Gema Ruperez Alonso, Barbara Bonfilio, Dario De Cristofaro, Francesca Manetta, Monticelli & Pagone, Antonella Romano, Stella Tasca, sono i sette artisti protagonisti della mostra Divieto di affissione ospitata dallo Zeta Studio degli architetti Giuliano Andrea Dell’Uva e Francesca Faraone, a Napoli, fino al 3 maggio.
Con un tema molto attuale (il corpo) e con una scelta spaziale ben definita (il sud d’Europa), la giovane curatrice, Giuliana Ippolito (giornalista e direttrice della Gallerie Numen, che patrocina l’omonimo progetto Numen Arti Contemporanee) disegna la traccia prospettica di fruizione del soggetto, indagato dai giovani artisti secondo coordinate spesso distanti, evocato, smaterializzato, ingabbiato con il fil di ferro.
Un gioco dell’arte che fonda sul temperamento degli artisti la propria espressività, ponendo come base teorica la considerazione che la provenienza geografica sia non solo un fattore oggettivo ma favorisca uno stile di vita che inevitabilmente permea le opere, sviluppando un linguaggio quasi carnale e diretto (il corpo come tela di Dario De Cristofaro o quello negativo del duo Monticelli & Pagone) o viceversa delicato e soffuso come la primavera (nei rimandi eburnei di Francesca Manetta).
Un progetto – questo della galleria Numen – itinerante, che si appoggia a luoghi non canonicamente deputati all’arte (come uno studio legale) o a spazi di lavoro, distanti da quell’aura chirurgica dei musei cui il contemporaneo spesso abitua.
Luoghi che condividono con questa mostra l’aspirazione a spingere fuori dai cube l’arte, rendendola versatile e diversamente fruibile, passeggiando tra le donne dai tratti definiti di Gema Ruperez Alonso o quelle da belle époque di Barbara Bonfilio, l’espressività a trama di Antonella Romano o quella fantasy e onirica di Stella Tasca contribuendo così a creare un vero e proprio corpo dell’arte in movimento.