27 Gennaio 2014 – Se pensate che in Formula 1 non si vada da nessuna parte senza soldi, preparatevi pure a cambiare idea. Brian Hart ha fatto vedere a tutti che anche con budget da team di F2 si può costruire un motore da Formula 1. Al diavolo i risultati e gli onori. Conta esserci, e Brian Hart ha sempre fatto di tutto per far parte del gioco.
Formatosi come tecnico aereonautico, Brian Hart capisce ben presto che il cielo non è il luogo migliore dove dare sfogo alla sua passione. Dopo qualche anno in un’azienda areo-navale inglese, entra dentro la Cosworth e li ci rimarrà a lungo facendosi le ossa e imparando come costruire un motore robusto e prestazionale. Qualche gara qua e la il giovane Hart la fa, correndo anche in gare di F1 non valevoli per il campionato del mondo.Nel 1967 correrà al Nurburgring con una Protos – Cosworth F.2 con montato un cupolino da lui stesso progettato.Nel 1969 apre la propria factory, la Brian Hart Ltd. Inizia una collaborazione con la Ford che gli affida i motori FVA e i DBA; questi ultimi erano destinati a competizioni rallistiche e per potenza e robustezza sono ancora oggi ricordati come i motori simbolo degli anni 70. Nel 1971 e 1972, Ronnie Petterson e Mike Hailwood saranno campioni dell’europeo di F2 con motori Ford (rispettivamente DFA e BDA) sviluppati dalla Brian Hart Ltd. L’arrivo di Bmw e Renault nella categoria cadetta, spingerà il colosso Ford a farsi da parte e concentrarsi unicamente sulla F1. L’idea di mollare a Brian Hart non passa neanche per l’anticamera del cervello, e così progetta e costruisce il primo motore con il marchio Hart: il 420R. Dopo un debutto brillante su una Chevron nel 1976, arriveranno svariate vittorie tra il 1977 e il 1978. La vera svolta però per Hart arriverà nell’inverno di quello stesso anno.
Alla sede della Hart, arriva la telefonata di Ted Toleman. Proprietario di una delle più grandi imprese di trasporti del Regno Unito, Ted Toleman è anche un pilota dilettantistico di F.Ford e Offshore. Uno ha i soldi, l’altro le idee; l’accordo si trova in men che non si dica e a Brian Hart viene commissionata la realizzazione di motori per il campionato Europeo di F2. Dopo un’anno di ambientazioni tra le due potenze, il 1980 vede i telai Ralt marchiati Toleman e spinti dai motori Hart dominare in lungo e in largo con uno strepitoso 1-2 in campionato a favore di Warwick su Henton. Ora si possono fare le cose in grande. Toleman non è solo uno carico di soldi, ma un ottimo team manager e anche con un ineccepibile fiuto per i giovani talenti. La F1 è dunque a portata di mano.
Il debutto avviene nel 1981 con una macchina progettata da un giovane Rory Byrne ben lontano ancora dalle vittorie e dai trionfi. La macchina, la T181, è un buco nell’acqua madornale, ma è solo l’inizio. Le Toleman spinte dai turbo Hart correranno 61 Gp e avranno come loro momento di apice i tre podi di Senna nel 1984 a Montecarlo, Brands Hatch ed Estoril. Brian Hart comincia a farsi un nome in F1, in quanto tutti i piccoli team a budget contenuto vogliono i suoi motori. Spirit, RAM e Beatrice monteranno i motori Turbo Hart nei gran premi. Sorprende tutti la grande capacità dell’ingegnere inglese di produrre motori a un costo così basso e riuscire a svilupparli e mantenerli il più possibile competitivi nonostante il capitale davvero da società calcistica dilettantistica.Dopo la fine dei motori Turbo, Brian Hart non ha i fondi a sufficienza per produrre in conto proprio motori aspirati da vendere ai suoi cliente. Così si allea con la Cosworth e si prende incarico di sviluppare i motori DFZ e DFR (“figli” del mito DFV) che verranno montati su svariati team. In particolare ci fu una fortissima collaborazione con la Tyrrell.
Nel 1992 Hart trova i soldi per progettare un proprio motore V10 aspirato, e nell’inverno dello stesso anno firma con Jordan un contratto di fornitura motori per le successive due stagioni. Nel 1995 Hart progetta dei motori V8 ribattezzati 830 che equipaggiano la Footwork (Arrows) per due stagioni prima che il team si accordi con la Yamaha. Hart trova un contatto con la Minardi e monta i propri motori sulle vetture faentine nel 1997. Proprio nel 1997, Tom Walkinshaw acquista quote della factory e il nome di Hart sparisce dalle testate dei motori. Dopo una lunga battaglia legale, Hart si ritira a vita privata interrompendo ogni rapporto che lo legava al mondo delle corse.Il 5 gennaio del 2014, Brian Hart si è spento, sconfitto da un male incurabile a 77 anni. La storia della Hart Ltd. non è costellata di numeri, trionfi e palmares dorati, ma rappresenta in pieno dove l’uomo può arrivare con la propria passione. Brian Hart ha fatto veri e propri miracoli nella vita se si pensa i budget risicati che aveva a disposizione. Sembra quasi un gioco di parole il suo cognome che tanto ricorda la parole “cuore” in lingua anglosassone (Heart). Questa asincronia nata quasi da un romanzo lipogrammatico di Georges Perec, dimostra appieno la vita e la storia di un’uomo che ha messo il proprio cuore per dare un’anima a piccoli team che hanno segnato le F1 tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
F1 | Il grande cuore di Brian HartF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi