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F1: I test evidenziano la crisi di Vettel e delle Red Bull

Creato il 03 marzo 2014 da Simo785

a cura di Marius

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Più ci si avvicina a Melbourne più si addensa di incubi il sonno di Sebastian Vettel.

Nel corso degli ultimi test a Sakhir, nel Bahrain, le Red Bull sono apparse ancora più in crisi dei test precedenti, nessun miglioramento né sotto l’aspetto dell’affidabilità né, tantomeno, sotto l’aspetto della velocità.

Sabato Re Sebastian ha percorso poco meno di trecento metri, giusto il tempo di accendere il motore, uscire dal proprio box e ripacheggiare prima del termine della pit-lane. Imbarazzante per la scuderia dominatrice degli ultimi anni a sole due settimane dal semaforo verde.

Una tattica? Non sembra proprio, i propulsori Renault non sembrano performanti neanche a bordo delle altre scuderie che ne sono dotate.

Mercedes e Ferrari sono avanti anni luce, dura colmare il ritardo in dieci giorni.

Ci attende un mondiale completamente diverso? A questo punto ci si può verosimilmente chiedere se Vettel e Ricciardo riusciranno almeno ad andare a punti in Australia.

Ma non è detto che debba andare esattamente così, le variabili in gara da questa stagione rivoluzionaria saranno tantissime, la più evidente e reclamizzata è stata il passaggio dai propulsori aspirati ai turbo ma è solo la punta dell’iceberg. Essenziale sarà la capacità dei tecnici delle scuderie di saper dare ai piloti vetture efficienti.

Già, l’efficienza sarà decisiva. Il carico di carburante sarà molto limitato rispetto allo scorso anno, i cavalli andranno trovati anche grazie ai sofisticati sistemi di recupero di energia cinetica (già peraltro sviluppata con il KERS) e di energia termica. La combinazione dell’energia resa dal propulsore “primario” e dai sistemi secondari di recupero consentirà di ottenere quella capacità di gestione ottimale delle risorse disponibili per giungere al traguardo (!). Già, la sfida sembra proprio quella di riuscire ad arrivare al traguardo in prima battuta.

Tutti questi sistemi meccanici ed elettronici in aggiunta comportano ulteriori rischi di scarsa affidabilità, ogni componente in più è un potenziale guasto in più.

Nel corso dei test le scuderie si sono adoperate per girare decine e decine di giri, qualcuno è riuscito anche a portare a termine distanze ben superiori ai canonici trecento chilometri, ma i test sono fatti proprio per testare le condizioni base e le mille condizioni al contorno.

Solo la pista australiana ci dirà se i potenziali top team hanno lavorato nella maniera giusta riuscendo a coniugare velocità, affidabilità e resistenza.

Vedremo duelli tra piloti veloci o gare di durata dove ognuno cerca di trovare il giusto ritmo in funzione delle condizioni contingenti per giungere in fondo?

 


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