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Fabri Fibra: il sesso, il libro ed un consiglio: non dite ca**ate

Creato il 12 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

fabri fibra dietrologiaScrivono tutti oramai, persino Fabri Fibra ha pubblicato un  libro dal titolo estremamente particolare  ”Dietrologia – I soldi non finiscono mai“. Si tratta della prima biografia di Fibra chesi racconta e dice la sua tra tv, morale comune e società. Parte fondante del libro è però quella del sesso, scrive infatti il rapper piiù amato dai giovani italiani: “andare a letto con ragazze che non sono italiane, ragazze già emancipate (…) Solo in Italia si sentono le ragazze dire cose del tipo: ‘io ho problemi con il sesso orale, non mi piace’. Ma stai scherzando?”. Insomma una mentalità che sembrava essere dimenticata torna alla ribalta, un pò come “le gambe delle svedesi sono più belle”Ampi stralci del volume sono stati pubblicati da Il Giornale che cita subito l’introduzione di Fabri Fibra: “Questo che hai tra le mani non è un romanzo né l’ennesima inutile autobiografia di un vip. E’ una scossa violentissima. E’ un elettroshock. E’ un manifesto politico”. C’è anche spazio a qualche considerazione sociologica: “Gli italiani non hanno una loro vita, hanno una vita legata ai loro genitori, che (a loro volta) hanno una vita legata ai loro genitori”. Un testo che crea già indignazione, un pò come tutte le canzoni del rapper made in Italy. Per Fibra non dobbiamo stupirci  se gli italiani sono stanchi, stanchi di combattere e credere ancora in un futuro positivo: “Dopo che una persona lavora dalle otto alle dieci ore al giorno, dopo che ha perso altre due ore per gli spostamenti… non ha più la forza d’informarsi su cosa sta succedendo veramente nel Paese, non ha più la forza di protestare”.

 

Un piccolo salto nell’infanzia e subito alla mente arriva il programma tv preferito: “Quando ero piccolo in tv davano Happy Days: il protagonista era un tipo chiamato Fonzie, lavorava in una officina, si faceva un gran culo, era il tipo di ragazzo che piaceva alle ragazze”.
Insomma il rapper non le manda certo a dire, neanche a chi scrive per la carta stampata: “Qualunque giornalista tu sia… non puoi e ripeto non puoi fare una recensione di questo libro scrivendo che dico cazzate”


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