanti la collaborazione culturale tra i nostri Paesi. Anche in questo settore nel passato la cultura serba è sempre stata fortamente influenzata dalla cultura italiana e molti artisti di provenienza italiana in vari modi hanno contribuito allo sviluppo culturale dello Stato serbo. L’intreccio della cultura latina con la cultura serba – avvenuta per la prima volta nel sesto secolo, nei tempi delle migrazioni delle tribù slave – ha lasciato diverse tracce sul territorio della Serbia. Del resto, non poteva succedere diversamente se consideriamo che 17 imperatori romani nacquero nel territorio dell’attuale Serbia, e tra loro anche Costantino il Grande. Quest’anno insieme con l’Italia e tutto il mondo cristiano celebriamo il 1700° anniversario dell’Editto di Milano con il quale Costantino riconobbe la fede cristiana come la fede ufficiale dell’Impero Romano.

Egregi Signori: alla luce dell’attuale incertezza, di tipo economico e di sicurezza, la regione dei Balcani Occidentali – come anche la Repubblica di Serbia in quanto sua parte integrante – marciano piano ma decisamente verso l’UE. Le sfide di oggi richiedono una forte dedizione di tutte le parti coinvolte alla promozione dei valori comuni quali la democrazia, la riappacificazione e l’integrazione. In queste circostanze, la Repubblica di Serbia è pronta a dare il suo contributo e a impegnarsi al massimo per il consolidamento e per il miglioramento della situazione nella regione dei Balcani Occidentali.


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