da “Les amants réguliers” (Philippe Garrel, 2005)
Evaso dal corpo
che era amore
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Un tuffo nel fiume
Con le amiche pietre
Dipinte di grigio
Dal dio che aveva finito i colori
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Per farci vesti da donna
All’alba senza più fantasia
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Sfinito
Nella sua barbalunga
Allentando le sbarre violente
Del cielo
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Facendo fuggire gli asini
E con loro i poeti
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Assonnati doposbronza
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Nel primo giorno
Davvero umano
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Cuochi di lacrime
Con frittura di nuvole
E stelle comatose.