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F1 – Malumori nel paese per l’automobilismo a pagamento (By Enrico Bonomini)

Creato il 28 marzo 2013 da Simo785

 F1 – Malumori nel paese per l’automobilismo a pagamento (By Enrico Bonomini)

Lo ammetto, sono sempre stato uno sportivo all’acqua di rose, nonostante segua diversi sport, non ce n’è mai stato uno che mi spingesse a divenire un sostenitore assatanato.

Però, e  lo sostengo da tempo, qualora qualunque squadra decidesse nel contribuire a pagarmi qualche bolletta o qualche rata del mutuo, allora potrei cambiare idea e garantire la presenza ad ogni avvenimento con tanto di sciarpetta e bandierone!

I gusti son gusti, non posso però dimenticare quello che mi succedeva fin da bambino. Transitando in salotto la domenica pomeriggio in cerca di qualche gioco, rimanevo sempre colpito dai rumori che provenivano dal televisore. Quei “niuuuuuu”, “niuuuu” avevano il loro fascino. Si cercava di riprodurli con delle piste casalinghe (che ahimè mancavano di pit stop regolari o degni di quel nome) ma lo spettacolo della domenica in televisione era tutta un’altra cosa.

Più che altro una questione di proporzioni: non era facile capire la vera grandezza di una macchina di Formula 1 paragonandola a quella del genitore e a quella delle nostre macchinine e quando, anni dopo, ebbi la possibilità durante una fiera di salire sopra ad una, ne rimasi molto sorpreso: immaginavo fossero più grandi!

Ma domenica dopo domenica (rispettando le varie pause dei calendari) il demone dei motori si era ormai impadronito di me ed ogni gara era sempre attesissima.

Non credo di essere un alieno e penso che quello che accadeva nel salotto di casa mia accadesse anche nei salotti di vari milioni di italiani e sono convinto che questo rito si sia radicato fortemente nella cultura popolare: pranzo domenicale, lettura giornale, ruttino digestivo e gran premio (con inevitabile pennichella per molti). Nonostante ogni stagione faccia testo a parte e nonostante alcuni gran premi  siano stati decisamente soporiferi, questo rito si è consumato per anni. Fino all’anno scorso.

La cosa che mi ha sorpreso maggiormente è che non ci sia stata una sportiva “rivolta” popolare. Se guardassimo la vicenda da un punto di vista strettamente commerciale, il comportamento di Sky non fa una piega: nella legge di mercato, hanno offerto di più. Punto. Se invece guardassimo la questione da un punto di vista strettamente umorale, credo che qualche dirigente Rai debba assumersi le proprie responsabilità. Ma si rendono conto di quello che hanno combinato? In una sola mossa hanno cambiato le abitudini domenicali di un’intera nazione. Quale sarà il prossimo passo? I mondiali di calcio a pagamento?

Ci verranno a dire che sono momenti bui, che c’è la crisi ma….. ci rendiamo conto di quello che alla fine hanno speso per poter trasmettere 9 gran premi in diretta?

Facendo due conti possiamo constatare come Sky, pagando 30 milioni di euro, alla fine abbia ottenuto tutti i gran premi sui propri canali (n.b le cifre indicate sono quelle che sono trapelate, non avendo la possibilità di leggere i contratti, bisogna fidarsi di quelle: 50 milioni di euro pagati da Sky per i diritti e 20 milioni di euro pagati dalla rai a Sky, quando nel 2012 ne aveva pagati circa 30 per tutto il campionato). Non credo che la Formula 1 sia diventato uno sport di nicchia in un paese che vanta quasi 60 milioni di piloti non professionisti ma tutti inequivocabilmente convinti di esserlo (o almeno di guidare meglio di un pilota professionista). Qualcuno potrà obiettare che al momento ci siano problemi più seri a cui pensare ma so per certo che lo sgambetto fatto da mamma Rai ha interrotto diverse digestioni nei salotti italiani la domenica pomeriggio.

Già mi immagino la scena a tavola: il padre che si lamenta del gran premio scippato, la mamma che gli ricorda di non far agitare la sua gastrite cronica, il figlio che dice che la Rai avrebbe potuto tagliare alcuni costi di San Remo o direttamente qualche reality mentre la figlia, di soppiatto, approfitta della confusione per sottrarre il telecomando e guardarsi beata una telenovela…. La Rai fa pagare un canone per dare un servizio pubblico (il cui valore lo possono giudicare solo gli utenti) e non essendo possibile né fattibile che gli utenti decidano che cosa vogliano vedere o meno, mi sembra però incredibile che uno sport come la Formula 1 venga messo in secondo piano nelle strategie aziendali.

Non stiamo parlando degli scacchi (e non me ne vogliano tutti gli scacchisti, è solo un esempio, sono uno scacchista anch’io, cane ma sempre scacchista) o di qualche altro sport che non ottiene un’alta percentuale di appassionati. Io potrei capire se, un torneo di scacchi, non fosse trasmesso in televisione o lo fosse ad orari assurdi: è sempre stato così, non è mai stato trasmesso in orari canonici ed il cambiamento non porterebbe grandi cambiamenti nelle vite degli italiani, ma la Formula 1… Così ci obbligate a pagare due canoni! E chi non se lo può permettere? E chi (come me) si rifiuta di pagare ulteriori abbonamenti?

È una scelta: uno guarda le reti Mediaset, si cucca ogni tipo di pubblicità immaginabile ma non deve tirare fuori un centesimo. Uno paga il canone Rai, si cucca ogni tipo di pubblicità inimmaginabile (ed oltre ad essere una cosa sbagliata è anche un controsenso) ma almeno ha la copertura che un servizio pubblico dovrebbe garantire. Ed invece adesso bisognerebbe sborsare altri soldi per un abbonamento Sky per ottenere un servizio che fino a ieri è stato un “diritto” acquisito per tutti gli utenti Rai? E non ci vengano a dire che si possono seguire le differite. Quelle vanno bene se già il gran premio è stato spettacolare e merita di essere rivisto.

Ma ve l’immaginate legioni di sportivi che tentano disperatamente di tapparsi le orecchie per ore pur di non sentire chi abbia vinto prima di vedere la differita? Inimmaginabile! E potrebbe dar sfogo a sentimenti familiari vendicativi lungamente repressi.  La moglie: “Ieri non mi hai portato in giro per negozi?” Zac! Ti dico in anticipo chi ha vinto il gran premio! Il figlio: “non mi compri il motorino? E zac! La figlia: “ieri non mi hai lasciato uscire con le mie amiche?” e via discorrendo…  Già la Formula 1 ha cambiato i regolamenti in maniera discutibile e anno dopo anno le varianti hanno lasciato più di un appassionato con l’amaro in bocca, ha senso una stagione senza il gran premio di Montecarlo in diretta? Altro che i nuovi circuiti. Per carità, modernissimi, bellissimi, ma chi ha contribuito a far la storia dell’automobilismo? Le curve di Montecarlo o la sabbia del deserto?

I contratti son contratti e sembra che quest’anno debba proprio andare così, ma l’anno prossimo? Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensino le case automobilistiche: si sono rese conto che la mancata visibilità porterà inevitabilmente tanti seguaci all’acqua di rose verso altri sport? Ma sono proprio i seguaci all’acqua di rose come il sottoscritto a fare il mercato. Quanti (inconsciamente o meno) hanno pensato, almeno una volta nella vita “non mi posso comprare una Ferrari ma compro una Fiat che comunque c’è dentro e non una Mercedes”? E poi, un ferrarista convinto, potrebbe mai comprare una Mercedes? Senza contare tutto il merchandising (che ormai occupa una buona fetta di mercato, quello originale ovviamente, che rimane tutta pubblicità gratuita che l’appassionato decide di fare alla squadra per cui tifa). E’ stato dimostrato come le vendite di auto (ma anche di moto) siano esplose quando una squadra mieteva un successo dopo l’altro e come diminuissero quando restavano a secco di vittorie. Per la Formula 1 potrebbe succedere lo stesso: la mancanza di visibilità gratuita porterà molti sostenitori verso altri lidi. Dal momento che non credo che il comportamento Rai fosse deliberatamente voluto, mi chiedo: ne valeva veramente la pena?


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