Cara Expo 2015,
facciamo un patto: io entro nelle fila degli #Expoottimisti. In cambio, tu prometti che realizzerai i 10 punti di seguito.
Sono argomenti noti ma repetita iuvant, dicevano i latini, e visto che gli avi hanno sempre ragione…ci siamo capiti.
Hai ottime frecce al tuo arco per riuscire bene: turismo ed enogastronomia. E dimmi: c’è qualcuno sulla faccia della terra più ferrato degli italiani in materia (se mi tiri in ballo i francesi mi arrabbio!)?
Sì lo so che l’Expo 2020 sarà a Dubai e negli Emirati sembra che piovano soldi e petrolio da ogni parte.
Ma tu sei l’Expo 2015 di Milano. E siccome io amo questa città, sento di amare già un pochino anche te.
Quindi ho deciso di scriverti 10 piccoli punti, come gli indiani di Agatha Christie: li metti lì in fila per ricordarti la direzione.
1. Usa la squadra
Il food va di moda: abbiamo toccato l’apice della parabola, ora prepariamoci alla seconda fase. Che sei tu, mia cara Expo 2015. Tu sei il passaggio dalle parole ai fatti, il punto finale dove far confluire tutta questa attenzione al cibo e alla cucina. Non sei contenta? Pensa se andasse di moda lo shivaismo tantrico! Senza nulla togliere a Battiato, tutta Italia, anzi il mondo intero, ti ha preparato il terreno.
E allora grazie Gordon Ramsay, Nigella Lawson, Joe Bastianich, Jamie Oliver, Paul Bocuse, Ernst Knam.
Soprattutto grazie allo squadrone italiano: Marchesi, Cracco, Bottura, Scabin, Nadia Santin, Cedroni, Crippa, Oldani, Barbieri, Aimo e Nadia, Sorbillo. Tutta gente che adesso è più famosa di Bono Vox, ma alle spalle ha una discreta gavetta.
Grazie alla gente che si fa un mazzo tanto nelle cucine, nei campi, nelle filiere: le trattorie, i pescatori, gli agricoltori, i piccoli produttori, i bar, le pasticcerie nelle piazze dei paesi, i panettieri, le botteghe che resistono, le gelaterie artigianali.
Grazie agli imprenditori che poi riescono, Petrini con Slow Food, Farinetti con Eataly, Guido Farinelli e Matteo Grom.
Siamo tutti la tua squadra, una gran bella squadra.
2. Privilegia la filiera, tutta
Devi essere l’Expo dell’Italia intera, non solo degli chef stellati. Hai una grande responsabilità e un potere immenso: valorizza le radici, fai capire l’importanza della denominazione d’origine, spiega come funziona e perché è fondamentale avere una filiera.
E’ il vero patrimonio italiano, una diversità gastronomica e culturale che dobbiamo proteggere perchè ci differenzia da ogni altro paese: tu sei l’occasione per fare incontrare tradizione e innovazione, far dialogare le generazioni, iniziare una riflessione sul percorso migliore da intraprendere.
3. Coinvolgi tutta la città
Da Rho-Fiera al centro storico coinvolgi tutta la città, incluse le periferie: fai rivivere la stessa atmosfera del Fuori Salone, magari con meno occhiali imbarazzanti in giro.
4.Tieni i prezzi contenuti
Cara Expo, ti spiego un concetto a proposito del rischio impennata dei prezzi
Con l’Alta Velocità, ci metti un attimo a prenotare l’hotel a Torino anziché a Milano, dormire a Bologna piuttosto che farti spennare in un albergo nel Gallaratese (devo ricordarti cos’è successo a Londra per le Olimpiadi?).
Peggio ancora, c’è la Svizzera, che da tempo si sta muovendo per intercettare turisti.
5. Fai rete
E’ un concetto così abusato ultimamente da provocarmi l’orticaria.
Serve un vertice illuminato che coordini tutto, per non farci la guerra tra noi. Dovremmo avanzare compatti come Giulio Cesare quando attaccava i Galli di Asterix (io amo i francesi, sia chiaro): magari ottenendo il risultato opposto.
6. Usa la rete
Prendi un nerd qualunque e fatti spiegare due o tre cose sull’importanza di internet e dei social network. E metti il wifi ovunque!
7. Coinvolgi i blogger
Sfrutta noi blogger per avere un effetto promozionale dirompente, senza dover investire un euro in spazi pubblicitari.
8. Punta sulle scuole
Perché in Italia non si insegnano gastronomia e agricoltura a scuola?
Perchè studiamo i fiumi della Lombardia e non le coltivazioni tipiche nelle Marche, i prodotti dop del Lazio e la distribuzione geografica dei vigneti?
Non sarebbe facile abbinare allo studio delle provincie quello dei vitigni tipici? Accanto alla poesia di Dante infilarci quella dei formaggi?
9. Provoca un tifo da stadio
Come ai Mondiali del 2006, quando nessuno credeva nella Nazionale e alla fine abbiamo battuto tutti e preso la coppa. E via a festeggiare con un’organizzazione perfetta: un minuto dopo il rigore della vittoria c’erano già le magliette ‘Stasera galletto allo spiedo‘. Questo deve essere il clima di Expo 2015.
10. Facci sognare
Cara Expo 2015, ho anch’io un sogno, come Martin Luther King: vorrei portare tra i tuoi padiglioni mia figlia, che nascerà tra qualche mese. E anche se sarà troppo piccola per avere un ricordo nitido di quel che vedrà, spero che per osmosi le si imprima dentro tutto il bello e il meglio che il mondo ha da offrirle.
Per poi vantarmi, quando sarà più grande: “Sai, avevi solo un anno quando ti ho portata a fare il giro del mondo“.
Autore: Oriana Davini
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