Everton contro Hull City, scontro tra scontenti in questo mercoledì sera di Premier League. I Toffees, che l’anno scorso hanno sfiorato la qualificazione Champions, ora vivacchiano a metà classifica mentre i Tigers si trovano a combattere per non retrocedere, questo non sorprende ma l’attuale terzultimo posto impone massima attenzione. Martinez cambia solo un giocatore rispetto alla gara di White Hart Lane, fuori Eto’o e dentro Osman, riecco Barry: Howard; Coleman, Jagielka, Distin, Baines; Besic, Barry; Osman, Barkley, Mirallas; Lukaku. Bruce invece cambia un bel po’ rispetto alla magra figura rimediata all’Old Trafford sono ben quattro le novità. In panchina anche Capitan Davies, schieramento molto accorto come di consueto: McGregor; Elmohamady, Chester, Dawson, Rosenior; Meyler, Diame, Huddlestone, Livermore, Quinn; Jelavic unica punta. Manca Hernandez, defezione dovuta a problemi personali.
Nei primi dieci minuti l’Everton prova a prendere in mano le operazioni ma il pressing alto dei Tigers rende difficile far gioco. Piano piano il paziente lavoro dell’Everton dà i suoi frutti e la difesa ospite mostra falle, Lukaku scalda le mani a McGregor, al minuto 21 proteste per un tocco di mano da parte di Rosenior ma l’arbitro lascia correre. Cresce l’Everton e cresce soprattutto Romelu Lukaku, sempre più nel vivo della manovra, la prima vera e propria palla gol e al 33esimo quando McGregor è costretto all’intervento da Osman. Si tratta del preludio alla rete del vantaggio, come previsto è proprio Lukaku a realizzarla. Mirallas è decisivo almeno quanto l’ex Chelsea e si trova alla perfezione con il connazionale, che riceve l’assist e ringrazia. Uno a zero Everton. Vantaggio meritato, l’Hull prova solo a contenere ma costruisce poco o nulla. La tattica ha retto per poco, gran merito all’estro di Mirallas perché di occasioni vere ce ne sono state poche.
Si torna in campo, pochi giri d’orologio e Lukaku per poco non raddoppia con un gol d’esterno da cineteca: sopra la traversa. Aluko al posto di Diame, problemi fisici per l’ex West Ham, Bruce mette mano ai cambi in cerca del pari. Tra i più positivi anche Besic, anche lui tenta la fortuna dalla distanza. L’Hull City però è ancora in vita e prima si fa vivo con una sortita di Rosenior e poi, a mezz’ora dallo scadere, piazza nel sacco l’uno a uno. Segna Aluko (ok, il cambio è giusto). Davvero un bel gol, palla conquistata da Jelavic prima di saltare Distin e piazzare alle spalle di Howard con un tiro angolato. Il portiere americano però si è fatto battere sul proprio palo. L’Hull tenta il colpaccio, colpo di testa di Jelavic che fa venire i brividi all’Everton. Fino a un quarto d’ora dal termine sono i Tigers a fare la partita, nel finale tornano fuori i Toffees. Scomparsa o quasi la squadra di Martinez nel secondo tempo, a ridosso del triplice fischio c’è troppa confusione nella manovra. Ben sei i minuti di recupero, Brady sbaglia un passaggio d’oro per Jelavic, l’Everton attacca con poche idee.
Solo tre vittorie negli ultimi dieci incontri casalinghi disputati per l’Everton, che brutto segnale, sfumano le speranze di qualificazione europea. L’Hull City porta a casa un punticino meritato, stringi stringi i rischi corsi non sono stati molti e a fare il resto ci ha pensato la giocata individuale di Aluko. Bruce pareggia azzeccando il cambio, Martinez (al netto degli infortuni che ultimamente gli hanno reso difficile la vita, soprattutto a centrocampo) deve cambiare lo spartito.