TECNICA (Stadio Ha Moshava, Petah Tikva). Tira una brutta aria per gli azzurrini di Devis Mangia in quel di Petah Tikva e lo si capisce durante il riscaldamento quando Lorenzo Insigne si ferma e si tocca la caviglia infortunata che l’ha costretto ad un recupero record. Il trequartista del Napoli stringe i denti e sarà della partita contro gli unici freschi olandesi dopo il gigantesco turnover scelto dai tulipani per l’ultima partita del girone contro la Spagna.
E’ una buona squadra quella olandese, forse non ha grosse individualità ma è messa benissimo in campo, fa del possesso di palla il suo marchio di fabbrica e lascia pochissimi spazi. Il risultato è che gli azzurrini sono costretti a giocare di rimessa e nel primo tempo, pur non subendo particolari pericoli, vedono la porta solo in un paio di occasioni nella quali in occasione di una ripartenza Ciro Immobile prima e Borini poi sfruttano la loro velocità ma difettano nella conclusione, in entrambi i casi da posizione defilata.
E’ partita da coltello tra i denti, agonismo a mille, bulloni affilati. Nel secondo tempo l’Italia esce alla distanza e trova i suoi momenti migliori quando Ciro Immobile lascia il posto a Manolo Gabbiadini. Tra cartellini gialli sventolati, giustamente, a destra e manca, si arriva al fulmine intorno alla mezz’ora della ripresa: sul vertice sinistro dell’area olandese, Insigne dribbla e mette un pallone al centro per Borini che seppure con un macchinoso controllo riesce a liberarsi al tiro in mezzo alla difesa arancione, un diagonale e il portiere Zoet è superato. Il centravanti del Liverpool segna la rete che porta l’Italia in finale. L’ultimo quarto d’ora è un assalto veemente degli olandesi con Bardi che si trasforma in un muro a difesa dell’atto conclusivo che si avvicina minuto dopo minuto.
Sarà la Spagna l’avversaria nella finale di martedì a Gerusalemme; i campioni in carica hanno sconfitto 3-0 la Norvegia, con reti di Rodrigo (46′ pt), Isco (42′ st) e Morata (48′ st), nella prima semifinale giocata nel pomeriggio a Netanya.