Il giudizio di Antonio Valerio SperaSummary:
Uno sguardo sul presente, una speranza per il futuro. Si potrebbe definire così Everyday Rebellion, il documentario dei Rihai Brothers in uscita nelle sale l’11 settembre. Una data non casuale quella scelta dalla coraggiosa società di distribuzione Officine Ubu, una data che segna annualmente la ricorrenza dell’inizio di una nuova era di violenze e di guerre a livello mondiale.
Una scelta, questa della data di uscita, quanto mai significativa: non perché il film porta sullo schermo sangue e conflitti armati, ma perché racconta esattamente l’opposto, e cioè il tentativo di imporre la pace con la lotta non violenta. Everyday Rebellion non opta però per la rappresentazione di un singolo movimento, né per la costruzione di un racconto che alterni la descrizione dei gruppi di protesta pacifici del mondo. Al contrario, i fratelli iraniani Arah e Arman Riahi decidono di dipingere i movimenti che si sono formati negli ultimi anni nei vari angoli del globo come le anime di un comune senso di insoddisfazione, di un sentimento di paura e di reazione alla stessa che pervade tutto il mondo. Occupy Wall Street, le Femen, la Primavera araba, gli Indignados spagnoli sono così descritti come le diverse forme di una protesta mondiale finalizzata allo stesso obiettivo: la riappropriazione del futuro.
Se da una parte la “fusione” sullo schermo di questi movimenti rischia a tratti di cadere in una superficiale omologazione degli stessi, senza metterne in evidenza le differenze e senza immergersi realmente nel loro profondo ideologico, dall’altra è innegabile che i Rihai Brothers colgano perfettamente il bersaglio. Innanzitutto, perché mostrano nelle quasi due ore di film un attivismo pacifista che inspiegabilmente sembra ottenere sempre minore risonanza mediatica – dando conferma che oggi il cinema può essere un veicolo importante di comunicazione e sensibilizzazione e un efficace strumento di inchiesta; ed in secondo luogo perché infondono il racconto di una carica emotiva che conferisce al documentario lo stesso spirito eversivo dei movimenti che descrive. Ciò grazie ad una sapiente e coinvolgente regia che mescola poesia e rabbia, che costruisce la narrazione in un climax a cui è difficile sfuggire e che riesce a equilibrare e dosare perfettamente i numerosi ingredienti messi in campo.
Frutto di tre anni di lavoro e ricerca, ed affiancato nella sua uscita da un complesso progetto cross mediale che sfrutta diverse piattaforme (da app a social network), Everyday Rebellion è un film potente e suggestivo, un documento più che un documentario che tocca al cuore e anche allo stomaco.
a cura di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net