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Expo 2015, Internet ride: tutti i “fail” e i ritardi

Creato il 08 aprile 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Da “Tutte le poracciate dell’Expo” e “Expo 2015 Fail” fino a 2,6 milioni di euro stanziati per “camuffare” le zone non terminate. Si corre per evitare l’Expo delle figuracce

Il rischio che l’Expo 2015 previsto dal 1 Maggio al 31 Ottobre a Milano si trasformasse in una figuraccia mondiale non era stato nemmeno contemplato. Si trattava dell’evento mondiale per eccellenza, dalla storia ricca di fascino e cultura. Nulla poteva andare storto, si pensava. All’inizio.  Dopo i primi ritardi, nessuno si è stupito. “Capirai, siamo in Italia!” era, con ogni probabilità, il commento più diffuso. A seguito dell’inchiesta sull’impresa costruttrice dell’Expo, cioè Italiana Costruzioni, per un giro di tangenti imperniato sulla figura di Antonio Acerbo, probabilmente l’attenzione era minima. Come se fossimo – e forse lo siamo – abituati. Come se dovesse passare tutto in sordina.
E forse qualcuno avrà anche sperato che i più potessero ignorare gli evidenti strafalcioni. Senza fare i conti, però, con la rete.
Sì, perché se giornali e televisioni iniziano a parlare di ciò che potrebbe andare male all’Expo solo ora, a distanza di un mese dall’inaugurazione prevista per il 1 maggio, il mondo dei social stava già dicendo la sua mesi fa. E lo faceva con ironia, acutezza e tanta amarezza.

Rendering inguardabili, siti e social desolati e unicamente bilingue, svarioni grammaticali: la ricetta dell’Expo 2015.

Il sito Verybello è stato inaugurato sabato 24 gennaio 2015. Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, stava affannosamente e orgogliosamente presentando la piattaforma ufficiale dell’Expo. Il nostro biglietto da visita internazionale per l’Expo Milano, per comuicare date, avvenimenti, incontri e pubblicizzare la bellezza dell’Italia.

Oggi, a un mese dall’inaugurazione, il sito è identico, o quasi, a quello presentato quel giorno.
Vale a dire: in beta, cioè in versione provvisoria. Provvisoria, ma internazionale, certo. Anzi, no. Binazionale. Perché le lingue selezionabili sono ancora sempre e solamente due. L’italiano e l’inglese.
Le pagine Facebook e Twitter di Verybello, invece, sono presenti. Ma sono un deserto dei Tartari. L’ultimo post sulla pagina Facebook è datato 26 gennaio: è un semplice cambio di copertina, come tutti gli altri post che lo precedevano. Il profilo Twitter invece non consta di nemmeno un singolo cinguettio e di soli 3100 follower. Un’altra storia è la pagina Twitter dell’Expo vera e propria: più di 400mila follower e aggiornamenti costanti- soprattutto grazie agli sponsor che twittano per farsi pubblicità.
Poco più di un mese e mezzo fa, invece, erano state introdotte le prime immagini sul sito dell’Expo, insieme alle diverse sezioni: Future Food District, Padiglione Zero, Children Park e il Parco della Biodiversità, ad esempio.
Tra tutti, proprio l’ultimo è stato oggetto di critiche pungenti, ironiche e a volte aspre da parte dei navigatori i rete. Il motivo è di facile intuizione. Le immagini presentano colori e contrasti talmente incompatibili da risultare a dir poco approssimative. Il rendering – ovvero un’operazione compiuta da un disegnatore per produrre una rappresentazione digitale di qualità di un oggetto o di una architettura (progettata o rilevata) – dei luoghi e delle persone è di una qualità talmente bassa che su Facebook sono spuntate come funghi le pagine più disparate che ironizzavano sui lavori compiuti, peraltro già pubblicati sulle pagine ufficiali dell’Expo, come “Offresi corso Photoshop per il grafico dell’Expo 2015” o “Paint è totale, Photoshop ha dei limiti”, oppure “Expo 2015 Fail” e “Le Poracciate dell’Expo 2015.
Non sono mancati anche i video comici e caricaturali. I navigatori del web non hanno resistito a dire la loro, e nemmeno i grafici digitali e i creativi del web sono rimasti a guardare. Anche qualche stella di Youtube Italia ha parlato delle discutibili creazioni e renderizzazioni “made in Expo”, con video diventati subito virali.
A oggi, sul sito ufficiale dell’Expo la qualità delle immagini è migliorata, ma l’effetto è comunque surreale e la resa raggiunge appena la sufficienza. Grande sfoggio -negativo- di sé dà, invece, il sito Expo Gate Milano che mostra immagini di presentazione su cui ancora il web produce meme e caricature. Nella home si legge una presentazione in inglese dell’evento con a fianco un’immagine che dovrebbe rappresentare l’esposizione universale, ma che invece risulta solo un ammasso di figure umane intente a fare breakdance, un dj, una ragazza dietro il bancone di un negozio di panini e addirittura uno straniero che vende rose. Il tutto condito da immagini copia-incollate senza un vero senso logico.
Nemmeno a dirlo: gli aggiornamenti alla sezione “Press” sono inesistenti.
Meritano un cenno anche gli svarioni grammaticali e di traduzione.
A oggi, sono state rese pubbliche immagini di cartelli con inglese approssimativo – ormai famoso è il cartellone con scritto “But your ticket” invece di “Buy your ticket”, ovvero “Ma il tuo biglietto” invece di “Compra” – o palesemente scorretto – nomi di cibi sbagliati, frasi complicate palesemente tradotte pari pari dall’italiano, poi cancellate e modificate sui vari siti dell’Expo, ma mantenute online da screenshot e archivi.

Ceres Expo

Immagine utilizzata dietro permesso di https://www.facebook.com/officialceresbeer, pagina ufficiale di Ceres su Facebook.

Conferenze senza traduttori e l’ironia pubblicitaria della Ceres: “Portiamo una birra agli operai che cercano di salvarci dalla figuraccia”

Il primo premio lo merita però la tavola rotonda “Idee di Expo“, tenutasi ai primi di febbraio. L’evento, un incontro su quello che sarà l’esposizione di Milano, ha visto partecipare politici, esperti, addetti ai lavori e autorità da tutti i paesi. Tutto, però, si è svolto in italiano: i video, le conferenze. Addirittura il materiale esplicativo era mono-lingua. Gli stranieri si guardavano intorno allibiti e dispiaciuti. Quasi nessuno ha capito nulla. La console del Bangladesh, Rezia Ahmed, ha detto di essere rimasta “molto dispiaciuta di non aver potuto godere del materiale in sala. Non voglio fare critiche a nessuno, ma spero che sarà attivo un servizio di traduzione per i visitatori all’apertura dell’esposizione”.
A farla da padrone, però, è l’ultima trovata pubblicitaria della nota marca di alcolici Ceres. Con una iniziativa a sorpresa, ha portato, nella giornata del 1 aprile, bottiglie di birra gratis agli operai dell’Expo. “1 Aprile: hanno un mese di tempo per finire i lavori all’Expo (Non è uno scherzo)”, questo lo slogan. “A meno di un mese dall’inizio dell’esposizione mondiale” dicono i gestori della pagina sul gruppo Facebook “questi ragazzi sono i protagonisti di un’impresa epica: chiudere i lavori in tempo per l’apertura ufficiale del primo maggio, risparmiando alla città e all’Italia una figuraccia di dimensioni globali“.

I cantieri in ritardo sono 3 su 4: manodopera raddoppiata, saltano i collaudi, solo più autocertificazioni. La sicurezza per gli operai sul lavoro c’è, ma i guai giudiziari non si placano. Tre anni e 100mila euro a Antonio Acerbo, ex subcommissario di Expo. Unione Europea preoccupata

Expo come parte offesa. E una condanna: tre anni e 100mila euro di risarcimento. In mezzo a tutto questo c’è Antonio Acerbo, ex subcommissario di Expo 2015 e anche ex responsabile del Padiglione Italia oltre che imputato in qualità di ex commissario delegato per le opere. Acerbo era stato arrestato a ottobre 2013, per corruzione e turbativa d’asta. Finito ai domiciliari, ha richiesto un patteggiamento. Richiesta accolta, multa decisa e Acerbo torna in libertà. L’ex subcommissario di uno dei più grandi eventi in Italia degli ultimi anni avrebbe fatto vincere nel luglio 2013 la gara per l’appalto sulle Vie d’acqua sud, opera per la messa in sicurezza di Milano dal rischio esondazioni, del valore di 42,5 milioni di euro, a un’associazione temporanea di imprese capeggiata dalla Maltauro spa. Un favore per un altro: il figlio di Acerbo, Livio, avrebbe ricevuto 36mila euro tramite un contratto fittizio di consulenza della Maltauro, con una promessa di altri 150mila sempre con le stesse modalità di “erogazione”. Livio Acerbo è accusato ora di concorso in corruzione e riciclaggio.
E la corruzione di sicuro non fa bene né all’immagine né alla prosecuzione dei lavori per l’Expo: 3 cantieri su 4 sono in ritardo. Per questo motivo la direttrice del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Milano Susanna Cantoni ha dichiarato che “Faremo i collaudi tramite autocertificazione, poi procederemo con verifiche a campione”. I progettisti diranno che l’opera è sicura e tutto sarà a posto. Prendendosene la responsabilità. Ma anche muovendosi in un contesto di conflitto di interessi. Per rendere l’idea, Expo Dubai 2020 ha appena iniziato i lavori, e dedicherà tutto il 2019 ai collaudi. L’Expo italiano, però, non ha tempo: collaudi annullati. Attorno all’Expo Milano, invece, crescono le opere rimandate, incompiute o ritardate. La metropolitana M5 (da Garibaldi a San Siro) sarà finita nei tempi previsti, mentre la M4 (Solari e San Babila) è stata rimandata con fine dei lavori al 2021. I turisti dovranno accontentarsi di navette bus che si avventureranno eroicamente nel traffico milanese.
Nota positiva: i temutissimi infortuni sul lavoro non si sono verificati in grandi quantità, come invece paventato dall’Inail, l’Istituto nazionale per la sicurezza contro gli infortuni. A frote dei 90mila casi previsti, la collaborazione con i sindacati e gli stretti controlli hanno fino a ora abbassato la soglia a 93, di cui 7 gravi.

Cantieri Expo

Immagine utilizzata dietro permesso di https://www.facebook.com/expo2015fail

E l’Europa, spaventata dalle voci sui ritardi, aveva già scritto all’Italia la scorsa estate. Più precisamente, è stato David Wilkinson, ingegnere di formazione e dirigente della Commissione Europea per lavoro, nominato a Bruxelles Commissario generale proprio per Expo 2015, a scrivere al premier Matteo Renzi. Per tutta risposta, Renzi ha detto:Mi dispiace, mr. Wilkinson, ma lei è un gufo: an owl nella sua lingua d’origine. Ma Wilkinson non ha lasciato spazio a riti scaramantici, per quanto simpatici.
“Esprimo grande preoccupazione” aveva detto “perché temo che il padiglione per la Commissione Europea nell’area del Cardo non sarà finito in tempo“.
Anche gli altri paesi europei sebrano in difficoltà. L’Estonia rischia di non partecipare più, l’Olanda ha aderito a dicembre ma promette di fare in tempo. La Russia, oberata dai problemi interni, ha il fiatone. Il Nepal lavora giorno e notte con scalpellini fatti arrivare da Kathmandu pur di finire in tempo. La Turchia fa i capricci: minaccia di non aderire per gli screzi con l’Italia sul caso Smirne, dove Milano si è aggiudicata una posizione migliore nell’esposizione.
Ora non ci resta che aspettare meno di un mese per scoprire se il “No Gufo Day” indetto dal premier Renzi pochi giorni fa per il 1 maggio avrà un significato, oppure siglerà solo l’inizio di un disastro preannunciato.

Tags:2015,Antonio Acerbo,corruzione,expo,facebook,immagini,milano,Rendering,Ritardi,The Europe Justice,twitter Next post

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