Il giudizio di Mara TelandroSummary:
Dal trailer al film Exodus annuncia tutta la sua epicità, senza mai fermarsi. Mosè è un generale, siede vicino a Ramses, ma non è un suo pari. Il figlio del faraone, infatti, in realtà lo teme e diffida di lui. La notizia che Mosè è un ebreo, vera o falsa che sia, è quindi la miglior scusa per mandare l’amato fratello in esilio per sempre…vÈ proprio quando Mosè si ritrova lontano dalla vita così come l’ha sempre conosciuta, che scopre una nuova famiglia e delle risorse che non aveva creduto di avere, tra le quali la fede. Dio gli parla chiaro e forte: è tempo che lui liberi il suo popolo. Ma esiste un solo modo per farlo: dichiarare guerra a Ramses.
Exodus ci racconta uno dei più spettacolari e conosciuti episodi dell’Antico Testamento e non perde occasione per dimostrare l’epicità e spettacolarità di questa storia: paesaggi infiniti, costruzioni monumentali, animali di ogni tipo e, ovviamente, l’intervento di Dio. Se tutto questo rende Exodus un film bello da guardare, ciò che lo rende entusiasmante da vedere è la materia stessa di una buona storia: i suoi personaggi. “Questo è un grande film.” Commenta Ridley Scott, regista di Exodus (Il Gladiatore, Alien). “1300 effetti speciali sono tanti anche se non sfiorano minimamente l’uso che ne fanno film come Star Wars, certamente. Se parliamo di cosa è reale, uno degli elementi più riusciti è la realtà dei personaggi. Ecco perché non me la sento di chiamarlo un film di effetti speciali. Mi avvicino sempre ad una storia dal punto di vista dei personaggi, è questo che conta. Non ho mai realizzato quanto il Gladiatore stesse per diventare un così ampio successo perchè ero concentrato su quella che è la sua vera essenza: una piccola storia personale. Una Vedetta. Una semplice vendetta in cui abbiamo scolpito alcuni personaggi.”
È la storia il centro del film. Con questo in mente, Scott affida ancora una volta la sceneggiatura alla penna da premio Oscar di Steve Zaillian (Hannibal , American Gangster) che compie l’ennesimo ottimo lavoro. Se parliamo di Exodus parliamo quindi di tante cose: del tradimento, della scoperta della fede e della determinazione a trovare riscatto, non solo per sé stessi, ma per il proprio popolo. Questo racconta Exodus e lo fa attraverso i suoi personaggi chiave: da una parte Mosè (Christian Bale; Batman – il cavaliere oscuro) e dall’altra Ramses (Joel Edgerton; Warrior, Il grande Gatsby). Ramses e Mosè sono uomini privilegiati, ma nonostante questo, l’invidia impedisce al giovane faraone di dormire sonni tranquilli. Ecco che il rapporto tra i due principi d’Egitto appare marcio e pieno di acrimonia sin da subito: Ramses odia Mosè perché suo padre lo ha sempre preferito a lui. Quale storia più piccola e personale (e quindi universale) di questa?Tutti sappiamo che sarà Mosè a vincere, tutti tranne Ramses che non si vuole piegare alla persona che, a suo modo di vedere, gli ha da sempre impedito di essere felice ed amato. Uno sgarbo fatto proprio a lui, a lui che è Dio. Exodus ci racconta di una disputa tra fratelli, tra due caratteri forti e incredibilmente fragili allo stesso tempo. Ecco perché Exodus assume uno spessore che Noah di Darren Aronofsky non ha mai avuto, grazie alla forza dei suoi protagonisti.
Cosa dire dell’intervento divino del film? Scott ne dà una lettura decisamente nuova e che, senza fare spoiler, colpisce lo spettatore dritto al volto perché, pur uscendo dalla tradizione, descrive in modo incredibilmente semplice ed estremamente calzante il Dio che incontriamo leggendo l’Antico Testamento. Exodus è un film da vedere, possibilmente al cinema. Effetti speciali, storia, personaggi: tutto questo insieme crea una pellicola non banale e curata che vale la pena di scoprire. Da evitare, invece, senza troppi pensieri è la versione 3D: anche Exodus cade nel “trucco” di rendere indispensabili gli occhialini solo per qualche scena panoramica e, soprattutto, per vendere biglietti più alti.
Epico.
Dal 15 gennaio al cinema.
A cura di Mara Telandro per Oggialcinema.net