“Scrivere sulle schede un NO grande e ben visibile con la quale la scheda viene annullata”: è l’idea ‘estrema’ per le elezioni europee che il direttore del Quotidiano di Sicilia ha esposto qualche giorno fa ai suoi lettori. “Un NO ai partiti che non si rinnovano, un NO ad un inutile movimento di protesta quale è quello del Comico genovese, un NO all’astensionismo che depaupera il diritto democratico al voto”. Carlo Alberto Tregua si rivolge esclusivamente agli elettori siciliani e non ce l’ha con l’Europa: quel NO deve essere un segnale inequivocabile contro “il ceto politico inconcludente che sta governando la Sicilia” e che va cacciato, così come va abrogato lo Statuto speciale, “lo Statuto dei privilegiati”. Questa “campagna del NO”, sottolinea il QdS, è l’unica via “per cambiare”, e dovrebbe essere sostenuta da quella parte della classe dirigente che non sta al potere solo per ‘ingrassare’.
A noi sembra un’idea forte, un utilizzo non rinunciatario della scheda bianca (che poi si presta agli accordi al seggio) o di quella nulla (i NO ‘parlano’ – anzi urlano – anche se vengono conteggiati come ‘nulle’). C’è comunque la visibilità dell’intenzione, della protesta: NO, basta!, non ne possiamo più di voi che ci rubate ogni speranza! Un segnale di volontà per un “Risorgimento Sicilia”, una premessa e non le solite promesse elettorali. L’Europa capirà. Anche l’Italia, forse.
Gian Paolo Vitale