25 novembre 2014 – Il mondiale 2014 è già storia. Nell’ultima, suggestiva, prova iridata di Abu Dhabi, il titolo ha preso la via di casa Hamilton. L’anglo-caraibico, tra i due contendenti, è probabilmente colui che lo meritava di più per svariati motivi. Forse, però, la maniera in cui è arrivato lascia un attimino di amaro in bocca ai cultori dello spettacolo anche se poi c’ha pensato la Williams a rimediare…
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TOP
La strepitosa forma della Willliams-Mercedes - già, Williams-Mercedes. Perchè forse dimentichiamo che uno dei principali fattori della rinascita del team di Grove sta proprio nella powertrain di Stoccarda. Massa e Bottas – con il brasiliano maggiormente sugli scudi – hanno riportato due vetture del team di Frank sul podio, insieme, dopo tempo immemore. Questa FW36 si è rivelata maledettamente competitiva per quasi tutta la seconda parte di stagione e ci sono ottime probabilità che la Fw37 possa riprendere dove la progenitrice ha concluso. I tempi in cui si lottava per l’ottavo posto nei costruttori sembrano lontani anni luce.
Hamilton non stecca la quarta – di fatto quella di ieri era la quarta volta che Lewis era pronto a giocarsi il mondiale: nel 2007 e 2008 ha sempre manifestato un certo nervosismo che l’ha portato a commettere errori in gara, anche se sei anni fa il mondiale l’ha vinto seppur negli ultimi 400 metri di gara; il 2010 non fa testo perché doveva capitare una serie di allineamenti planetari; ieri, invece, aveva tutto da perdere. Già dal giovedi in tanti avevano riportato un suo palese nervosismo avvertito durante la conferenza stampa, durante le dichiarazioni rilasciate ai media. Al sabato l’inglese si è beccato bei decimi dal tedesco. La domenica, però, come più volte capitato quest’anno, la situazione si ribalta. Parte bene, benissimo, lasciando di stucco il compagno di squadra, forse messo in difficoltà da una traiettoria leggermente sporca. Da li in poi è tutta gestione, concetrazione, nervi da tenere a bada fino alla bandiera a scacchi anche se il suo lavoro diventa facilitato da quando il tedesco comincia a passarne di cotte e di crude combattendo contro l’ERS della sua powertrain. Insomma, forse il 2014 è stato l’anno in cui Lewis Hamilton ha completato la formazione di se stesso in pista.
L’abbraccio dei due alfieri delle Frecce d’Argento - … quello dopo la gara, prima del podio. Bellissimo (se sincero).
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FLOP
Lo spettacolo mancato – sebbene fosse difficile, molto difficile, per Rosberg tentare l’assalto al mondiale, sarebbe stato bello avere la Mercedes n.6 in pista nelle sue migliori condizioni fino alla fine. Il duello, l’attacco, l’azzardo del tedesco all’inglese, di fatto, non ha potuto sussistere a causa di problemi al sistema di recupero dell’energia del suo Mercedes. Peccato davvero che proprio nel momento del duello finale la seconda Freccia d’Argento sia venuta meno privandoci della lotta in pista.
Alonso vs Stevens – Siamo al maliconico. Ferrari al traguardo in nona e decima posizione. L’immagine più lampante della Ferrari del deserto è stata quella della difficoltà di Alonso a passare il deb Stevens, sulla rientrante Caterham-Renault. Come in Bahrain sette mesi fa. Anzi peggio, in quell’occasione il duello con la Caterham non vi fu.
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