Mi ripresento all'appuntamento settimanale di Homemademamma con un libro di cui ho già parlato in questo post.
Ci torno perché questa raccolta di riflessioni del designer Fabio Novembre mi ronza in testa ogni volta che guardo G. e i suoi amici alle prese con i materiali più vari, tutti intenti a fare.
Io non capisco cosa fanno questi bimbi, ma loro evidentemente si intendono alla perfezione tra loro.
Mi trattengo a stento dall'intervenire, in questo momento - a quattro anni - G. è in una fase in cui è irrefrenabile, non accetta la proposta di modifiche, si arrabbia ancora molto quando i risultati non sono come quelli che si aspetta o quando noi non capiamo al volo le sue intenzioni creative. Penso che la lascerò sfogare (come tutti i bambini, va a periodi...speriamo!) e che piano piano introdurrò l'approccio progettuale di Melablu, del quale ho visto gli evidenti risultati in quell'intellettuale rinascimentale del Pulce.
Riporto un passo del libro:
"Esistono categorie di oggetti che conservano il senso di utilità poiché rispondono a reali bisogni collettivi. Quello di cui mi occupo ricade invece nell'ambito del superfluo e si definisce "design": non serve veramente a nessuno, come una poesia..."Non so se condivido questa accezione del design, ma sono certa che il Fabio e la G. andrebbero d'amore e d'accordo.
Il problema sarà quando G. cercherà di vendermi le meccanismate. Chissà se riuscirà ad intortarmi.