Il palcoscenico è pronto: va in scena uno degli spettacoli più intriganti e sensazionali del pianeta: l’elezione di un papa. Oggi, intorno alle quattro e mezzo del pomeriggio, i 115 cardinali elettori marceranno in processione dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina che verrà sigillata e isolata dal mondo esterno.
La particolarità principale di questo Conclave, come ormai tutti sanno, è che, per la prima volta in quasi 600 anni, non è stato preceduto dal funerale del papa precedente. Una novità eclatante nel cerimoniale “pro eligendo”.
E proprio la sorpresa delle dimissioni potrebbe allungare i tempi dell’elezione e il conclave potrebbe durare molto più di quello che otto anni fa portò alla elezione di Joseph Ratzinger (solo due giorni).
Non esiste una regola precisa sulla durata del Conclave :il più lungo della storia, quello per l’elezione di Gregorio X, nel 1268: durò tre anni. Il più breve, come abbiamo già detto, quello per l’elezione di Benedetto XVI. Comunque, l’ultima volta che un conclave si è protratto oltre cinque giorni è stato nel 1831. I cardinali non hanno limiti di tempo per arrivare alla “decisione”. Il primo giorno si tiene una votazione e, a seguire, due votazioni al mattino e due al pomeriggio. Sono necessari due terzi dei voti validi. Se non vi è accordo, il terzo giorno è prevista una pausa di un giorno per meditare. Dopo questa pausa si tengono tre tornate di sette votazioni con una pausa tra ogni tornata. Se continua a non esserci accordo, il Papa è eletto a maggioranza qualificata tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
Le schede delle votazioni vengono bruciate in una stufa all’interno della Cappella Sistina che è collegato ad una canna fumaria sul tetto: fumo nero, niente Papa; fumo bianco: habemus Papam…
Chi sarà il nuovo Papa? Ovviamente anche per la “scelta” non esiste una regola precisa. Il Papa è il Vescovo di Roma, quindi, qualsiasi cattolico che può essere ordinato vescovo di Roma potrebbe diventare papa. Tuttavia, l’ultimo papa che è stato eletto senza essere cardinale fu Urbano VI, nel 1378. Gli elettori d’altronde sono 115 cardinali: di questi, 60 sono europei, 14 del Nord America, 19 dell’ America Latina, 11 provengono dall’Africa, 10 dall’Asia e uno dall’Oceania. Il paese più rappresentato è l’Italia, con 28 elettori. Dei 265 papi, 254 sono stati europei. Gregorio III, di origine siriana, è stato l’ultimo di un continente diverso.
Dei 265 papi, 254 sono stati europei. Gregorio III, di origine siriana, è stato l’ultimo di un continente diverso.
Secondo la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, la legge che disciplina i conclavi, il Cardinale eletto Papa dovrà rispondere a due domande: “Accetti la tua elezione a Sommo Pontefice?” (si racconta che Papa Giovanni Paolo I abbia mormorato: “No, oh, per favore no” ). E, in caso affermativo, a: “Come vuoi essere chiamato?”.
La tradizione del “cambio” del nome risale a Giovanni II, che si chiamava in realtà Mercurio, nome di un dio romano, inadeguato per il suo ruolo. L’ultimo papa che ha usato il proprio nome di battesimo, senza cambiarlo, è stato Papa Marcello II e nel 1555.
e ora … extra omnes… fuori tutti… lo spettacolo comincia!
A.M.R.