Lo avrei voluto osservare ancora un po' prima di scrivere qualcosa. Ma anche se sono a Giffoni solo da 2 giorni, credo di aver "notato" abbastanza. Non è tutto perfetto a questo festival di cinema per ragazzi, ma indubbiamente è un grande evento, di quelli che lasciano con gli occhi sgranati o quanto meno incuriositi molti scettici. Giffoni è veramente un paesino. Non c'è neanche la stazione. Eppure tutte le Stelle della nostra epoca, a partire da Robert De Niro e François Truffaut, sono passati tra le sue strade, hanno chiacchierato con bambini (i giurati più piccoli hanno 3 anni) e ragazzi, hanno fatto bagni di folla che oserei definire "sinceri", proprio perchè l'età media è estremamente bassa.Tutto questo grazie all'intuizione geniale di un uomo. Claudio Gubitosi si muove tra stand, sale, scale del festival come "uno qualsiasi". Polo di ordinanza, occhialini sul naso, passo svelto e sigaro, spesso, in bocca. Potrebbe tirarsela come non mai. Ed è vero che quando parla un po' di auto esaltazione traspare. Ma è di quella necessaria per andare avanti. Per continuare a realizzare un progetto che da queste parti ha parenti molto vicini con il sogno. Potrebbe rimanere nei suoi uffici a godersi la macchina Giffoni, che in un modo o nell'altro, va avanti. Invece non si ferma un attimo. Padrone di casa impeccabile, aspetta l'arrivo di tutti gli ospiti, li saluta alla loro partenza. Se ne vede uno che suda sotto i riflettori (Jesse Mc Cartney in conferenza stampa), non esita ad attraversare la sala e ad offrirgli un fazzoletto (nessuno nello staff dell'attore o della kermesse ci aveva pensato...). Il vento tira via il telone della tendostruttura usata per i photocall. I fotografi sono costretti a rimanere al sole. Gubitosi non ci pensa due volte e provvede personalmente a rifornire il plotone di esecuzione da flash di cappellini e visiere per proteggersi dai raggi.Insomma un perfetto "direttore d'albergo", di quelli impeccabili con gli ospiti, ma pronti in qualsiasi momento a rimboccarsi le maniche anche per sollevare scatoloni.Infine, cosa più importante, il coraggio di sognare, che di questi tempi, un po' buoi a dire il vero, è una dote preziosa...
Lo avrei voluto osservare ancora un po' prima di scrivere qualcosa. Ma anche se sono a Giffoni solo da 2 giorni, credo di aver "notato" abbastanza. Non è tutto perfetto a questo festival di cinema per ragazzi, ma indubbiamente è un grande evento, di quelli che lasciano con gli occhi sgranati o quanto meno incuriositi molti scettici. Giffoni è veramente un paesino. Non c'è neanche la stazione. Eppure tutte le Stelle della nostra epoca, a partire da Robert De Niro e François Truffaut, sono passati tra le sue strade, hanno chiacchierato con bambini (i giurati più piccoli hanno 3 anni) e ragazzi, hanno fatto bagni di folla che oserei definire "sinceri", proprio perchè l'età media è estremamente bassa.Tutto questo grazie all'intuizione geniale di un uomo. Claudio Gubitosi si muove tra stand, sale, scale del festival come "uno qualsiasi". Polo di ordinanza, occhialini sul naso, passo svelto e sigaro, spesso, in bocca. Potrebbe tirarsela come non mai. Ed è vero che quando parla un po' di auto esaltazione traspare. Ma è di quella necessaria per andare avanti. Per continuare a realizzare un progetto che da queste parti ha parenti molto vicini con il sogno. Potrebbe rimanere nei suoi uffici a godersi la macchina Giffoni, che in un modo o nell'altro, va avanti. Invece non si ferma un attimo. Padrone di casa impeccabile, aspetta l'arrivo di tutti gli ospiti, li saluta alla loro partenza. Se ne vede uno che suda sotto i riflettori (Jesse Mc Cartney in conferenza stampa), non esita ad attraversare la sala e ad offrirgli un fazzoletto (nessuno nello staff dell'attore o della kermesse ci aveva pensato...). Il vento tira via il telone della tendostruttura usata per i photocall. I fotografi sono costretti a rimanere al sole. Gubitosi non ci pensa due volte e provvede personalmente a rifornire il plotone di esecuzione da flash di cappellini e visiere per proteggersi dai raggi.Insomma un perfetto "direttore d'albergo", di quelli impeccabili con gli ospiti, ma pronti in qualsiasi momento a rimboccarsi le maniche anche per sollevare scatoloni.Infine, cosa più importante, il coraggio di sognare, che di questi tempi, un po' buoi a dire il vero, è una dote preziosa...
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