eXistenZ è una sorta di evoluzione del precedente e indispensabile Videodrome, in cui Cronenberg si confronta in maniera decisamente affascinante e perversa con la realtà virtuale, con esiti decisamente migliori di altre opere coeve anticipatrici cimentatesi nella suddetta tematica.
Cronenberg nel titolo stesso individua le coordinate cartesiane di una quarta dimensione che crea un loop visivo e percettivo in cui alla fine persiste il dubbio sulla distinzione tra la realtà presunta e quella virtuale, in un rimando infinito a mondi possibili, in cui le tematiche del regista sulla carne e le sue mutazioni attraverso innesti biomeccanici, strettamente collegate alle visioni ballardiane di Crash - riprese e assimilate dal nostro beneamato - vengono manifestate attraverso l'esplicitazione dell'oggetto cordone ombelicale, atto a rappresentarne la dipendenza e una forma di trascendenza necessaria per coloro che intendono rifuggire la propria scadente realtà.
Eppure non tutti sono contenti di questa possibilità e allora scaturisce la violenza, la reazione estremista dei sostenitori del realismo, della verità oggettiva e percettiva, ma quanto di essa, come ci ricorda Cronenberg, è effettivamente reale e vera? Tant'è che il regista crea continui ribaltamenti di fronte, in cui gioca con la morbosità e le devianze che le mutazioni e le cicatrici comportano sul nostro corpo, oggetto, gioco erotico da penetrare attraverso nuove ulteriori aperture e orifizi che faranno la gioia di molti estimatori e cultori di questo autore, che negli ultimi anni ha saputo evolversi nella propria poetica, ma di cui rimane il segno tangibile di un cinema corporeo da cui non si può prescindere per comprendere i nostri tempi.