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Ex-libris ai tempi del book-sharing

Creato il 24 febbraio 2015 da Morgatta @morgatta

Un vezzo, un marchio, un simbolo di appartenenza che recitava a grandi lettere (e piccoli disegni) il nome del proprietario del volume in questione: questo erano gli Ex-Libris (nome latino che significa “dai libri”). Di questi buffi contrassegni o timbri se ne trova testimonianza già nel medioevo, con diciture inquietanti come “Questo libro è mio” (seguito dal nome del proprietario) o peggio ancora con mezze maledizioni tipo “Chi ruba il libro morirà malissimo” o “Se non me lo riporti ti vengo a bucare le gomme del Jeeppone” (più o meno)! ;) Sembra che anche a quei tempi per avere indietro un libro prestato le minacce fossero il modo migliore…

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Dopo il XV secolo e l’invenzione della stampa a caratteri mobili, gli ex-libris prendono la forma di vere e proprie illustrazioni realizzate su un pezzo di carta (un po’ come un francobollo) e diventano sempre più personali, sia per il volere del committente, che per lo stile di chi li realizzava. Si sono cimentati in questa arte antica discreti nomi come Moser, Escher, Boccioni, Klimt o Dürer …

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Spesso realizzati con semplici disegni monocromatici, così da poter essere facilmente riprodotti come timbri, ne esistono infinite e anche complesse varianti dai mutevoli soggetti: da quelli con i libri (dopotutto di quelli stiamo parlando) a quelli con gli animali (tantissimi con i gufi ed anche con i gatti), quelli liberty con romantiche signorine fino ad alcuni con chiari riferimenti erotici; una varietà infinita! Si possono ammirare spesso “dal vivo” spulciando in qualche bancarella con vecchi volumi o in antiche librerie.
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Simbolo di vanità ed indice di un atteggiamento possessivo del proprietario, gli ex-libris erano anche un segno di amore verso la carta stampata e la volontà di marchiare la propria “biblioteca” affinché l’appartenenza dei volumi non andasse mai persa. Cosa succederebbe se questa “usanza” tornasse in voga di questi tempi (cosa, secondo me, alquanto possibile)? Tra un book-crossing e un book-sharing, tra un libro prestato ed uno “donato” a qualche libreria ambulante, che effetto avrebbe lasciare un marchio, un contatto o un proprio simbolo su un volume?
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Potrebbe essere un modo per entrare in contatto, per scambiarsi opinioni su quel libro, per conoscersi o riconoscersi a seconda del disegno trovato sul libro in questione. Penso a come sarebbe buffo lasciar “viaggiare” un libro di mano in mano e, per ogni persona che lo legge, un ex-libris apposto al suo interno: alla fine del percorso questo libro potrebbe avere moltissime storie da raccontare al suo interno…o se non altro porterebbe con sé una collezione variegata di incredibili disegni… ;)

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Sono affascinata da questo mondo. Nel frattempo che penso a come realizzare il mio, qui c’è una collezione infinita…



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