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Roma, 22 maggio 2013. Il Gran Premio di Monaco da sempre è una sfida importante. Rob Smedley “legge” il circuito dal punto di vista tecnico.
Montecarlo, pista unica nel suo genere. Il Gran Premio di Monaco, una corsa che sa sempre fa storia a sé. Tutto è portato all’estremo nella guida e anche le regolazioni dell’assetto della monoposto sono molto particolari, tanto che alcune non si ripetono in nessun altro circuito iridato. Sul sito ufficiale della Ferrari, Rob Smedley, ingegnere di pista di Felipe Massa, dà alcune letture interessanti.
Ecco le sue parole: “Chiediamo sempre ai piloti di arrivare a sfiorare le barriere per quanto possibile perché è così che si fa il tempo.“Una volta andai con un mio collega all’entrata delle Piscine a seguire una gara di supporto delle formule minori: beh, quando vedemmo quanto vicino passavano al guardrail ad una velocità superiore ai 200 km/h allora ci siamo detti che, forse, era il caso di avere più rispetto per i piloti!”. “Bisogna avere un anteriore molto buono per affrontare al meglio le tantissime curve lente. Allo stesso tempo, bisogna tener conto delle ondulazioni, dei cordoli e delle sconnessioni: la vettura saltella molto e, quindi, vanno curate con attenzione le fasi di frenata e di accelerazione”.
Continua Smedley parlando del Gran Premio di Monaco: “Conta tantissimo l’aderenza meccanica e non ci sono praticamente curve veloci ma soltanto lente, alcune di esse molto strette, come il tornante del Loews.Dal punto di vista aerodinamico si cerca quindi la configurazione con massimo carico, senza stare troppo a pensare alla resistenza all’avanzamento: è una scelta sulla carta inefficiente ma qui funziona così. Dal punto di vista della distribuzione dei pesi si cerca di andare per quanto possibile verso il posteriore, che deve essere molto rigido e accoppiato ad un anteriore morbido per ridurre il sottosterzo nelle curve lente. L’evoluzione della pista è molto rilevante man mano che si deposita gomma sull’asfalto dal giovedì alla domenica e spesso capita che mascheri il risultato delle modifiche. Poi c’è il fattore fiducia: man mano che un pilota gira capisce sempre di più dov’è il limite cui può spingere: alla fin fine, questo è uno dei fattori che fa guadagnare più tempo sul giro!”
Monaco, una gara unica. L’attesa è tanta, il week end di gara si avvicina.