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Expo 2015: una rassegna stampa di parte… ma anche NO

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Grazie tante Expo 2015, ma davvero eh.

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Grazie per questi giorni, mesi, anni di fiato sospeso in attesa di un’opportunità di lavoro che, adesso è lampante, IO non ho mai voluto cogliere.

Io che quando 3 anni fa bussavo alle porte alla ricerca del famigerato “lavoro fisso” mi vedevo rispondere “c’è la crisi, ma ci sentiamo per Expo“, io che ogni volta pensavo “si come no, aspetta e spera, se non sono morta di fame prima”.

Io che a targhe alterne leggevo certi articoli e certi commenti e mi irritavo da morire, scagliandomi come una gallina imbizzarrita contro la strunzata di turno (se volete fare una passeggiata sul viale dei ricordi, leggete qui e qui).

Io che ora ringrazio la propaganda del Corsera, si perchè di altro non si può trattare che propaganda ben sovvenzionata, sulle indubbie virtù morali di Expo e di tutta la sua cricca, ma soprattutto sulle indubbie virtù del lavoro “stabile” offerto dall’evento e che noi milanesi, noi italiani, noi “ggiovani” troppo abituati a tenere il Q nel burro, non sappiamo vedere nè cogliere, ora che è il momento opportuno.

Per chi ancora non sapesse di cosa sto parlando, qui c’è il link a uno (dei tanti) articoli scandalizzati dal “rifiuto” dei “ggiovani” di andare a lavorare (pagati!) per Expo.

Cioè stiamo parlando di:

  • 1300 euri netti, tondi tondi, al mese per il lavoro dei nostri sogni.
  • 600 favoleggiati favolosissimi posti di lavoro all’interno degli 84 quartieri Expo… chi non li vorrebbe?

Ehi ma un momento… noi che siamo gente di numeri, guardiamoli un pò questi numeri: 84 QUARTIERI, abbiamo letto bene, per 600 posti di lavoro. O 600 posti per 84 quartieri… quartieri, non negozi, lo ristoranti. Che già 600 impiegati per 84 negozi non basterebbero.. figuriamoci quartieri interi!

Spaziosi, ariosi, cementosi quartieri dell’Expo… come faremo a coprirli tutti degnamente (se mai saranno finiti?) Beh, ma con i già citati stagisti.

Un bel pacchettino da 18.000, per la precisione.

E quelli non hanno fatto fatica a trovarli, o sbaglio. 18mila (MILA!) volenterosissimi stagisti che, a prezzo zero, magari mettendoci di tasca loro, ci vanno a lavorare per il prestigio di mettersi in cv l’Expo! (che, comunque, visto che abito a Milano e me ne devo ciucciare tutto l’inquinamento, i disagi, i ritardi, i cantieri, i rifiuti e le zone morte a evento concluso,  da qui all’eternità, me lo metto in cv pure io, l’Expo!)

Ma nessuno si chiede come mai l’80% di chi ha passato le durissime selezioni per i famigerati 600 posti di lavoro ha rinunciato, a contratto in tasca?

Forse che forse quel QUASI ha fatto la differenza?

O siamo davvero tutti così abituati a stare nella bambagia che “meglio poveri che male impiegati all’Expo“? Davvero il popolo italiano non ha così fame?

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Forse non siamo ancora così disperati, forse ci sono ancora mamy e papy che sganciano la paghetta al venerdì sera e ci pagano le bollette dello smartophonino… o forse, forse chi ancora può si attacca più alla propria dignità personale, alle proprie competenze e al proprio valore, e va a cercare altrove la propria strada. Accontentandosi anche di meno, ma di ALTRO.

Non so, se lo chiedete a me io ci credo poco, ed essendo portata a guardare sempre tutte e due le versioni dei fatti vi posso dire che la storia mi puzza, e parecchio.

1300euro netti non te li danno così per così, ma te li danno:

  • per turni di copertura che prevedono le notti, 7 giorni su 7 di lavoro, poco o nullo preavviso, mansioni specifiche e qualificate (cosa che qui mi sembra relativamente il caso) – è più probabile che te ne diano 500 per un contratto precario di 6 mesi e poi anda (cosa che effettivamente sembra essere, ascoltando certe testimonianze di chi ha detto no)
  • per fare la segretaria al Presidente, o la segretaria compiacente (cosa che si, lo ammetto, potrebbe rivelarsi il caso di due o tre esemplari di tal recruitment, che forse alzano un pò la media delle retribuzioni -ahimè, lamatematica)
  • se sei figliodi un politico e quindi ti accaparri una finta posizione lavorativa le cui funzioni verranno poi svolte da uno (o più) di quei fortunati stagisti
  • per posizioni lavorative che prevedono poca o nessuna formazione o formazione per cui bisogna sborsare di tasca propria un piccolo “incentivo” (spese di partecipazione, spese di vitto alloggio trasporti, o vere e proprie mazzette per iscriversi ai corsi di formazione propedeutici ad andare a fare il lavoro per cui si è stati selezionati… un controsenso, ma non in Italia, no?)
  • se sei uno degli espositori che si è candidato per gli spazi di Eataly …e che per entrarci ed esporre poi effettivamente deve sborsarne 750 + IVA al signor Eataly, così, a titolo di… come la vogliamo chiamare… indennizzo? per essersi accollato i costi di partecipazione al bando pubblico, il disturbo di aver vinto la gara (in maniera del tutto trasparente eh, tant’è che non c’è un minimo di ombra di dubbio sul processo eh…) e quindi quello di dover trovare espositori da mettere fisicamente in quegli stessi spazi? Ma si, diciamo così, una sciocchezzuola per il disturbo (io non voglio crederci, ma le fonti dicono che è così).

Oddio, forse è meglio che mi fermo qui prima che vengano a suonarmi la porta la CIA, il cobas dell’informazione pubblica “pulita” e anche un paio di “sistemaossa” con il compito di insegnarmi a non dire le cattiverie.

Comunque, per una revisione critica, e la storia di come è andata veramente dalla testimonianza di chi “ce l’ha fatta” (a non farcela) e a dire no alla fantastica opportunità di lavorare in Expo, leggete qui, che forse  è meglio (caro Corriere, con me il tuo giornalismo farlocco e di stra-parte ha chiuso!).

E datemi pure della biliosa, anzi, dell’uterina, si. Ma a me ste cose le fanno proprio girare le ovaie, e non c’è niente da fare.


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