a cura di Marius
Lewis si è aggiudicato fino ad ora ben sette gare contro le quattro di Nico e, è bene non scordarlo, le tre di Ricciardo; il britannico resta il cavallo su cui puntare in clamorosa rimonta ormai in dirittura d’arrivo. All’inizio dell’estate il pilota inglese sembrava un po’ smarrito e schiacciato psicologicamente dall’arrembaggio, anche di atteggiamento in pista, del rivale tedesco. La gara belga di Spa, caratterizzata da mille veleni, ha segnato uno spartiacque psicologico per i due piloti ma forse anche politico all’intero della scuderia Mercedes, Hamilton stesso ha dichiarato che le cose sono cambiate, in effetti sembra più tranquillo e rigenerato, i soli sette millesimi di vantaggio in qualifica su Rosberg hanno un significato che va oltre la mera cronometria.
In gara Hamilton ha dimostrato che il titolo lo vuole con tutto se stesso, i guai meccanici del compagno tedesco sono stati sintomatici e soprattutto pesanti a questo punto del mondiale.
Ricciardo in classifica si trova a 60 punti da Lewis, una possibile rimonta sembra impossibile effettivamente ma in un angolo remoto del mio sesto senso qualcosa mi fa stare all’erta. In fin dei conti l’australiano ha vinto una sola gara meno di Rosberg e l’ultima tappa prevede il doppio premio in punti, che non è poco.
Ogni volta che Nico finisce lontano dal podio riaffiorano dubbi sulla sua stoffa, avrà davvero quella da campione del mondo?
A Singapore si è rivisto il vero campione del mondo in carica, dopo mesi finalmente un Sebastian Vettel protagonista, lì davanti.
Anche la Ferrari tra i primi con entrambi i piloti tra qualifiche e gara, che sia stato Marchionne a dare la carica? O è stata solo la pista particolare, un po’ “monegasca”? Riuscirà la rossa a portare a casa una vittoria prima della chiusura della stagione? Alonso forse vuole dimostrare al nuovo presidente di meritare una conferma con rinnovo di contratto pluriennale, ce la farà?