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F1 story: John Watson

Creato il 08 agosto 2014 da Simo785

A cura di Giulo Scaccia

La sua prima vittoria risale al 1976: John è l’unico pilota del team americano Penske e dopo una stagione in crescendo vince il Gran Premio d’Austria. Successivamente il team preferì concentrarsi sulla serie americana CART, ma permise a Watson di accedere a squadre competitive: prima alla Brabham-Alfa Romeo e poi alla decaduta McLaren.

Watson in fase di sorpasso

Watson in fase di sorpasso

 

Fu proprio Watson a riportare la McLaren alla vittoria dopo un digiuno di 4 anni: avvenne a Silverstone, in quella che fu anche la prima vittoria di una monoposto con telaio in fibra di carbonio. Nel 1982 arrivano due vittorie e grazie ad una McLaren molto affidabile Watson lotta addirittura per il titolo fino all’ultima gara, che perde a favore di Keke Rosberg. Nel 1983 la McLaren non è altrettanto competitiva ma Watson compie una rimonta da record nel circuito cittadino di Long Beach: ventiduesimo in qualifica, primo al traguardo. È l’ultima perla di una carriera ormai agli sgoccioli: a fine anno la McLaren non gli rinnova il contratto e Watson termina la carriera disputando un unico Gran Premio due anni dopo, a Brands Hatch, sempre al volante di una McLaren TAG-Porsche, essendo stato chiamato per sostituire il campione del mondo in carica Niki Lauda, ebbe il piacere di correre al volante della vettura numero 1

 

John Marshall Watson, irlandese purosangue, è nato a Belfast il 4 maggio 1946

John Watson esordisce in Formula 1 nel Gran Premio di Gran Bretagna 1973, disputato sul circuito di Silverstone, al volante di una Brabham-Ford BT37. Dopo essersi qualificato in 23° posizione, non riesce a terminare la gara a causa di un problema di carburante sulla sua monoposto.

Il vero esordio, Watson lo compie nel 1974. La Hexagon, la sua Scuderia, avrà una Brabham BT42, colorata in marrone, una macchina che è spesso molto seguita dagli osservatori più attenti. Conquisterà il suo primo punto per la Classifica Mondiale nel Gran Premio di Monaco, cui faranno seguito altri piazzamenti. Quel che mancava, alla Squadra ed a lui, era l’esperienza ed anche un tecnico che potesse migliorare le vetture. Anche quando, più avanti nella Stagione, egli poteva disporre della BT44 come i piloti ufficiali.

Nel 1975 Watson è pilota ufficiale Surtees. Ottiene un secondo posto a Brands Hatch e un quarto a Silverstone nelle gare fuori Campionato. A Barcellona nel Gran Premio di Spagna è secondo, poi “spiattella” una gomma. A metà stagione Surtees interrompe l’attività momentaneamente. Al Nürburgring gli offrono  la Lotus, va leggermente più veloce di Peterson però al terzo giro si rompe una sospensione vola via a 270 all’ora. Ho avuto molta fortuna, visto che non mi sono fatto praticamente niente». Poco dopo, in Austria, l’americano Mark Donohue trovava la morte uscendo di strada, e la Squadra Penske non aveva più il suo pilota.

Alla fine della Stagione, dopo aver perso Mark Donohue al GP d’Austria del 75 Roger Penske chiama Watson per farlo correre nel Gran Premio degli Stati Uniti, con la PC3 che in realtà era una March modificata. La macchina si fermava durante il giro di prova appena prima della partenza della corsa. E così Watson, tornato a piedi di corsa ai box, sale sulla PC1, la prima macchina di Penske, che era lì solo per motivi fotografici. Non l’aveva mai guidata, l’abitacolo non era della sua misura, ma partie e finisce al nono posto. Una vera prodezza, che tra l’altro gli costa l’incrinatura di una costola, per gli sballottamenti cui era stato sottoposto nell’abitacolo troppo largo.

Firma il contratto per il 1976, e scopre una squadra ben organizzata, che non aveva problemi di denaro ed aveva una buona macchina. Le prime corse non furono tanto brillanti, malgrado un quinto posto in Sudafrica, perché la squadra lavorava a preparare la PC4, macchina nuova. Bella e finita splendidamente, la PC4 esordiva in Svezia, dove però l’acceleratore bloccato la mandava fuori pista al primo giro. Poi venne modificata ed al G.P. di Francia Watson finiva al terzo posto. Poi venne un grande Gran Premio di Gran Bretagna, durante il quale Watson era attardato da una collisione contro Merzario, riprendeva al 21° posto e finiva al quarto.

Agosto 1976: sul circuito di Zeltweg, nel Gran Premio d’Austria, John Marshall Watson la gara al volante della Penske PC4, la vettura concepita e costruita in America da quella che è considerata a ragione la miglior Squadra professionistica dello Sport dell’automobile. Per Watson è il primo successo pieno, dopo una serie di prestazioni che in poco tempo lo avevano portato in primo piano. John Marshall Watson, il giorno dopo, mantenne la promessa fatta a se stesso e ad alcuni amici: si fece tagliare la barba biondo-rossiccia che lo distingueva da tutti gli altri, e da allora il suo volto è rimasto «pulito». Dopo sette anni la gente vedeva finalmente il vero viso di questo pilota irlandese: un viso calmo, aperto e simpatico, al quale la barba dava un tono professorale che certo non si addiceva al suo carattere.

Penske chiude poi la Squadra di Formula 1, e Watson veniva chiamato dalla Brabham, per guidare le macchine con il motore Alfa Romeo. La Stagione 1977 era tutta una serie di prodezze. Alla prima gara, senza aver mai guidato il modello BT45, Watson andava in testa e vi restava per parecchi giri, prima di doversi fermare. Poi le gare seguenti dicevano che Watson era pronto a cogliere la seconda vittoria, che però non è venuta. Era apparentemente sicura in Francia, quando rimase senza

carburante a un chilometro dall’arrivo. Poteva esserci a Silverstone, senza guai all’alimentazione.. Nelle prime gare del 1978 lo si è ancora visto. In Argentina è andato fortissimo, più del nuovo compagno di Squadra Lauda, anche se è toccata a lui la fuga d’acqua dal radiatore che l’ha appiedato.

Nel 1979 Watson si lega al Team McLaren al posto del pilota svedese Ronnie Peterson, morto tragicamente a Monza, con cui inizia la parte più esaltante della sua Carriera di pilota. Nel biennio 1979/80 Watson sopperisce alle gravi carenze della monoposto inglese conquistando importanti piazzamenti nelle posizioni di vertice.

Nel 1981, con l’arrivo del formidabile Team Manager Ron Dennis e del nuovo Direttore Tecnico John Barnard, il Team McLaren risolleva la china schierando in gara un’innovativa monoposto costruita a fibra di carbonio.

 

John Watson con la McLaren

John Watson con la McLaren

Nel 1982 Watson sfiora il Titolo Iridato vincendo a Zolder (Belgio) e a Detroit (Stati Uniti East), giungendo secondo a Las Vegas (Stati Uniti West) e Rio de Janeiro (Brasile), e terzo a Monza (Italia). Perderà matematicamente la possibilità di conquistare la su prima Corona Iridata nell’ultima gara della Stagione a favore di Keke Rosberg (Williams-Ford FW07B). Tutto sommato, l’annata 1982 è stata la migliore Stagione di John Watson in Formula 1, anche se soffrì psicologicamente a lungo della forte concorrenza interna del compagno di Squadra Niki Lauda.

L’anno seguente Watson corre la Stagione di Formula 1 sempre alla guida di una McLaren. Ottiene una clamorosa vittoria a Long Beach (riconfermandosi “re” dei circuiti cittadini), dopo essere partito in 22° posizione nel Gran Premio degli Stati Uniti, e due terzi posti che gli valgono il sesto posto finale nella graduatoria Mondiale con 22 punti all’attivo. A fine Stagione John Watson viene sostituito con il giovane e promettente pilota francese Alain Prost e decide di lasciare la Formula 1 dopo dieci anni di attività agonistica. Riceve un’offerta da parte del Team Lotus JPS ma rifiuta la proposta del Team che fu di Colin Chapman.

Nel 1985 Watson viene richiamato alla Mclaren nel solo Gran Premio d’Europa a Brands Hatch per sostituire il convalescente pilota austriaco Niki Lauda. In quell’occasione, il pilota irlandese ha portato in pista il modello McLaren-TAG Porsche Mp4/2B con il numero uno sul musetto.

A quel punto, John decide di abbandonare la massima formula ma non del tutto l’Automobilismo Sportivo. Infatti, nel 1987 lo ritroviamo impegnato nel Mondiale Sport Prototipi alla guida di una Jaguar del team del pilota scozzese Tom Walkinshaw per poi passare alle vetture Toyota.

Nel 1991 John Watson ha collaudato in pista la prima monoposto della nuova Scuderia irlandese di Eddie Jordan: la Jordan-Ford EJ191. Attualmente Watson partecipa ad eventi e manifestazioni di Auto storiche sul circuito inglese di Silverstone ed è stato commentatore dei Gran Premi di Formula 1 per la Tv satellitare EuroSport dal 1991 al 1997. Ha lavorato per il commento televisivo del British Touring Car Championship per la rete BBC dal 1998 al 2001. Oggi si occupa della telecronaca delle corse della serie A1 Grand Prix insieme al collega Ben Edwards.

 

Di John Watson si dice che non abbia avuto tutte le qualità del gran pilota, forse con una non eccelsa  la sensibilità da collaudatore. Quel che è certo è che è stato un i piloti coraggiosi e decisi, che sotto l’apparente distacco dei suoi gesti e dei suoi discorsi nascondeva una determinazione feroce. Quando la macchina andavava bene è sempre nelle prime posizioni; e nella corpo a corpo non è certo lui che si tirava indietro.

La sua non fu un’esistenza facile: dopo la morte di Ronnie Peterson ebbe una lunga e dichiarata relazione con la moglie del pilota svedese, Barbro. La bella compagna di Watson, in preda ad una crisi depressiva, fu trovata morta suicida nel natale 1987 nel bagno della sua casa. Per un lungo periodo John rimase sconvolto da questo gesto.

Alleghiamo questa intervista apparsa su

 

http://ferrariformula1.forumfree.it/?t=39887372


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