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Fabbio cambia mestiere e si dà alla “ficsion”

Creato il 12 febbraio 2011 da Lapulceonline

piercarlo fabbio, videoSpenti i riflettori alla Cittadella sulla fiction “Violetta”, rimane l’amaro in bocca per tutti gli alessandrini che hanno fatto la fila ai casting – seppur solo per una fugace comparsata – e non sono stati scelti dalla produzione, che ha arruolato tutti i maschi giovani. Gli over 30 dovranno vedersi lo sceneggiato direttamente in tv. Ma c’è un aspirante attore che non ha proprio digerito l’esclusione dalle riprese, uno sicuro di essere scelto dal regista in persona: il Sindaco Piercarlo Fabbio. E non importa che la produzione stesse cercando giovani alti dai capelli biondi naturali. Per avere un ruolo nel film era disposto a tutto. Macché. Fabbio è stato scartato. Troppo poco austro-ungarico. Il primo cittadino non si è perso d’animo: “Non mi volete nella fiction risorgimentale? E allora me ne faccio una tutta mia!”, avrebbe confidato ai suoi fedelissimi, chiusi nelle segrete stanze di Palazzo Rosso per consolarlo. E così fu. Fedele a se stesso, Fabbio ha preso carta e penna (stilografica, l’immancabile compagna di mille ordinanze – diventata un “must to have” tra i fabbiani più duri. Ma la Bic è sempre la più comoda! ) ed ha scritto un dialogo impossibile tra il Sindaco di Alessandria, lui medesimo, e il senatore Teresio Borsalino. Un viaggio onirico tra presente e passato in cui il primo cittadino spiega l’Alessandria di oggi all’illustre defunto di un secolo fa. Viste le ristrettezze economiche in cui versa Palazzo Rosso, Fabbio ha deciso di tagliare il budget e di conseguenza il cast. Per la verità il Sindaco avrebbe chiesto prima i fondi al Ministero per l’alta valenza culturale dell’opera, poi ha bussato alle porte dell’Amag, sponsor ufficiale di tutto quello che succede in città. Ma se da Roma hanno nicchiato accampando scuse (“al vaglio ci sono prima il docu-film sui colibrì e la pellicola storica sull’inventore della cerniera lampo”), al quartier generale della municipalizzata hanno richiesto che sulle pareti di casa Borsalino campeggiasse sempre il logo Alegas, come dietro ai calciatori quando si fanno intervistare a fine partita. Dopo estenuanti trattative Fabbio ha rinunciato. E così, imprecando per il monopolio comunista della cultura, Fabbio si è buttato di fronte a una telecamera, ha chiamato un attore (Ferruccio Reposi) per interpretare il sen Borsalino (Il Piercarlo, dopo aver letto l’ultimo sondaggio che lo incoronava miglior sindaco di Alessandria dal 1168 ad oggi, era stato tentato di fare entrambi i ruoli: “Ho pure la colonna sonora, l’inno della città scritto da me”). Nella prima scena Fabbio ha deciso di comportarsi come un normale, umile, comune cittadino: addormentarsi a pagina 3 mentre legge “Il Cimitero di Praga”, ultimo mattone di Umberto Eco. Invece di sognare le donne della sua giunta vestite da sirene che cercano di ammaliare Fabbio-Ulisse sussurrando “Sai, quanto bella sei per noi, o Alessandria tra i fiumi, la nebbia sal così tu ti vesti a festa” al premier mandrogno appare Teresio Borsalino che gli chiede conto della città d’oggi. E qui Fabbio mette a frutto tutti quegli anni trascorsi all’Actor Studios di Litta Parodi. Si cala nella parte sorseggiando acqua calda, inframezzando dialetto locale e frasi a effetto per tenere il pubblico inchiodato al video, in un’incessante botta e risposta da lasciare senza fi ato. Memorabile. Poi lo squillo del Blackberry lo riporta  alla realtà, ed esce di scena calandosi un Borsalino sulla pelata. Applausi! L’unica cosa vera di questo articolo è il video, caricato su You Tube… (titolo: Alessandria, il cappello… e admòn?). Da Oscar!

piercarlo fabbio, video
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