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“Fabbricare Pretesti” a Cuba:come si prepara il cambio “di regime”

Creato il 18 maggio 2011 da Coriintempesta

“Fabbricare Pretesti” a Cuba:come si prepara il cambio “di regime”

Ho letto con molto interesse ed entusiasmo l’ editoriale del quotidiano Granma  intitolato “Fabbricare Pretesti”[vedi sotto],del 15 maggio 2011. Stavo seguendo con molta preoccupazione le ultime provocazioni da Madrid, Miami e Washington. Il 1 Aprile 2011 Aznar, le cui radici si trovano nella peggiore  tradizione  franchista, si lamentava, come riporta Europa Press, che “non è giusto fare una cosa in Libia e il contrario a Cuba … per proteggere le vite”. I nemici di Cuba non hanno mai tregua nelle loro perniciosa attività contro il popolo cubano. Tuttavia, da questa ultima dichiarazione, sono iniziate una nuova serie di azioni altrettanto aggressive quanto diffamatorie . Per esempio, il programma  Telefono senza paura (Háblalo Sin Miedo) è stato istituito da blogger mercenari negli Stati Uniti e Cuba al fine di dare l’impressione che sull’ isola si stiano verificando “perturbazioni”  e che “i cubani ” chiedono a gran voce l’ aiuto di Washington e dei suoi alleati”.

Vi è anche l’ultimo programma di “attivismo civico” in fase di sviluppo da parte di mercenari a Madrid, Miami e Cuba. Alcuni dei suoi rappresentanti avevano recentemente visitato Washington per sollecitare il sostegno. L’obiettivo è quello di creare incidenti a Cuba. Tra i più coinvolti sono quelli che di recente erano stati rilasciati dalla prigione ed i loro collaboratori.

Chi può credere che a Cuba ci siano “dissidenti” pacifici o mercenari? In primo luogo, la violazione delle leggi cubane ha l’obiettivo, come loro stessi hanno dichiarato apertamente in più di una occasione, di portare ad un “cambiamento di regime ” a Cuba.. Questo è di gran lunga lontano dal costituire un obiettivo pacifico. In secondo luogo, la partecipazione di quasi tutte le tendenze dell’ “opposizione” ,in un modo o nell’altro in questa attività di “attivismo civico”, mostra che esiste una nuova fase di provocazione caratterizzata da un rischio di violenza. E così il quotidiano Granma ha tutto il diritto di chiedere quanto segue:

Nel passato si è cercato d’isolare Cuba o di provocare disordini interni per provocare un intervento nordamericano. Cosa si pretende con questa campagna? Solo denigrare o qualcosa di peggio? Sarà che a coloro che muovono i fili dei salariati interni piacerebbe moltissimo invocare la protezione dei civili per bombardare L’Avana?

Sulla base di 52 anni di esperienza e di lotta eroica, Cuba sa rispondere con serenità e fermezza di fronte azioni di mercenari. Allo stesso modo, la gente onesta in tutto il pianeta sostenga  il diritto all’autodeterminazione di Cuba, un diritto che dovrebbe applicarsi a qualsiasi nazione del mondo, anche se questo dispiace ai capi delle potenze imperiali.

Le questioni sollevate dal Granma, che sono fondamentali a Cuba, sono fondamentali anche per il mondo: non c’è spazio per i tentennamenti rispetto alla difesa di Cuba nello scontro con le forze delle potenze imperiali.

Popoli e governi che sono effettivamente mossi da uno spirito di rispetto per la giustizia internazionale in tutti i continenti, insistano sul fatto che Washington e i suoi alleati rispettino la sovranità di Cuba. Ancora una volta, come sempre, oggi non stiamo lasciando Cuba da sola.

LINK:”Creating Incidents” in Cuba: America’s Design to Trigger “Regime Change”

DI: CoriInTempesta

Sotto l’ editoriale del GranMa

Fabbricare pretesti

La Rivoluzione Cubana è stata oggetto di centinaia di campagne di disinformazione generalmente orchestrate dal governo nordamericano, con la complicità di alleati europei e la partecipazione delle poderose forze e degli interessi che controllano gli empori mediatici, che però non hanno potuto sviare i cubani dai loro ideali d’indipendenza e socialismo, nè confondere i popoli del pianeta che, nonostante tutto, scoprono con la loro saggezza e l’istinto dove sta la  verità.

Sono campagne senza limiti politici, nè etici, che si scontrano con la forza morale di Cuba e sporcano solo i loro autori.

La più recente, che proviene dai super premiati informatori, si è sgonfiata in 72 ore.

I politici bugiardi, i media della stampa che hanno calunniato per interesse politico e i giornalisti che hanno riportato un fatto che non è avvenuto, senza tentare la minima conferma, non dovranno avere impunità e per lo meno dovranno confessare l’errore e chiedere scusa alla famiglia, per la mancanza di rispetto al suo lutto.

Curiosamente, tutti loro tacciono di fronte al milione di morti civili in Iraq e Afganistan, su quelli che definiscono ‘danni collaterali’ e di fronte alle esecuzioni extra giudiziarie con aerei senza pilota, nei paesi sovrani.

Guardano un prudente silenzio di fronte all’uso della tortura, oscurano l’esistenza delle carceri nordamericane segrete in Europa, impediscono le investigazioni sui crimini commessi ad Abu Graib  e nella Base Navale di Guantánamo, usurpata a Cuba, e sui voli segreti della CIA, con persone sequestrate in altri Stati.

Non si commuovono nemmeno di fronte alla forma brutale in cui i governi dell’Europa scaricano sui più poveri e sugli immigranti le conseguenze della crisi economica. Guardano dall’altra parte quando si reprimono con inusitata violenza disoccupati o studenti in queste opulente società. Senza dubbio vanno a caccia di pretesti per denigrare Cuba e in mancanza di  questi, li fabbricano.

Con tutta la loro sfacciataggine hanno insistito per trasformare una pancreatite in un assassinio politico, una giustificata detenzione della polizia di meno di tre ore per alterazione dell’ordine senza il minor uso della forza, in una scarica di botte mortale; una persona con precedenti  penali condannata a due anni di carcere per delitti comuni in un dissidente politico, vittima di una lunga condanna.

Il popolo condivide la protesta della famiglia, il cui dolore è offeso e la indignazione dei medici, praticamente accusati di complicità in un omicidio. Il mondo conosce infiniti esempi sulla vocazione umanistica dei nostri medici che non hanno mai risparmiato energie, e  a rischio della propria vita, hanno prestato e prestano servizio in tutti i continenti.

Il legislatore David Rivera, celebre per corruzione elettorale e per le sue campagne estremiste per eliminare il diritto dei cubani emigrati di viaggiare nel proprio paese, che solo poche settimane fa ha accusato l’ex presidente Carter d’essere un agente cubano, ha affermato sotto giuramento nel Congresso degli Stati Uniti che ‘il morto è caduto assassinato a colpi e bastonate nel centrale parco di Villa Clara, la scorsa domenica’.

Non si è nemmeno preoccupato di verificare che anche i peggio intenzionati riconoscono che stava nel parco prima e dopo la breve detenzione di giovedì  5 maggio e non domenica.  quando era già ricoverato. Non sorprende che dica menzogne, ma sì che lo faccia tanto  vergognosamente.

Un tale  Salafranca, europarlamentare del Partito Popolare, con molti meriti  anticubani e pro yanquee , che dice che i rapporti sui voli segreti della CIA ‘non apportano dati addizionali’, e si chiude gli occhi per astenersi su qualsiasi condanna, ha assicurato, nel Parlamento Europeo, che la persona è morta dopo la detenzione e le botte da parte della polizia cubana.

El País, della Spagna del Gruppo Prisa e delle confabulazioni del  PP, ha pubblicato un dispaccio con il titolo ‘muore un dissidente cubano dopo le botte della polizia’.

ABC storicamente al servizio delle peggiori cause, scrive ‘muore oppositore cubano dopo le botte della polizia castrista’. Non interessa loro confermare la sincerità dei fatti  presunti e non si prendono nemmeno il fastidio  di dissimulare l’inghippo con titoli differenti .

Insolitamente, anche lo stesso Presidente Barack Obama, a Miami, di fronte a una domanda delle ben tendenziosa Univisión, anche se ha detto che mancava la precisazione di dettagli, si è pronunciato solamente sui fatti del Parco Vidal, che non sono mai avvenuti.

È curioso che Obama, sempre tanto occupato, possa ritenere nella sua memoria il caso di una persona detenuta in un parco cubano, dove ha potuto ritornare poco dopo.  Senza dubbio non ha detto niente e possibilmente nemmeno si ricorda il viso angosciato o il racconto della bambina irachena Samar Hassan, pubblicato dal quotidiano The New York Times, lo scorso 7 maggio, che narrava la terribile esperienza dell’assassinio dei suoi genitori da parte di una pattuglia nordamericana mentre ritornavano dall’ospedale  dove avevano fatto medicare il suo fratellino.

Ma nel caso di Cuba la mancanza maggiore non sono le menzogne volgari che si fabbricano ogni giorno e si riproducono;  quello che è imperdonabile è che si censurino le grandi verità  e la storia di un popolo eroico e bloccato, che è stato capace di  realizzare quello che per la gran maggioranza dell’Umanità è ancora un sogno.

Nel passato si è cercato d’isolare Cuba o di provocare disordini interni per provocare un intervento nordamericano.

Cosa si pretende con questa campagna? Solo denigrare o qualcosa di peggio?

Sarà che a coloro che muovono i fili dei salariati interni piacerebbe moltissimo invocare la protezione dei civili per bombardare L’Avana?

Il nostro popolo non si lascerà confondere dai controrivoluzionari interni che cercano il pretesto mediatico per promuovere un conflitto con gli Stati Uniti e saprà rispondere con serenità e fermezza alle azioni di questi mercenari.

Gli argomenti della Rivoluzione cubana non si fabbricano con le menzogna dei nostri nemici, si costruiscono con la dignità e l’onore del nostro popolo, che ha imparato che la verità è l’arma più limpida degli uomini.

Traduzione: Gioia Minuti


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