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Eurovolley 2013: Russia troppo forte, argento per l’Italia

Creato il 30 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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DrabikPany / Foter / CC BY

Si infrange contro il muro della Russia il sogno della Nazionale Italiana di pallavolo di mettere in bacheca il suo settimo oro nella massima competizione continentale. Troppo forte la squadra guidata da Alekno, che si impone sugli azzurri con un 3-1 che rispecchia i valori in campo.

Un risultato che lascia pochi alibi. L’”Armata Rossa” ha saputo esprimere la pallavolo migliore nella competizione, abbinando al suo storico strapotere fisico una grande attenzione in fase difensiva e di servizio, confermando, dunque, la vittoria nelle Olimpiadi dello scorso anno.

Formazioni ufficiali:

Italia: Birarelli, Parodi, Travica, Vettori, Zaytsev, Beretta (Rossini)

Russia: Muserskiy, Sivozhelez, Pavlov, Grankin, Spiridonov, Apalikov (Verbov)

L’Italia si complica le cose da sola, iniziando male sia il primo sia il secondo set e dovendo poi rincorrere una Russia in palla, reattiva e, soprattutto, devastante a muro e in servizio. Il primo parziale termina 25-21 per i Russi.

A metà del secondo set, l’Italia reagisce, riuscendo a limare il distacco di 6 punti fin lì accumulato e a far sentire il fiato sul collo a Grankin e compagni. Berruto inizia il solito gioco degli scambi in posto 4, alternando Zaytsev, Parodi e Savani. Gli azzurri provano a forzare il servizio, ma i risultati sono altalenanti, con un’alta percentuale di errore.

Nel terzo set, l’Italia rialza la testa e, trascinata dalla grinta di capitan Savani, mantiene un piccolo vantaggio che la porta a vincere 25-23. Curioso a metà set lo spegnimento delle luci del palazzo, che obbliga l’arbitro a sospendere per ben due volte la partita.

Nel quarto set è, invece, la lampadina del gioco italiano a spegnersi: i troppi errori in battuta e la difficoltà nel trovare il punto in attacco consegnano il set e l’Europeo nelle mani della Russia, che festeggia così il suo tredicesimo titolo, il secondo dallo scioglimento dell’Unione Sovietica.

Per un gruppo la cui più grande incognita era sicuramente la giovane età di buona parte dei suoi componenti, tuttavia, l’amaro della sconfitta deve essere mitigato dalla consapevolezza di essere arrivati in finale grazie a una serie di prestazioni fatte non solo di grinta, ma anche di maturità e tattica.

Messa sotto esame ancora prima del suo esordio in campo, la squadra di Berruto ha saputo crescere di partita in partita, imparare dai propri errori e adattarsi a ogni avversario, arrivando in finale meritatamente. Il CT è riuscito a trovare la giusta amalgama tra giocatori provenienti da squadre, categorie e generazioni diverse, traendo il meglio da ogni elemento.

Birarelli è la solita certezza: il centrale di Senigallia riesce infatti ad abbinare il ruolo di “vecchietto” della squadra a prestazioni addirittura migliori di quelle sfoderate durante la passata stagione, in cui è diventato campione d’Italia con Trentino Volley.

Travica non avrà le mani di Vermiglio, ma in questo europeo ha saputo ripagare la fiducia concessagli con prestazioni soddisfacenti e soprattutto con una continuità di rendimento che raramente aveva mostrato negli anni passati.

Le note più positive, però, sono da registrarsi nei due “giovanotti” del 6 titolare: Luca Vettori, classe 1991, premiato come migliore schiacciatore del torneo, e Thomas Beretta, centrale, le ultime due stagioni con la maglia di Mantova in A2, dimostratosi già pronto a palcoscenici importanti come quello della nazionale.

Per questa Italia giovane e coraggiosa, quello all’Eurovolley è stato un argento posto sudato e meritato, un importante percorso di crescita, l’inizio di un nuovo ciclo, insomma, un argento che profuma di oro.


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