Una rivoluzione, un nome che ha segnato un’epoca, arrivando fino ad oggi.
Chi sente il nome Biba oggi può avere due reazioni diverse: ignorare di chi si stia parlando, oppure avere un flashback di giovanile memoria. Che siate neofiti o ex baby boom, nati o cresciuti nei meravigliosi anni Sessanta, Barbara Hulanicki e la sua Biba rappresentano una pietra miliare nella storia della moda mondiale.
Nata in Polonia, una carriera iniziata come illustratrice di moda, poi l’idea geniale: aprire un fashion store. Lo chiamerà Biba, e passerà alla storia. In una Londra sconvolta da Mary Quant e dai Mods, Biba diviene in breve tempo principale polo d’attrazione di Kensington. Passano da lì artisti del calibro di Mick Jagger e i Rolling Tones, David Bowie, Marianne Faithfull e molti altri, tutti attratti dai velluti colorati, dalle cromie audaci, e dalle originalissime stampe ispirate all’Art Deco e all’Art Nouveau.
Basti dire che Anna Wintour iniziò la sua carriera in quello spazio, tra le minigonne audaci e i boa di piume. L’indimenticabile logo nero e giallo, disegnato da Antony Little, lo stile, originalissimo, che aveva come target di riferimento, citando la stessa Hulanicki, “le ragazze del Dopoguerra, dal fisico asciutto di chi aveva patito la fame, le lunghe gambe nervose, il viso da adolescenti e gli occhi da bambola”.
Un mix di decadente e di rock’n'roll, definito dalla Hulanicki simile al look adottabile durante un funerale, la boutique Biba vedeva tra le icone principali di riferimento Cathy McGowan, regina dei mods e presentatrice di Ready, Steady, Go!, programma musicale di culto del venerdì sera.
Barbara Hulanicki riuscì ad anticipare di molti anni i principali store a cui siamo abituati oggi, da Zara a H&M, conferendo grande dignità allo stesso concetto di moda low cost: a lei si deve il tentativo di democratizzare lo stile, rendendo accessibile lo stile delle icone dell’epoca alle ragazze con salari medi. Inoltre, benché siamo abituati ad associare la nascita della minigonna a Mary Quant, fu in realtà grazie a Biba se il capo, estremamente audace per l’epoca, venne sdoganato e si iniziò a vedere per le strade londinesi.
Dopo la chiusura dello store, nel 1976, in tanti cercano di riportare in auge il brand Biba, nessuno, pero’, dotati dello stesso talento della Hulanicki. La carriera della geniale trendsetter invece non si e’ mai interrotta: designer per Fiorucci e Cacharel, poi interior designer, creatrice di una collezione per Coccinelle, viene chiamata, nel 2009, da Topshop, prima catena londinese, che annovera tra i suoi designer d’eccezione Kate Moss.
È una nuova rinascita per lo swinging autentico di Barbara Hulanicki. Un ritorno alle origini, seppur nell’era di Internet. Lo stile tapestry, le stampe, fashion trend dell’autunno/inverno 2012-13, inventato da lei oltre cinquant’anni fa, quasi un tributo ad omaggiare una lungimirante trendsetter.
Oggi come ieri.
Chiara Caputo